The Fighter: la vera storia del pugile Micky Ward
Diretto dal regista David O. Russell nel 2010, The Fighter è un film basato sulla vera storia del pugile Micky Ward che nel 2000 vinse il titolo mondiale dei pesi welter leggeri. Un successo agli Oscar, con un cast eccezionale: Mark Whalberg, Christian Bale e Amy Adams.
Il film di David O. Russell dal titolo The Fighter si allontana poco dalla realtà dei fatti nel suo, inevitabile, romanzare gli eventi biografici del campione di boxe Micky Ward (Mark Whalberg) – chiamato anche “The Irish” per le sue origini irlandesi – e del suo fratellastro Dicky Eklund (Christian Bale). Il film inizia a raccontare la carriera di Ward dalla fine degli anni ’80, quando tutti lo considerano un “trampolino”, ovvero uno di quei pugili che vengono pagati per perdere gli incontri e far risaltare l’avversario al fine di lanciarne la carriera. Complice degli insuccessi di Micky è il fratellastro Dicky, un ex pugile che ha avuto il suo momento di gloria quando ha sconfitto l’avversario Sugar Ray Leonard (che nel film interpreta se stesso). Dicky gode ancora di quella fama da campione guadagnata con quell’incontro perso ai punti, ma in realtà si è lasciato sopraffare dall’abuso di crack e da una condotta di vita che lo ha portato allo stremo.
Mentre Dicky accetta che venga girato un documentario su di lui – credendo che si tratti di osannare la sua carriera nella boxe – quando in realtà parla della sua tossicodipendenza – il fratello Micky si rende conto che la sua famiglia numerosa (con la madre interpretata da Melissa Leo, che per il ruolo ha vinto l’Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista) non fa altro che soffocarlo ed essergli d’intralcio. La madre Alice e le sue sette sorelle non fanno altro che immischiarsi negli affari di lavoro, pretendendo di trarne profitto e rivelandosi cieche alla condotta immorale di Dicky.
The Fighter: la trama del film, basato sulla vera storia di “The Irish”
Quando Micky incontra e inizia una relazione con la barista Charlene Fleming (Amy Adams) nessuno dei suoi familiari ne è contento perché, dopo che Dicky viene arrestato, Micky accetta di allenarsi con una nuova squadra vincente. Con il supporto del nuovo team e lontano dalle tensioni familiari, il pugile avvia la sua carriera e vince una serie di incontri sino a quello decisivo del 2000 quando sconfigge il campione Shea Neary (Anthony Molinari) e guadagna il titolo mondiale dei pesi welter leggeri. Uscito di prigione, però, anche il fratellastro Dicky trova riscatto lasciandosi alle spalle la vita da tossicodipendente e partecipa al successo del fratello Micky riunendo ancora una volta la numerosa famiglia.
Nella vita reale, Micky Ward ha continuato a boxare fino al 2003 nella categoria dei Pesi Superleggeri, con i suoi 66 chili di muscoli, vincendo 38 match su un totale di 51 incontri combattuti. Micky Ward ha iniziato ufficialmente la carriera sul ring come professionista nel 1985 – prima di questo è stato campione per tre volte del “New England Golden Gloves”. Dopo 14 incontri vinti, la sua carriera prende una brutta piega quando perde quattro match consecutivi e si prende un periodo di assenza dal mondo della boxe. In quell’arco di tempo Micky lavora come operaio stradale nell’asfaltamento di nuove strade e mette da parte il denaro necessario per curare un infortunio alla mano destra con una piccola operazione di chirurgia. Quelli sono gli stessi anni in cui il fratello, uscito dal carcere, rientra nel team che lo porta a vincere una serie di incontri tra il 1996 e i primi anni del 2000. L’incontro finale della sua carriera fu quello con il pugile italiano Arturo Gatti che venne ricordato come il Combattimento dell’Anno dalla celebre rivista di settore Ring Magazine.
Se la vita ti mette al tappeto, tu rialzati sempre: una storia di coraggio
Il film The Fighter non è solo la celebrazione su pellicola di uno storico campione come Micky Ward, ma è anche un film sul coraggio di sapersi rialzare dai knock out della vita e di saper ricominciare anche dopo una sconfitta. Una grande lezione di boxe, oltre che di cinema, con uno straordinario Christian Bale che ancora una volta adotta il metodo Stanislavskij esasperandolo fino a una consistente perdita di peso per interpretare al meglio il personaggio di Dicky (come aveva precedentemente fatto per il ruolo nel film L’uomo senza sonno) e guadagnandosi per la sua performance l’Oscar come Migliore Attore Non Protagonista. Sullo sfondo della storia dei due pugili, tratteggiata con un’intensità che scava a fondo nell’animo del protagonista, il regista David O. Russell pone un dramma familiare e il contesto che ha pesato sulla carriera di entrambi i due fratelli.
In un modo o nell’altro, tutti i personaggi di The Fighter sono stati colpiti e messi al tappeto dalle circostanze e dalle prove che la vita ha loro riservato, come la fidanzata di Micky – la giovane Charlene – che ha lasciato il college e che sta pian piano ricostruendo il proprio futuro. Nessuno, però, si dà per vinto: quando Micky riprende in mano le redini della sua carriera e vince il titolo mondialo, il puzzle si ricompone per tutti: l’armonia è ritrovata, l’equilibrio interiore è ristabilito e ognuno ha appreso che, per quanto meschina possa rivelarsi a volte, la vita concede sempre una seconda chance per rimettersi in gioco – anche quando i nostri veri nemici non siamo nient’altro che noi stessi.