Solo: A Star Wars Story – 10 easter eggs e curiosità sul film di Ron Howard

Quali sono i più importanti riferimenti, omaggi e citazioni presenti in Solo: A Star Wars Story? Li abbiamo racchiusi in 10 punti!

Dopo una travagliata produzione, che fra l’altro ha portato al licenziamento dei registi Phil Lord e Christopher Miller in favore del premio Oscar Ron Howard, è finalmente approdato nelle sale di tutto il mondo Solo: A Star Wars Story, secondo spin-off del nuovo corso di Star Wars interamente incentrato sulla figura di un giovane Han Solo. Ad affiancare Alden Ehrenreich, scelto per dare corpo e volto al personaggio reso celebre da Harrison Ford, un cast composto da giovani ma già affermati attori come Emilia Clarke e Donald Glover e interpreti più esperti come Woody Harrelson e Paul Bettany, protagonisti di un’avventurosa origin story capace di collegare diversi episodi di questa longeva saga e di fornire diversi rimandi a questioni lasciate in sospeso e al cosiddetto Universo espanso, ovvero l’insieme di libri, serie e videogiochi che completano e approfondiscono la mitologia di Star Wars.

Noi di Cinematographe abbiamo cercato di racchiudere in un articolo i più importanti riferimenti, omaggi e citazioni presenti in Solo: A Star Wars Story, in modo da fornire anche agli spettatori meno attenti o a digiuno della mitologia extra cinematografica di Star Wars un appiglio per comprendere pienamente gli eventi narrati. Ovviamente, tutto ciò che segue contiene spoiler su Solo: A Star Wars Story e sulle altri opere a esso collegate, per cui non proseguite nella lettura se non avete visto il film e non volete conoscerne i principali snodi narrativi.

Solo: A Star Wars Story e Indiana JonesSolo: A Star Wars Story Cinematographe.it

Il legame fra le saghe di Star Wars e Indiana Jones è da sempre fortissimo, sia perché entrambe sono frutto della mente di George Lucas e delle risorse della Lucasfilm, sia perché devono buona parte delle proprie fortune al carisma e alla presenza scenica di Harrison Ford, interprete dell’archeologo più celebre della storia del cinema e della prima, inimitabile versione di Han Solo.

Dopo numerosi omaggi a Star Wars da parte di Indy (ricordiamo fra gli altri il geroglifico raffigurante R2-D2 e C3PO presente ne I predatori dell’arca perduta o il club Obi Wan che vediamo in Indiana Jones e il tempio maledetto), Solo: A Star Wars Story ricambia il favore: fra gli oggetti della collezione di Dryden Vos è infatti possibile vedere sia il mitico idolo d’oro (il primo oggetto su cui Indiana Jones mette le mani) sia un oggetto che ricorda l’altrettanto celebre teschio di cristallo, su cui è incentrato il quarto vituperato capitolo della saga del Professor Jones.

Solo: A Star Wars Story e gli scacchi stellariSolo: A Star Wars Story Cinematographe.it

In una scena di Solo: A Star Wars Story vediamo Chewbacca e Beckett giocare al cosiddetto Dejarik, ovvero un gioco simile agli scacchi che si svolge tramite piccoli ologrammi di strambe creature. Questo dettaglio è un esplicito riferimento a un’analoga sequenza del primo Star Wars, già ripresa sia nelle serie animate Star Wars: The Clone Wars Star Wars Rebels, sia in Star Wars: Il risveglio della Forza, primo capitolo della trilogia sequel.

Solo: A Star Wars Story e le frasi ricorrenti della sagaSolo: A Star Wars Story Cinematographe.it

Fra i tanti riferimenti capaci di stuzzicare i fan di vecchia e lunga data ci sono due espliciti omaggi a frasi cult della saga, che in questo caso subiscono un vero e proprio ribaltamento.  Il primo è l’esclamazione da parte del giovane Han Ho un gran bel presentimento, che capovolge totalmente la frase ricorrente Ho un brutto presentimento, pronunciata a turno da diversi personaggi in tutti i film della saga.

Ancora più evidente è un divertente scambio fra Han e Lando, con Solo che si vede apostrofato dall’amico e rivale con un netto Ti odio, rispondendo prontamente con un Lo so. Il riferimento è ovviamente al duplice scambio Ti amoLo so fra Han e Leia ne L’impero colpisce ancora e Il ritorno dello Jedi, simbolo del loro tormentato rapporto. L’amore fra Han e Leia è infine richiamato anche dalla frase che la Qi’ra di Emilia Clarke rivolge a Han nelle battute finali, ovvero Sei un uomo per bene. Impossibile in questo caso non correre con la mente al momento del primo bacio fra Han e Leia nel già citato L’impero colpisce ancora, anticipato dallo scambio A me piacciono gli uomini per bene Io sono per bene No, non lo sei.

Solo: A Star Wars Story – il travestimento di Lando (e Beckett)Solo: A Star Wars Story Cinematographe.it

Fra i più importanti rimandi alla mitologia della saga presenti in Solo: A Star Wars Story c’è sicuramente il travestimento indossato da Beckett per fingersi un uomo della sicurezza di Qi’ra su Kessel. Immediata l’associazione fra l’elmetto e la maschera indossati dal personaggio impersonato da Woody Harrelson e quelli che nella cronologia della saga saranno utilizzati successivamente da Tamtel Skreej, ovvero l’alias di Lando Calrissian durante la missione per la liberazione di Han Solo presso il palazzo di Jabba nel corso de Il ritorno dello Jedi.

Solo: A Star Wars Story – la storia del Millennium FalconSolo: A Star Wars Story Cinematographe.it

Durante Solo: A Star Wars Story abbiamo modo di assistere al primo contatto fra Han Solo e la sua mitica astronave, il Millennium Falcon. Ci viene mostrata non soltanto la duplice partita a Sabacc (una sorta di poker stellare) con la quale Han aggira i trucchi di Lando e sottrae la nave a Lando battendolo al gioco, ma anche il motivo per il quale Solo nel corso della trilogia classica va così fiero di aver percorso la rotta di Kessel in soli 12 Parsec, ben al di sotto dei 20 generalmente ritenuti necessari.

Più sottile, ma non meno appagante, un altro riferimento alla trilogia classica, ovvero la presenza del droide femmina e femminista L3-37, la cui memoria finisce per essere integrata in quella del Millennium Falcon. Ricordate quando nel corso de L’impero colpisce ancora C-3PO esclama Signore, non so dove la sua nave ha imparato a comunicare ma usa un linguaggio molto insolito? Si tratta dunque di una considerazione sul particolare modo di comunicare di L3-37, un aggancio fortemente voluto da Lawrence Kasdan, sceneggiatore di entrambe le pellicole.

Particolarmente toccante inoltre il cenno agli ormai leggendari dadi dorati, in bella vista a bordo del Millennium Falcon fin dal suo esordio nel primo Star Wars del 1977. Dopo essere stati utilizzati come emblema di amore e fratellanza nell’ultimo incontro fra Luke e Leia durante Gli Ultimi Jedi, nel corso di Solo: A Star Wars Story scopriamo la loro origine. I dadi dorati ci vengono infatti mostrati inizialmente come una sorta di simbolo dell’innata voglia di ribellione e libertà di Han durante le sue scorribande, e successivamente come testimone del rispetto fra il giovane Solo e Qi’ra, capace di resistere a difficoltà, divergenze e tradimenti.

Solo: A Star Wars Story – la Città delle Nuvole nel destino di LandoSolo: A Star Wars Story Cinematographe.it

Un altro curioso aggancio di Solo: A Star Wars Story con L’impero colpisce ancora consiste in un modellino dalle sembianze familiari che compare a bordo del Millennium Falcon, ancora in possesso di Lando. L’oggetto è infatti una versione miniaturizzata della Città delle Nuvole, centro industriale guidato da Lando nel film del 1980. Il riferimento è reso ancora più evidente da una non casuale frase di quest’ultimo sul suo disprezzo per le colonie minerarie: Lando cambierà drasticamente opinione soltanto pochi anni dopo, arrivando a guidarne una.

Solo: A Star Wars Story – Aurra Sing e BosskSolo: A Star Wars Story Cinematographe.it

Solo: A Star Wars Story contiene anche due piccoli riferimenti ad altrettanti personaggi visti brevemente nel corso della saga cinematografica, ma sviluppati più profondamente nel corso di Star Wars: The Clone Wars, ovvero i due cacciatori di taglie Aurra Sing e Bossk. Per quanto riguarda la prima, che vediamo brevemente come spettatrice della corsa degli sgusci nel corso de La minaccia fantasma, scopriamo che ha trovato la morte per mano di Beckett, anche se quest’ultimo smentisce in maniera poco convincente alludendo a una sua improbabile caduta. Un breve cenno anche per Bossk, uno dei cacciatori di taglie assunti da Darth Vader per dare la caccia ad Han Solo durante L’impero colpisce ancora: l’uomo lucertola viene citato come potenziale candidato per la missione di Beckett.

Le prime volte di Solo: A Star Wars StorySolo: A Star Wars Story Cinematographe.it

Solo: A Star Wars Story rompe diverse consuetudini della saga. Anche a causa dell’ambientazione temporale (circa 10 anni prima di Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza) in un periodo non particolarmente felice per i Jedi, per la prima volta non fanno la loro comparsa in nessuna forma né i membri di questo leggendario ordine, né più generalmente personaggi sensibili alla Forza. Come conseguenza di ciò, per la prima volta nella saga cinematografica non compare alcuna spada laser. Prima assenza anche per i simpatici droidi R2-D2 e C-3PO, le cui storie in questa particolare collocazione temporale non si incrociano con quelle dei protagonisti di Solo: A Star Wars Story.

Da un punto di vista prettamente tecnico inoltre, per la prima volta nella serie il regista è un premio Oscar (vinto nel 2002 per la regia di A Beautiful Mind), ovvero Ron Howard. Quest’ultimo aveva comunque già incrociato indirettamente la saga in precedenza, sia in quanto protagonista del film di George Lucas American Graffiti (durante la lavorazione del film, il papà di Star Wars ha rivelato diversi dettagli del suo progetto successivo all’attore), sia in quanto candidato alla regia de La minaccia fantasma, proposta da lui rifiutata in quanto definita “scoraggiante”.

Solo: A Star Wars Story – Han Shot FirstSolo: A Star Wars Story Cinematographe.it

Fra le principali controversie inerenti alla saga c’è quella ribattezzata Han Shot First, ovvero  una discutibile modifica voluta da George Lucas per la Special Edition del 1997 del primo Star Wars: tramite una piccola variazione di montaggio, il creatore della saga ha infatti cambiato la dinamica dello scontro a fuoco fra Han e Greedo nella cantina di Mos Eisley, facendo intendere che, a differenza della versione originale, Solo spari per secondo in seguito al fallito attacco da parte del nemico. Un cambiamento impercettibile per molti, ma che in realtà modifica radicalmente il personaggio di Han Solo da scaltro e cinico fuorilegge a uomo che agisce solo per legittima difesa.

Solo: A Star Wars Story prende in un certo senso posizione su questa diatriba, con Han che nel confronto finale con il mentore/traditore Beckett non esita a sparare a bruciapelo per primo, anticipando la mossa del nemico.

Solo: A Star Wars Story e la comparsa di Darth MaulSolo: A Star Wars Story Cinematographe.it

In conclusione, non possiamo citare quello che è probabilmente il riferimento più sorprendente e spiazzante di Solo: A Star Wars Story. Nelle fasi finali del film, scopriamo infatti che Qi’ra sta lavorando in segreto per un personaggio alquanto pericoloso, che si mostra a lei tramite ologramma. Il villain in questione è uno dei più amati dell’intera saga, nonostante il suo basso minutaggio, ovvero Darth Maul. Per gli spettatori a digiuno di materiale extra cinematografico sulla saga, l’apparizione è quantomeno disorientante, dal momento che il personaggio risulta morto durante La minaccia fantasma per mano di Obi-Wan.

Star Wars: The Clone Wars Star Wars Rebels hanno approfondito il percorso di questo personaggio, mostrandolo miracolosamente sopravvissuto a quello che sembrava un colpo fatale e alla ricerca di una dura vendetta tramite l’Alba Cremisi, collettivo malavitoso da lui fondato. Se vi state chiedendo perché Maul non compare nei film cronologicamente successivi nella saga, la spiegazione sta nella seguente sequenza di Star Wars Rebels.