Spider-Man: le scene migliori da Sam Raimi a Far From Home
Il meglio di Spider-Man in 32 scene. Ecco le migliori da Spider-Man del 2002 di Sam Raimi a Spider-Man: Far From Home del 2019. Rivedile qui!
Negli ultimi diciassette anni, il cinecomic è cambiato e si è evoluto di pari passo con l’innovazione tecnologica, proponendo narrazioni sempre più immersive e franchise sempre più stratificati e transmediali, raggiungendo anche la soglia del cinema che conta e delle candidature agli Oscar. L’unica costante lungo tutto questo tempo è la presenza del tessiragnatele più amato della cultura popolare – Spider-Man infatti – con la trilogia di Sam Raimi dipanatasi tra il 2002 e il 2007 e il meno fortunato franchise-reboot tra il 2012 e il 2014 (poi annullato), ha fatto la fortuna della Sony, riuscendo da solo a ottenere incassi al botteghino all’altezza degli X-Men della Fox e dell’intera Fase 1 della Marvel. Poi l’approdo nell’MCU, l’Homecoming, l’aver preso parte alla Infinity War e la nuova natura animata nello Spider-Verse.
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Diciassette anni, undici pellicole, e i volti di Tobey Maguire e Andrew Garfield prima, e Tom Holland e Shameik Moore adesso, per dar vita a Spider-Man, l’eroe Marvel con cui è sempre stato più facile entrare in sintonia per la sua natura da adolescente timido e bullizzato, divenuto poi un grande uomo e un grande eroe.
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Le Torri Gemelle in Spider-Man (2002) di Sam Raimi
In realtà la prima scena che inseriamo non è esattamente una scena, piuttosto il primissimo trailer di Spider-Man (2002) uscito nell’estate del 2001 – pochi mesi prima dell’attentato dell’11 Settembre 2001 e che mostrava Spidey intento a intrappolare dei rapinatori tra le Torri Gemelle con una gigantesca ragnatela. Dopo la tragedia di quel nefasto Settembre, la scena venne tagliata dalla versione definitiva del film perché ritenuta inevitabilmente di cattivo gusto e triste, ma è possibile tutt’oggi vederla tra le scene tagliate delle edizioni home-video del film.
“Da un grande potere derivano grandi responsabilità” in Spider-Man (2002) di Sam Raimi
Il momento più alto ed emotivo della saga di Spider-Man – cinematografica e non – la morte di Zio Ben (interpretato da Cliff Robertson), unica figura paterna che abbia avuto in vita e il senso di colpa per non aver fatto nulla per fermare per tempo l’assassino di suo zio, spinge Peter (interpretato da Tobey Maguire) ad accettare finalmente la responsabilità del suo grande potere di ragno, per combattere le ingiustizie.
Spider-Man vs Green Goblin in Spider-Man (2002) di Sam Raimi
Il Primo Duello tra Spider-Man e Green Goblin da Spider-Man (2002) di Sam Raimi – Alla Festa dell’Unità Mondiale, Norman Osborn/Green Goblin (interpretato da Willem Dafoe) semina il panico uccidendo il CdA della Oscorp che lo ha estromesso, e attentando alla vita di Mary-Jane Watson (interpretata da Kirsten Dunst) e dello stesso Harry (interpretato da James Franco); ci penserà Peter/Spider-Man a salvare la situazione, lì come reporter per conto del Daily Bugle. Da segnalare in un breve frame il primo leggendario cameo cinematografico di Stan Lee.
Spider-Man e la Casa Infuocata da Spider-Man (2002) di Sam Raimi
Uno dei momenti più alti della trilogia di Spider-Man di Sam Raimi è certamente il secondo confronto tra Spider-Man e Green Goblin in una casa arsa da un incendio appiccato dallo stesso Green Goblin per attirare l’attenzione di Spidey. La scena racchiude uno snodo narrativo importantissimo, visto che la successiva sequenza del pranzo del Ringraziamento svelerà a Norman Osborn il segreto “ragnesco” di Peter Parker.
Il bacio tra Peter e Mary-Jane da Spider-Man (2002) di Sam Raimi
Premiato con il Miglior Bacio agli Mtv Movie Awards 2003, l’iconica sequenza tra Spider-Man e Mary-Jane dopo che quest’ultima viene salvata da un tentativo di stupro da parte di una gang di rapinatori, ha fatto la storia del cinema e la fortuna di molti innamorati entrando di diritto nell’immaginario collettivo della cultura popolare. Il bacio assumerà un valore narrativo importante, visto che nel finale Peter e Mary-Jane se ne scambieranno un altro al funerale di Norman Osborn/Green Goblin, svelando per la prima volta a qualcuno la sua identità segreta.
“Siamo ciò che scegliamo di essere” in Spider-Man (2002) di Sam Raimi
Il machiavellico piano di Green Goblin prende vita, costringendo Spider-Man a una scelta impossibile, se salvare la donna che ama o dei ragazzini innocenti. In una sequenza segnata dalla frase – “noi siamo ciò che scegliamo di essere” – Spider-Man sceglie di essere un eroe immolandosi per salvare la vita di entrambi grazie all’aiuto del “fuoco di copertura” dei cittadini di New York sul Ponte di Brooklyn.
“Può pagare anticipato?” in Spider-Man 2 (2004) di Sam Raimi
La vera bellezza della trilogia di Spider-Man di Sam Raimi va ben oltre lo Spider-Man di Tobey Maguire, piuttosto nel cast di primissimi attori come comprimari, tra questi il futuro Premio Oscar al Miglior Attore Non Protagonista 2015 per Whiplash (2014) – JK Simmons – nei panni del Direttore del Daily Bugle – J.Jonah Jameson; qui nel suo momento più iconico, tanto da essere tutt’oggi una gif di tendenza. Il personaggio di Jameson tra l’altro, tornerà in Spider-Man: Far From Home, interpretato sempre da JK Simmons, seppur in una versione “aggiornata” rispetto a quello visto in Spider-Man (2002).
Il duello sulle rotaie tra Spidey e Doc Ock in Spider-Man 2 (2004) di Sam Raimi
Il secondo duello tra Spider-Man e Doc Ock (interpretato da Alfred Molina) è una delle sequenze mozzafiato entrate di diritto nella storia del cinema, tra un folle treno in corsa e uno Spider-Man pronto a uno sforzo sovrumano per salvare i passeggeri. La scena è ritenuta una delle più rilevanti del cinefumetto pre-MCU e dell’intera saga di Spider-Man, tanto da essere omaggiata in Spider-Man: Homecoming (2016) con protagonista stavolta un battello tagliato in due da un attentato terroristico dell’Avvoltoio (interpretato da Michael Keaton).
L’Ultimo Volo in Spider-Man 2 (2004) di Sam Raimi
Al di là dei limiti tecnologici dell’epoca, ma ciò che colpiva maggiormente nella trilogia di Spider-Man di Sam Raimi, erano l’accoppiata “colonna sonora + scene di volo” che puntualmente rappresentavano la sequenza di chiusura della pellicola. Quella di Spider-Man 2 (2004) dopo che Mary Jane sceglie di stare con Peter a pieno titolo, resta la più iconica, e “liberatoria”.
“Ti perdono” in Spider-Man 3 (2007) di Sam Raimi
L’ultimo capitolo della trilogia di Spider-Man di Sam Raimi ha enormi e conclamati difetti tra cui un Venom (interpretato da Topher Grace) deludente e mal gestito – se si considera il peso specifico del personaggio nella saga fumettistica soprattutto – e un Harry Osborn/New Goblin, inserito in una narrazione pasticciona e frettolosa dove si cercò di puntare tutto su un maggior numero di villain come fosse sinonimo di spettacolarizzazione. L’enorme pregio però è la presenza di un villain come Flint Marko/Uomo Sabbia (interpretato da Thomas Haden Church), finito negli anni un po’ nel dimenticatoio e su cui originariamente il film era incentrato. Un villain “umano” che affonda le radici nella mitologia e nei traumi dello Spider-Man di Raimi, e che in una scena come questa dimostra quanto fosse necessaria e preziosa la sua presenza.
Diventare Spider-Man in The Amazing Spider-Man (2012) di Marc Webb
Il primo capitolo dello sfortunato franchise-reboot della trilogia di Sam Raimi, meglio noto come The Amazing Spider-Man rappresenta di fatto la seconda origin story sull’Amichevole Spider-Man di Quartiere nell’arco di dieci anni puntando i fari sul rapporto tra Peter Parker/Spider-Man (interpretato da Andrew Garfield) e Gwen Stacy (interpretata da Emma Stone) – personaggio quest’ultimo, bistrattato nella trilogia dei primi anni duemila. Nella sequenza in questione vediamo i tentativi di Peter di creare i gadget e il costume – dal design ispirato allo Spider-Man di Alex Ross – con cui accettare a pieno titolo il proprio potere e le relative responsabilità.
Raggiungere Lizard in The Amazing Spider-Man (2012) di Marc Webb
Gravemente ferito dopo l’ultimo scontro con Lizard/Dr. Curt Connors (interpretato da Rhys Ifans), Spider-Man cerca in tutti i modi di raggiungere la torre per impedire il folle piano di mutazione genetica dell’allora Dr. Connors – nel farlo, in questa sequenza suggestiva e a sette anni di distanza ancora accattivante, Spider-Man viene aiutato dall’intera città, a dimostrazione che il suo essere un Amichevole Spider-Man di Quartiere ha sortito i suoi effetti nel quartiere.
Spider-Man incontra Electro in The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro (2014) di Marc Webb
Il secondo capitolo dello sfortunato franchise-reboot della trilogia di Sam Raimi – The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro (2014) – pur essendo un progetto cinematografico riuscito ad auto-affossarsi con le proprie mani – per le stesse ragioni di Spider-Man 3 (2007) – possiede qualche guizzo nel proprio arsenale – uno fra questi è la precisa scelta cromatica “fumettosa” che nella sequenza in cui Spider-Man incontra per la prima volta la sua nemesi – Electro (interpretato da Jamie Foxx) – diventa quasi il valore aggiunto.
Spider-Man vs Electro in The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro (2014) di Marc Webb
Sempre per via del discorso sopracitato sulla scelta cromatica “fumettosa” del secondo capitolo dello sfortunato franchise-reboot della trilogia di Sam Raimi – The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro (2014) – il duello tra Spider-Man ed Electro nella centrale elettrica di New York a ritmo di electro-pop resta ad oggi uno dei più suggestivi a livello visivo, valorizzando al massimo i colori e facendo così risplendere il blu elettrico artificiale dei raggi di Electro.
La Morte di Gwen in The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro (2014) di Marc Webb
Altro elemento positivo nel secondo capitolo dello sfortunato franchise-reboot della trilogia di Sam Raimi – The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro (2014) – è l’esser riusciti a trasferire il pathos di uno dei momenti più struggenti della saga a fumetti di Spider-Man – tanto da scioccare la comunità all’epoca più della morte del Captain Marvel originale Mar-Vell per cancro : la morte involontaria di Gwen Stacy per mano dello stesso Spider-Man durante il duello con Green Goblin (interpretato da Dane DeHaan).
Spiderkid vs Rhino da The Amazing Spider-Man 2: Il Potere di Electro (2014) di Marc Webb
Il finale aperto del secondo capitolo del franchise-reboot della trilogia di Sam Raimi è un’adorabile entrata in scena di Spider-Man per salvare un bambino pronto a tutto per salvare la città da Rhino (interpretato da Paul Giamatti). A seguito di questa pellicola, progettata chiaramente come un “film di mezzo” di una trilogia a livello narrativo – un po’ come nel caso de L’Impero Colpisce Ancora (1980), il franchise venne chiuso per il flop al botteghino, spianando definitivamente la strada al ritorno a casa Marvel di Spider-Man.
“No More Origin Story” in Captain America: Civil War (2016) di Anthony e Joe Russo
L’introduzione di Spider-Man (interpretato da Tom Holland) nel Marvel Cinematic Universe avviene in modo insolito per un nuovo supereroe, semplicemente in medias res – scelta dettata dalla necessità di non dover più affrontare l’origin story di Spidey (su cui tra l’altro i protagonisti scherzano su), permettendo così di non creare l’ambiente narrativo del personaggio per poi introdurlo lentamente, ma di inserirlo in un universo narrativo già ben conclamato, per poi creargli spazio di pellicola in pellicola. Nella scena in questione, Tony Stark/Iron Man (interpretato da Robert Downey Jr) fa la conoscenza della “riveduta e ringiovanita” Zia May (interpretata da Marisa Tomei) con un pretesto, per poi gettare la maschera dinanzi a “Spiderino”.
BIMBORAGNO! in Captain America: Civil War (2016) di Anthony e Joe Russo
L’entrata nel campo di battaglia di Spider-Man all’urlo di “BIMBORAGNO!” (underoos in versione originale), è un acrobatico salto dopo aver acciuffato lo scudo di Captain America (interpretato da Chris Evans), schierandosi al fianco di Iron Man e il suo team. Spider-Man si trova così a doversi destreggiare, in una guerra non sua, tra l’approvazione di Tony Stark, e la causa di Steve Rogers/Captain America (interpretato da Chris Evans), in una delle sequenze action – quella dell’aeroporto di Monaco – più suggestive del cinema di genere degli ultimi vent’anni.
L’Amichevole Spider-Man di Quartiere da Spider-Man: Homecoming (2017) di Jon Watts
Quel che è sempre mancato nei film precedenti di Spider-Man era il mai mostrare il quartiere di quello che dovrebbe essere un “Amichevole Spider-Man di Quartiere”, soffermandosi nel rapporto tra Spidey e la città di New York senza mai ragionare in piccolo e nella dimensione di un supereroe a misura di cittadino. In tal senso Spider-Man: Homecoming (2017) ci riesce benissimo, tra gag esilaranti e… dite la verità, non avreste mai immaginato di vedere Spider-Man aiutare una vecchietta ad attraversare la strada, vero?
Spider-Man e Iron Man salvano la situazione da Spider-Man: Homecoming (2017) di Jon Watts
Il voler dimostrare a tutti i costi di essere un eroe all’altezza del suo mentore – Tony Stark – spinge Spider-Man in una situazione rischiosa a seguito di un attentato dell’Avvoltoio e della sua banda, che solo Iron Man sarà in grado di risolvere. La sequenza del traghetto, come dicevamo precedentemente, è fortemente rievocativa dell’iconica scena del treno di Spider-Man 2 (2004) con Doc Ock a seminare il panico sulla Metropolitana di New York.
Spider-Man vs Avvoltoio in Spider-Man: Homecoming (2017) di Jon Watts
Uno Spider-Man depotenziato del costume dal proprio mentore – in felpa e tuta – affronta da solo una minaccia non da poco come l’Avvoltoio e la sua armatura volante super-tecnologica, a dimostrazione del vecchio adagio “l’abito non fa il monaco”. Ne viene fuori un duello interessante che non ha nulla a che vedere con quanto visto nelle pellicole precedenti (dove s’è sempre dimostrato un abilissimo stratega) – Spider-Man infatti è del tutto passivo dinanzi allo strapotere del suo avversario, cercando semplicemente di salvargli la vita evitando il peggio – insomma, di essere un vero eroe.
Peter il nuovo Avenger, o no? in Spider-Man: Homecoming (2017) di Jon Watts
Tony invita Peter nella nuova dimora degli Avengers per insignirlo della nomina ufficiale di Avenger e di una nuova armatura, l’Iron Spider (che rivedremo in Avengers: Infinity War). Le cose prenderanno una piega inaspettata, Peter infatti vuole continuare a essere un Amichevole Spider-Man di Quartiere piuttosto che accettare una nuova dimensione su vasta scala – dimostrando umiltà e dei valori non comuni a tutti i supereroi.
La nuova armatura di Spider-Man in Avengers: Infinity War (2018) di Anthony e Joe Russo
Spider-Man si lancia nello spazio per salvare Doctor Strange (interpretato da Benedict Cumberbatch) dagli sgherri di Thanos, ma nello spazio c’è poco ossigeno, fortunatamente Iron Man pensa bene di dare un potenziamento niente male al proprio protetto: nasce Iron Spider – già apparsa brevemente in Spider-Man: Homecoming (2017) – che i fan dei fumetti ricorderanno come il potenziamento che Tony Stark crea per provare a convincere un trentenne Peter Parker ad abbracciare la sua causa durante Civil War.
Spider-Man e Aliens in Avengers: Infinity War (2018) di Anthony e Joe Russo
Per salvare Doctor Strange dalle grinfie di Fauce d’Ebano (interpretato da Tom Vaughan-Lawlor) e provare a ritornare sulla Terra anziché finire su Titano, Iron Man e Spider-Man combinano un piano figlio di “quel vecchissimo film” che è Aliens (1985) di James Cameron e precisamente di come Ellen Ripley (interpretata da Sigourney Weaver) neutralizzerà definitivamente la Regina.
La “morte” di Peter in Avengers: Infinity War (2018) di Anthony e Joe Russo
“Non mi sento molto bene, non so che mi succede […] Non voglio morire signore, non voglio morire” da Avengers: Infinity War (2018) di Anthony e Joe Russo è la causa degli effetti dello Schiocco di Thanos (interpretato da Josh Brolin) colpiscono anche Spider-Man, in una forte sequenza emotiva in cui Tony Stark si trova impietrito nel vedere Peter dissolversi davanti a lui; visto il senso di ragno, non è facile immaginare in che modo l’Amichevole Spider-Man di quartiere abbia potuto avvertire gli effetti del maleficio di Thanos.
La Morte di Spider-Man da Spider-Man: Into The Spider-Verse (2018) di Bob Persichetti
Quanti sono i film nella storia del cinema capaci di iniziare con la morte del protagonista dopo appena una decina di minuti? Probabilmente nessuno. Lo fa però Spider-Man: Into The Spider-Verse (2018), con un momento toccante dove lo Spider-Man di Earth 616 (interpretato da Chris Pine) viene annientato dagli effetti del piano malefico di Kingpin (interpretato da Liev Schreiber); nei suoi ultimi istanti di vita indica la via al giovane Miles Morales (interpretato da Shameik Moore), nominandolo suo erede spirituale in difesa della città. Inizia così il viaggio dell’eroe.
Il mio nome è Peter B.Parker da Spider-Man: Into The Spider-Verse (2018) di Bob Persichetti
Il ruolo di mentore in Spider-Man: Into The Spider-Verse (2018) nel viaggio dell’eroe di Miles e nella scoperta dei suoi poteri, spetta a Peter B.Parker (interpretato da Jake Johnson), variante “parallela” del Peter Parker originale in declino fisico dopo che la sua vita è andata in frantumi per via del divorzio con Mary-Jane Watson. La B nel mezzo non è soltanto un omaggio a Zio Ben, piuttosto un riferimento implicito alla Saga Del Clone e a Ben Reilly/Ragno Rosso.
Spider-Gwen entra in scena da Spider-Man: Into The Spider-Verse (2018) di Bob Persichetti
L’ingresso in scena di Spider-Gwen/Gwen Stacy (interpretata da Hailee Steinfeld) in Spider-Man: Into The Spider-Verse (2018) è un inaspettato deus ex-machina nel bel mezzo del training di Spider-Man/Peter B. Parker e Spider-Man/Miles Morales in una missione non da poco. In tal senso è interessante il meccanismo narrativo con cui vengono proposti e introdotti i personaggi, una breve e immediata origin story che attinge a piene mani dalla storia editoriale di riferimento.
“Da un grande potere derivano grandi responsabilità 2.0” da Spider-Man: Into The Spider-Verse (2018) di Bob Persichetti
Nel cinecomic più scanzonato e brillante degli ultimi anni, dopo aver perso suo zio Aaron/Prowler (interpretato da Mahershala Ali), Miles accetta finalmente il suo ruolo di nuovo Spider-Man in una sequenza suggestiva dal grande impatto visivo. Spider-Man andrà così ad unirsi alle sue altre “versioni” del Multiverso nella battaglia finale contro il potentissimo Kingpin e il suo macchinario per sbloccare i multiversi nel tentativo (vano) di riportare a casa sua moglie e sua figlia da un universo parallelo.
Spider-Man (Miles) vs Kingpin da Spider-Man: Into The Spider-Verse (2018) di Bob Persichetti
L’atto conclusivo di Spider-Man: Into The Spider-Verse (2018) è un duello senza esclusione di colpi tra Spider-Man/Miles e un Kingpin assetato di vendetta dopo aver visto il suo piano fallire e gli interi multiversi collassare tra loro. Senza Spider-Men in aiuto – tutti tornati nel proprio universo d’origine – Miles troverà finalmente la sua strada, accettando il suo destino di Spider-Man di Earth-616.
L’Abbraccio tra Iron Man e Spider-Man in Avengers: Endgame (2019) di Anthony e Joe Russo
Nel mezzo della battaglia per il destino del mondo, Peter e Tony si riuniscono dopo gli eventi di Avengers: Infinity War (2018) in un abbraccio in cui Iron Man fa finalmente pace con il senso di colpa d’aver lasciato “morire” su Titano il suo protetto/figlio che fino ad allora non aveva mai avuto. Sarà Spider-Man – dopo lo Schiocco dell’Infinito di Iron Man che salverà l’Universo – a capire che quelli sarebbero stati gli ultimi minuti di vita del suo amico/padre che non ha mai avuto.
Spider-Man vs Mysterio in Spider-Man: Far From Home (2019) di Jon Watts
L’atto finale di Spider-Man: Far From Home – diretto da Jon Watts – secondo capitolo della saga di Spider-Man nel Marvel Cinematic Universe – qui la recensione – è uno dei momenti più alti dell’intera Fase 3. L’attentato di Quentin Beck/Mysterio (interpretato da Jake Gyllenhaal) sul Tower Bridge di Londra raggiunge il culmine nella morte improvvisa dello stesso Quentin Beck ad opera di uno dei suoi “droidi-Elementali”. La prima scena post-credit dimostrerà gli spaventosi effetti della dipartita di Mysterio – un attacco mediatico del Dailybugle.com nella persona di J.Jonah Jameson (interpretato nuovamente da JK Simmons), che smaschera Spidey in diretta mondiale, e lo accusa di aver ucciso intenzionalmente l’ex-ingegnere delle Stark Industries.