Southpaw – L’ultima sfida: il finale del film con Jake Gyllenhaal
Southpaw – L’ultima sfida è un dramma dove Jake Gyllenhaal ha dato prova della propria bravura. Un finale intenso che racconta il riscatto di un campione.
Southpaw – L’ultima sfida è un film drammatico del 2015 diretto da Antoine Fuqua (The Equalizer, I Magnifici 7) scritto da Kurt Sutter e interpretato da Jake Gyllenhaal, Forest Whitaker e Rachel McAdams. E’ stato uno degli ultimi film la cui colonna sonora è stata scritta da James Horner: sia la pellicola che l’album della colonna sonora, sono dedicati alla sua memoria.
Billy “The Great” Hope è un pugile professionista che vive a New York City con sua moglie Maureen (Rachel McAdams) e la loro figlia Leila. Lo stile di combattimento di Billy spesso lo lascia sconfitto e ferito. Dopo un incontro che gli stava costando la salute, viene convinto da Maureen a ritirarsi prima che diventi un vegetale. Durante un evento di beneficenza il pugile Escobar minaccia Billy, scatta una rissa e Maureen viene accidentalmente uccisa da un colpo di pistola. Sceso in un baratro senza via di fuga, Billy affoga la propria frustrazione in alcol e droghe, dimenticandosi anche di fare il padre: per questo motivo, perde la custodia di Leila che viene affidata all’agente Angela Rivera per i servizi di protezione dei minori. Sarà il buon vecchio Titus “Tick” Wills a ridare forza e speranza a Billy che, nel ricordo di Maureen, farà di tutto per riprendersi la figlia e il titolo di campione.
Southpaw – L’ultima sfida: l’analisi del finale
Southpaw – L’Ultima Sfida è una sorta di Rocky con più dramma e meno “smancerie”. Il perbenismo dello Stallone italiano – che con Creed II recentemente uscito nelle sale cinamatografiche, pare abbia completato il proprio ciclo di vita – è sostituito dalla grinta di Billy, un uomo che ama essere l’unico e il solo campione. Sebbene la pellicola abbia al suo interno dei forti richiami a Rocky (e proprio la parola Southpaw appare nella targa della macchina di Stallone in Rocky IV) per non parlare della preparazione pre-match tra bende, guantoni e moglie-chioccia in primo piano, la pellicola di Fuqua vuole soffermarsi sulla figura dell’individuo sconfitto, ma non dentro il ring, bensì fuori.
Southpaw – L’ultima sfida: recensione
Billy è un uomo che da sempre è stato abituato a vincere, ma sembra perdere la sfida più importante, quella con la vita, che dall’oggi al domani gli ha tolto l’amore non solo della moglie, ma anche quello della figlia. Istintivo e aggressivo, Billy ha uno stile di vita incontrollato e, a differenza di Rocky, poco razionale. Provoca e quando invece viene provocato, diventa inarrestabile e furioso: il ragazzo conserva un rancore nei confronti di tutto e tutti, un tormento che solo la boxe riesce, in qualche modo, ad alleviare.
In molti avranno notato che Billy Hope è la versione più aggressiva di Adonis Creed: entrambi cresciuti in istituti, dove hanno imparato presto a difendere la propria dignità a suon di pugni. Il finale di Southpaw, però, è una celebrazione alla vita che si rinnova e che, in qualche modo, riserva anche belle sorprese.
La pellicola termina con un Billy Hope che ritrova il suo “io” dopo aver toccato decisamente il fondo. Quello che il pugile – interpretato magistralmente da Jake Gyllenhaal – riesce a fare è un viaggio introspettivo alla ricerca del proprio io, una ricerca interiore che porta inevitabilmente ad un epilogo felice, tra le braccia della propria figlia e, di nuovo, la vittoria sul ring che sa tanto di vendetta personale.