Still Alice: il significato del finale del film con Julianne Moore
Still Alice, nonostante la tragicità della sua conclusione, riesce a lanciare con forza il suo messaggio d'amore ed un bagliore di speranza.
Still Alice è il film che ha incoronato la sua attrice protagonista, una meravigliosa e toccante Julianne Moore, con il premio Oscar nel 2015. È un dramma co-diretto da Wash Westmoreland e Richard Glatzer sul tema della malattia e di come questa costringa inesorabilmente l’individuo a ristabilire le proprie priorità e trovare una nuova identità (qui la nostra recensione). Forte di un cast stellare, ai più alti livelli, la pellicola vanta la presenza della Moore, affiancata da una bravissima e delicata Kristen Stewart e da Alec Baldwin.
Still Alice: un film che, nonostante l’epilogo tragico, celebra l’amore con speranza
Il finale è immaginabile già fin dall’inizio del film: parlando di Alzhaimer, non ci si può di certo aspettare un happy ending. Still Alice, però, nonostante la tragicità e il dramma che lo concludono, riesce a lanciare con forza il suo messaggio d’amore con un bagliore di speranza. Il film parla, infatti, d’amore: una forza che nemmeno la più devastante delle malattie può intaccare. L’amore capace di forgiare la vera, immodificabile essenza ed identità dell’individuo.
D’altronde, tutti i film mai scritti e recitati sono sull’amore: alcuni lo rendono più esplicito, altri meno. Da Il Padrino, a Schindler’s List, a Alla Ricerca di Nemo; dai più grandi film gangster alle commedie romantiche, ogni storia raccontata è una storia d’amore. Che sia il sacrificio mitico fatto per l’amore della famiglia, l’amore come bene superiore che esula l’individuo in favore della collettività o l’amore che vince su ogni disgrazia e opposizione,.
In questo caso l’amore forgiato è quello tra madre e figlia. È a causa della malattia di Alice, che lei e la figlia si riuniscono: inizialmente antagoniste, in quanto studiosa linguista una e attrice l’altra, riusciranno a capirsi attraverso il percorso della madre che, non potendo più contare sulla memoria e sul linguaggio, sarà costretta ad affidarsi alla guida delle emozioni, proprie del repertorio della figlia. Sarà quindi proprio Lydia a insegnare alla madre la supremazia del cuore sulla memoria e a guidarla nel suo profondo.
Still Alice: l’amore madre-figlia come metafora della supremazia del cuore sulla memoria
Come recita nell’epilogo finale il personaggio interpretato da Kristen Stewart:
Perché niente è perso per sempre. In questo mondo c’è una sorta di progredire doloroso. Desideriamo ciò che abbiamo lasciato indietro e sogniamo ciò che è avanti, o almeno credo che sia così.
Alice riesce a rimanere Alice solo abbandonandosi al presente, solo capendo di dover vivere il momento, così com’è. E diventano allora simboliche anche la spiaggia e la casa sul mare, luoghi-simbolo di abbandono e libertà, di vita, di consapevolezza, che diventeranno la sua nuova casa, contrapposti alla vecchia casa di New York, nella grande metropoli in cui viveva all’inizio del film, quando era ancora sana ma meno ricca emotivamente, simbolo di inconsapevolezza, caos e routine.
Still Alice ha nel cast anche Kate Bosworth ed Hunter Parrish, nel ruolo degli altri figli della protagonista. È l’adattamento cinematografico del romanzo della scienziata Lisa Genova, dal titolo Perdersi (in originale, Still Alice), del 2007.