The Expatriate: la spiegazione del finale del film con Aaron Eckhart

Aaron Eckhart e Liana Liberato danno prova di essere una straordinaria coppia padre-figlia in Erased, anche se significa combattere contro la CIA.

The Expatriate- In fuga dal nemico, è un thriller del 2012 diretto da Philipp Stolzl, che è ormai entrato nel mondo dei classici film di spionaggio, imperdibili sia al cinema che in TV. Prodotto con un budget di 12 milioni di dollari e girato in set sia europei (Belgio) che canadesi, The Expatriate mescola un intricato rapporto padre-figlia ad un evergreen del cinema americano: lo spionaggio internazionale.

Così su due piedi potrebbe sembrare il classico film di azione senza esclusione di colpi, ed in un certo senso lo è, ma aggiungendo quel tocco in più del quotidiano: una ragazza adolescente alle prese con un rapporto complicato con un padre assente a causa del lavoro. Ad interpretare il ruolo dei protagonisti sono Aaron Eckhart, recentemente visto in Sully ed Attacco al Potere 2 ed una giovanissima Liana Liberato, accompagnati da Olka Kurylenko (Anna Brandt), Kate Linder (il principale Gibbins), Alezander Fehling (Floyd), Garrich Hagon (James Halgate), Ericl Godon (Maitland) e Yassine Fadel (Nabil).

Ora che sappiamo chi sono gli attori di The Expatriate-In fuga dal nemico, possiamo concentrarci sulla trama del film e soprattutto spiegare il suo finale, quindi spoiler alert!

La trama di The Expatriate

L’ingegnere statunitense Ben Logan (Aaron Eckhart) vive in Belgio con la figlia Amy (Liana Liberato), lavorando per un’agenzia che si occupa di dispositivi di sicurezza ad Anversa. Sembra andare tutto per il meglio fin quando una sera Ben, insieme alla figlia, torna in ufficio per recuperare un pacchetto che aveva scordato, e lì scopre che il suo ufficio è stato completamente svuotato. Tutto sparito: mobili, contatti, anche i colleghi. Come se non bastasse dalla sede centrale della Halgate Groupe, l’azienda per cui lavora Ben, arriva la notizia che non c’è mai stata una sede ad Anversa.

The Expatriate - Cinematographe.it

Ben Logan però non è solo un ingegnere: nel suo passato c’è un periodo passato come agente della CIA e proprio grazie a questo capisce di essere in ina situazione davvero pericolosa da cui dovrà salvare se stesso ed alla figlia, fino a scoprire cosa è successo e svelare la verità.

A vederla così potrebbe sembrare banale, ma in realtà The Expatriate mette in scena qualcosa di molto più profondo. Si tratta di livelli di verità che vengono a sovrapporsi. Il lavoro alla CIA, poi ad Anversa, fino al crollo del castello di carte: la sparizione della realtà in cui Ben Logan e la figlia pensavano di vivere. Potremmo definirlo una specie di Inception in cui nessuno sa cosa è reale e cosa no? Probabilmente, ma qui la linea che separa i due mondi è nella stessa realtà: non c’è vita reale e sogno, ma due realtà che coesistono e rischiano di portare alla morte chi vi si trova in mezzo.

The Expatriate: il finale del film ed il ritorno alla normalità

The Expatriate - Cinematographe.it

Grazie al suo addestramento Ben capisce che tutti i suoi colleghi non sono morti per cause naturali e che c’è proprio lo zampino della CIA in tutta questa faccenda, tesi che viene avvalorata quando scopre che i brevetti di cui si stava occupando e della Halgate erano in realtà materiale della CIA. Quando arriveranno a prendere Amy, Ben riuscirà a vendicarsi del complotto ordito dalla multinazionale e gli agenti corrotti della CIA riprendendosi sua figlia e tornando negli Stati Uniti d’America per dedicarsi a lei, fino ad ora troppo lasciata da parte.

Si tratta di un ritorno alla normalità non solo per quanto riguarda la condizione dei due, che ormai hanno superato le loro incomprensioni iniziali, ma anche del rapporto tra Bene e Male. La realtà fittizia in cui Ben e la figlia si trovavano viene smascherata con l’ennesimo colpo di scena, che porta a ristabilire l’ordine naturale delle cose.