Silvio Orlando: la sua carriera dalla “scuola” di Lucchetti alla “Chiesa” di Sorrentino
Silvio Orlando, 61 anni e una lunga carriera per l'attore napoletano molto amato al cinema, in teatro e sul piccolo schermo.
Silvio Orlando, l’attore napoletano classe 1957, sempre diviso tra cinema e teatro, compie gli anni oggi 30 giugno e, anche con una lunga carriera alle spalle i suoi impegni lavorativi non sembrano fermarsi. La sua è una carriera costellata da importati film e spettacoli teatrali con ruoli che l’hanno fatto amare molto dal grande pubblico.
Sono tanti i personaggi che Silvio Orlando ha interpretato sul grande schermo e a teatro, però quelli a cui siamo più affezionati e che hanno caratterizzato maggiormente l’attore sono i sognatori, i liberi pensatori legati a un’ideologia di sinistra, con una solida morale e il tentativo di rendere il mondo un posto migliore.
Il primo personaggio che rispecchia queste caratteristiche lo vediamo nel 1991 con il Portaborse di Daniele Lucchetti, dove il protagonista è un professore di lettere che vive in un’antica casa di interesse storico, trascurata dal Ministero dei Beni Culturali.
Silvio Orlando e i suoi personaggi sognatori che desiderano cambiare il mondo
Continua su questo filone insieme a Daniele Lucchetti con il film cult La scuola, dove Silvio Orlando interpreta l’iconico Professor Vivaldi, insegnante di letteratura italiana presso un Istituto Tecnico fatiscente mal governato da insegnanti svogliati e studenti senza prospettive. Proprio in questo film, del 1995, emerge l’essenza di tutti i suoi personaggi. Il Professor Vivaldi vuole infatti risvegliare gli animi assopiti dei suoi studenti e lo scoramento dei suoi colleghi, grazie alla cultura, alle parole e alle buone intenzioni.
Un anno più tardi, nel 1996, Silvio Orlando è diretto da Poalo Virzì in Ferie d’agosto, che mette in scena due famiglie agli antipodi che si ritrovano ad alloggiare in due appartamenti vicini durante le vacanze estive. La sinistra e la destra della politica si scontrano, prima a distanza poi con un faccia a faccia, dove a capeggiare l’ideologia di sinistra è ovviamente Sandro Molino, giornalista interpretato ovviamente dall’attore napoletano.
Non mancano anche i ruoli da co-protagonista nei film diretti da Nanni Moretti. Il primo è Palombella Rossa del 1989, poi Aprile del 1998, ma seguono anche La stanza del figlio e i più recenti Il caimano e Caos Calmo. Alcuni di questi, con uno sfondo politico piuttosto dominante ai fini della trama.
Nel 2008, un altro ingaggio di prestigio arriva da Pupi Avati con Il papà di Giovanna, drammatico ed emozionante, che è valso a Silvio Orlando il premio come Miglior Interpretazione maschile alla Mostra del Cinema di Venezia. Ad affiancarlo in questa mirabile interpretazione un’altrettanto bravissima Alba Rohrwacher, nei panni di una figlia abbastanza problematica, ma forse anche per questo in grado di far emergere il lato umano del personaggio principale.
Tra questi ruoli di grande impegno sociale e politico, si aggiungono anche delle interpretazioni all’interno di commedie all’italiana leggere e divertenti. Tra queste Ex di Fausto Brizzi e Genitori & Figli – Agitare bene prima dell’uso di Giovanni Veronesi.
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La ricerca di ruoli interessanti da parte dell’attore non si ferma mai, tanto da fargli guadagnare un ruolo anche sul piccolo schermo in The Young Pope, la serie TV evento del 2016 diretta da Paolo Sorrentino e distribuita in 80 paesi nel mondo con protagonista Jude Law. Il Cardinale Angelo Voiello interpretato da Silvio Orlando è uno dei personaggi più amati della serie grazie al suo carattere abbastanza ambiguo, con una santità che strizza troppo volentieri l’occhio alla corruzione del mondo circostante, ma pur sempre armato di profonda umanità.
Silvio Orlando e la sua impeccabile interpretazione in The Young Pope di Paolo Sorrentino
Tra tutti questi grandi ruoli sul grande e piccolo schermo, Silvio Orlando non ha mai lasciato il teatro, considerandolo il suo punto di stabilità. Soprattutto ora, che il suo nome è sbarcato in tutto il mondo e negli Stati Uniti, l’attore dice di sentire il bisogno di tornare sempre sul palcoscenico al fine di ritrovare il contatto con il pubblico e il suo primo grande amore per la recitazione.