Sopravvissuti: la spiegazione del finale del film con Margot Robbie
Il finale del melodramma distopico con Margot Robbie, volutamente poco chiaro, lascia spazio a differenti interpretazioni, che vengono qui analizzate.
Il melodramma distopico Sopravvissuti, uscito nel 2015, è arrivato in Italia totalmente in sordina direttamente nel mercato home video nonostante i celebri nomi dei suoi tre protagonisti, quali Margot Robbie, Chiwetel Ejiofor e Chris Pine. Se siete riusciti a recuperarlo e avete dubbi sul finale, questo articolo vi chiarirà le idee.
Negli ultimi anni, i mondi distopici hanno iniziato ad emergere dalla loro nicchia di appassionati del genere, prendendo sempre più piede all’interno dell’industria cinematografica, grazie ad adattamenti di romanzi classici e indimenticabili e a recenti best-seller di promettenti autori. In poco tempo, universi paralleli, disastri apocalittici e regimi dittatoriali sulla scia di 1984 hanno invaso e preso possesso di una grossa fetta del panorama audiovisivo, oltre a quello editoriale, generando un crescente pubblico affascinato dalle immense possibilità mostrate e, allo stesso tempo, intimorito da queste società tanto diverse ma così somiglianti a quella in cui attualmente viviamo. Il genere distopico è quindi fortemente in crescita e la maggior parte delle volte raccoglie pareri entusiastici sia dai critici che dagli spettatori.
Nel caso di Sopravvissuti, però, non si è seguita la strada abituale, trattando la pellicola come film d’autore e relegandolo a un pubblico di nicchia. Presentato al Sundance Film Festival in anteprima mondiale, il film era in cantiere da diversi anni, con attori che entravano e uscivano dalle trattative, e nel 2009 lo script era perfino stato inserito nella blacklist delle migliori sceneggiature non ancora prodotte da Hollywood. Solamente nel 2015, la pellicola è riuscita ad arrivare nelle sale con una distribuzione estremamente limitata sul suolo americano e che non ha nemmeno tenuto conto del mercato italiano, nel quale è uscito direttamente in home video. Nonostante questo, Sopravvissuti, ha ottenuto un discreto riscontro da parte della critica seppur un pessimo risultato presso il box office mondiale.
Tratto dal romanzo fantascientifico e post-apocalittico Z for Zacariah di Robert C. O’Brien, il film riprende sommariamente la storia di base per poi introdurre alcune significative differenze nella trama e nella caratterizzazione dei personaggi, richiamando da vicino la pellicola del 1959 intitolata La fine del mondo, in originale The World, the Flesh and the Devil, che indagava gli effetti di una guerra atomica. Anche in quel caso, si trattava di un ballo inquieto circoscritto a soli tre personaggi principali, incaricati di reggere un’intera narrazione suddivisa in atti ben delineati atti a rappresentare i differenti momenti successivi a una catastrofe di tipo nucleare. In maniera inequivocabile ci vengono presentate le conseguenze di un tale disastro, il successivo adattamento dei sopravvissuti e ciò che avviene quando subentra un’inedita variabile nel gioco, rivelandosi come la quiete prima della nuova tempesta che ne seguirà.
Cosa accade in Sopravvissuti? Vediamo la trama del film con Margot Robbie
In un futuro non troppo lontano, un disastro nucleare di proporzioni mondiali ha devastato il pianeta, decimando la popolazione e costringendola a vivere con mezzi di fortuna in bunker sotterranei. La sopravvissuta Ann Burden, interpretata dall’australiana Margot Robbie, vive in un’area rurale di piena campagna, nella fattoria di famiglia, situata nell’unica valle con l’aria ancora respirabile, in quanto è rimasta protetta dalle contaminazioni radioattive grazie alle colline rocciose che circondano il luogo, alle condizioni meteorologiche favorevoli e a un’abbondante riserva d’acqua estrapolata dalle falde del terreno circostante. Un giorno, la ragazza intravede da lontano un altro sopravvissuto alla catastrofe, lo scienziato John Loomis, interpretato da Chiwetel Ejiofor, che, aiutato da alcune medicine specifiche e da una tuta antiradiazioni, è riuscito a percorrere incolume la distanza dal bunker in cui si era rifugiato fino ai confini più sicuri della vallata in cui si trova Ann. Quest’ultima decide di seguire l’uomo per scoprire le sue intenzioni, ritrovandolo in una fonte di acqua contaminata in cui egli si sta facendo il bagno. Dopo un acceso scontro dovuto a una serie di incomprensioni, John inizia a sentirsi male ma, fortunatamente, viene portato dalla ragazza nella sua abitazione e assistito da quest’ultima fino alla completa guarigione.
Dopo diverso tempo, l’uomo riprende pienamente le forze e, gradualmente, diventa parte integrante della routine quotidiana di Ann, facendo sì che tra i due si crei una sorta di complicità e alchimia. John aiuta la sua salvatrice nelle diverse faccende domestiche ma non solo, fornendo dei consigli su come far ripartire il trattore di famiglia, da lungo tempo inutilizzato, con lo scopo di facilitare il completamento di alcuni compiti, come la coltivazione dei semi per ottenere il cibo in vista dell’inverno. Oltre alla semplice cooperazione dettata dalle sfortunate circostanze, tra i due si instaura un vero e proprio rapporto di fiducia, con Ann che si confida anima e cuore a John, raccontando come i suoi genitori e il fratello minore la abbiano lasciata sola a casa per andare alla ricerca di possibili sopravvissuti, senza mai fare ritorno. In seguito, l’uomo progetta un sistema per riparare il generatore che permetterebbe loro di conservare un maggior numero di provviste per la stagione invernale, utilizzando una turbina alimentata dalla sorgente contaminata. Per costruire questa rudimentale ruota idraulica è necessario, però, ricavare il legno dalla Chiesa costruita dal padre di Ann. La ragazza non è favorevole alla proposta sia per il ricordo del genitore sia per il suo credo estremamente radicato, secondo il quale le sembrerebbe di disonorare Dio distruggendo un suo luogo di culto. Nonostante il suo scetticismo, John abbandona la sua idea e il progetto messo in piedi pur di rispettare il punto di vista della giovane.
Con il tempo, i due si avvicinano sempre di più, spingendo il loro rapporto verso una direzione che va oltre la platonica amicizia, sebbene ogni tanto la serenità venga compromessa a causa di accese discussioni in merito alla religiosità di Ann e agli occasionali problemi di alcolismo di John. Nonostante tutto, la solitudine e l’isolamento mantiene la loro relazione ben salda ma, un giorno, l’arrivo di un sopravvissuto di nome Caleb, interpretato da Chris Pine, stravolge improvvisamente la loro esistenza e il ritrovato equilibrio, riponendo tutte le carte in tavola e ricominciando le danze da zero. Secondo quanto il giovane racconta, egli si sarebbe salvato dal disastro in quanto si trovava all’interno di una miniera vicina alla zona e, vagando di contea e in contea, è alla fine arrivato alla vallata di Ann, proprio come aveva fatto John. Caleb è contaminato, sebbene non in maniera grave, e così John gli propone di restare nella loro abitazione un paio di giorni, in modo tale da riprendersi completamente. Ann si abitua subito al nuovo arrivato e sarebbe intenzionata a farlo rimanere a casa sua in maniera permanente, ma John è sospettoso delle reali intenzioni del giovane, oltre che al suo passato e di come egli si sia salvato dalla catastrofe. In aggiunta, Caleb e Ann condividono il loro credo cristiano, in netto contrasto invece con le visioni più nichiliste di John.
Dopo una battuta di caccia al tacchino, i due uomini sembrano però trovare finalmente una sintonia, condividendo anche le negative esperienze del periodo in cui si trovavano alla ricerca di un posto sicuro e degli orrori che entrambi hanno avuto modo di vedere durante il tragitto. A questo proposito, John racconta ad Ann di aver incontrato un ragazzino, appena fuori dalla valle, che lo implorava di aiutarlo a morire, confidandole solo in seguito la sua convinzione che quell’adolescente si trattasse in realtà di suo fratello minore scomparso. Nel frattempo, Caleb riesce a convincere la ragazza a perseguire l’idea della ruota idraulica per rimettere in moto il generatore ed iniziano quindi con la demolizione della chiesa. Notando la forte attrazione creatasi tra i due giovani, John dà il suo consenso ad Ann nel caso entrambi vogliano progredire la loro relazione verso lidi meno platonici, nascondendo la sua rabbia dietro una falsa benedizione. Il punto di non ritorno arriverà proprio in occasione di una cena celebrativa, con Ann e Caleb che decidono di passare oltre la semplice amicizia e John che si abbandona ai fiumi dell’alcol.
Sopravvissuti: la spiegazione del finale
Prevedibilmente, dopo questo incontro romantico tra Ann e Caleb, ulteriori tensioni si scateneranno all’interno del trio in un’atmosfera sinistra e preoccupante che si concluderà con esiti tragici. Tra frasi non dette e sguardi di astio, i lavori continuano per il progetto che alimenterà il generatore, fino a quando un incidente non stravolgerà per sempre gli eventi. Proprio quando il lavoro si è ormai concluso e la ruota ha iniziato a girare, Caleb scivola sulle rocce della sorgente. L’uomo riesce miracolosamente ad aggrapparsi e a risalire, anche grazie all’aiuto della corda di sicurezza che è stata saldamente ancorata a un albero. Quando ormai il pericolo sembra passato e la cima che lo tiene ancorato viene tolta dalla sicura, Caleb scivola una seconda volta, riuscendo però ad aggrapparsi alla corda che viene tenuta solamente da John dal lato opposto. In quell’esatto momento, i due uomini incrociano lo sguardo con il giovane che si ritrova sull’orlo del precipizio.
Subito dopo, ci viene mostrato John che torna alla fattoria da solo e alla domanda di Ann su dove si trovi Caleb, egli risponde che il giovane ha deciso di dirigersi a sud, verso la costa, per trovare un nuovo luogo dove abitare. Alla notizia, la ragazza reagisce male e va alla ricerca di Caleb ma senza alcun successo. La fattoria trova nuova vita grazie al generatore e al congelatore che permetterà ai due di mantenere più provviste per l’inverno. Per risollevarle il morale, John decide quindi di portare l’organo della Chiesa, salvato dalla demolizione, nel fienile della fattoria cosicché Ann lo possa usare quando preferisce e, allo stesso tempo, abbia un ricordo dell’edificio distrutto. Il film si conclude con i due che si scambiano degli sguardi, mentre la ragazza suona un inno liturgico e lo scienziato che la ascolta pensieroso.
Sopravvissuti – La fine di Caleb nel film
Ma cos’è successo quindi a Caleb? È veramente andato per la sua strada dopo aver completato il progetto comune oppure John ha deciso di mollare la presa? Il finale così mostrato lascia spazio a due differenti interpretazioni, l’una speculare dell’altra. La versione più realistica è sicuramente la seconda, ossia che John abbia finalmente scelto di liberarsi di Caleb dopo che il lavoro era ormai stato portato al termine. D’altronde il ragazzo non era più di alcun utilità, anzi rappresenta un avversario per le attenzioni di Ann. Considerato come, durante l’ultima parte della pellicola, in più di un’occasione sia stato rimarcato il fatto che John sia una persona estremamente gelosa, soprattutto perché vorrebbe la giovane tutta per sé, rende chiaro come questa sia una spiegazione fortemente plausibile e altamente auspicabile. Oltre a questo, sembra poco probabile che Caleb abbia deciso di andarsene senza nemmeno salutare la ragazza, mentre lo sguardo che Ann e John si scambiano sul finale sembra proprio esplicitare come quest’ultima sappia, in realtà, che cosa sia veramente successo all’altro sopravvissuto.
Per gli ottimisti, però, c’è anche un’altra versione legata alla spiritualità, che si legherebbe perfettamente al tema della religione, più volte rievocato nel corso del film. Per cogliere questa interpretazione è però necessario ricordare una storia presente nella Bibbia. Un importante personaggio compare nella storia d’Israele al primo arrivo degl’Israeliti, dopo l’esodo dall’Egitto, alle porte della Palestina. Secondo il racconto, in quell’occasione Mosè scelse da ciascuna tribù uno fra i principi o capi, per inviarlo all’esplorazione del paese di Canaan: l’eletto per la tribù di Giuda fu, appunto, un giovane di nome Caleb. Quest’ultimo compì l’impresa di entrare nella terra promessa, l’unico a riuscirci insieme al suo compagno di viaggio Giosuè. Il nome scelto per questo personaggio ha quindi un forte richiamo religioso e si potrebbe pensare che questo rimando fortifichi l’idea che il ragazzo si sia veramente diretto verso sud, alla ricerca di altre persone sopravvissute al disastro. Oltremodo, è infatti poco chiaro il motivo che spingeva Caleb a spostarsi costantemente da un luogo all’altro, come se stesse ricercando qualcosa o, più probabilmente, qualcuno. È da considerare, infine, anche la differente reazione alla contaminazione da parte di Caleb rispetto a John. Mentre il primo, senza alcuna tuta protettiva, è rimasto in viaggio in terre contaminate per circa un anno, l’altro, dopo un semplice bagno in una sorgente ha quasi rischiato di morire. Queste erano forse delle semplici sviste sul piano della sceneggiatura oppure si trattavano, al contrario, di un segnale verso un’interpretazione più profonda del finale?