The Butler: la storia vera di un maggiordomo alla Casa Bianca
The Butler racconta la storia vera di Eugene Allen. È lui l'uomo che ha ispirato il film di Cecile Gaines in The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca.
Per trentaquattro anni Eugene Allen lavora come maggiordomo alla Casa Bianca, un uomo di colore in un periodo e in un paese all’insegna della segregazione razziale. La sua storia è al centro del film del 2013 diretto da Lee Daniels (produttore della rivista Empire e regista di Precious), The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca.
Determinare quale parte del film sia basato su fatti reali e quale invece sia stata aggiunta per ottenere un maggior effetto drammatico, tuttavia, si rivela fin da subito un compito difficile. Di seguito abbiamo provato a fare maggiore chiarezza, riassumendo i momenti salienti di una vita all’ombra del potere.
The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca è una storia vera, quella di Eugene Allen
In The Butler, Daniels rimpiazza il vero Allen con un personaggio di finzione: Cecil Gaines (qui nell’intensa interpretazione di Forest Whitaker), cresciuto in una piantagione della Georgia degli anni ‘20, fin da bambino viene impiegato come domestico nelle case dei bianchi.
Sostanzialmente appagato dal proprio lavoro, Cecil approda a Washington e, qui, raggiunge l’insperata carica di maggiordomo alla Casa Bianca.
Mentre tutto intorno esplode la protesta afro-americana, il suo primogenito, Charles, decide di lottare per la propria gente, prima pacificamente, al fianco di Martin Luther King, poi ‘armandosi’ nelle fila di Malcolm X. Ripudiato il figlio, colpevole di non essere rimasto al suo posto, Cecil continua a servire i presidenti fino al 1986, passando per otto diverse amministrazioni, da Eisenhower, a Kennedy, Nixon e Reagan.
In una dialettica costante, The Butler intreccia e alterna la dimensione pubblica con quella privata, passando dalla storia collettiva degli americani (in cui rientrano il sit-in di Greensboro, i Freedom bus, l’attentato a Kennedy, la morte di Martin Luther King, la guerra in Vietnam) alle tragedie intime del protagonista.
Arrivato nelle sale di tutto il mondo dopo il Django Unchained di Tarantino e il Lincoln di Spielberg e prima di 12 anni schiavo di Steve McQueen, The Butler dialoga con queste opere, riprendendone temi e suggestioni e aggiungendo un altro tassello al grande affresco di una nazione divisa tra libertà e violenza.
Dai campi della Georgia fino all’elezione di Obama, il punto di vista privilegiato di Eugene Allen diventa il trampolino di lancio che permette al regista di affrontare le questioni riguardanti la razza e i diritti della popolazione di colore lungo tutti gli anni ’60, ’70 e ’80.
Un percorso di lettura critica della storia americana che Daniels porta avanti dopo il precedente Precious.
Il risultato, tuttavia, è un film largamente di finzione, molto lontano dall’atteso biopic.
Eugene Allen: l’uomo dietro The Butler
Secondo un articolo apparso nel 2008 sul Washington Post e intitolato A Butler Well Served By This Election, fonte di ispirazione principale per il film, Allen sarebbe nato nel 1919 in una piantagione della Virginia. Arriva a Washington durante la Grande Depressione. Nel film invece Cecil Gaines cresce in una piantagione di cotone a Macon, in Georgia, dove i suoi genitori si attirano le ire dei padroni bianchi per cui lavorano.
A Washington, Allen conobbe sua moglie, Helene, durante una festa. La coppia presto convola a nozze e i due hanno un figlio, Charles Allen.Nel film, invece, Gaines conosce sua moglie Gloria (Oprah Winfrey) nell’hotel dove entrambi lavorano prima che Gaines ottenga l’impiego presso la Casa Bianca. La coppia, inoltre, ha due figli, Charles e Louis.
Sarebbe poi stata una conoscente a parlare ad Allen di una posizione aperta alla Casa Bianca nel 1952. Il futuro maggiordomo fino a quel momento era impiegato in un country club di Washington. Ottenuto il nuovo posto nella residenza presidenziale, inizia però a lavorare come “pantry man”, una sorta di addetto alla dispensa. Solo qualche anno dopo diventa “butler”, cioè valletto o maggiordomo.
Sarebbe veritiero, invece, l’aneddoto secondo cui, come Gaines nel film, sorpreso nelle cucine dalla notizia dell’omicidio a Dallas di JFK, Allen avrebbe ricevuto una delle cravatte del presidente come regalo da parte della stessa signora Kennedy.
Invitato al funerale del presidente, il maggiordomo sarebbe rimasto stoicamente al suo posto alla Casa Bianca, pronto a servire i partecipanti al funerale dopo il loro ritorno dalla funzione.
In pensione dal 1986, Eugene, insieme alla moglie, supporterà Barack Obama durante la campagna presidenziale. Helen, però, sarebbe morta prima della vittoria del candidato democratico nel 2008. In seguito il commosso ex maggiordomo avrebbe ricevuto un invito direttamente dal presidente neo eletto per assistere alla cerimonia del giuramento.