The Flash: la spiegazione del finale e della scena post-credits
ALLERTA SPOILER! Cosa succede nel finale e nella scena post-credits di The Flash?
Il 15 giugno 2023 arriva nei cinema italiani, cortesia di Warner Bros Italia, The Flash, regia di Andy Muschietti, film stand-alone per l’omonimo eroe del DC Extended Universe. Protagonista Ezra Miller insieme a Ben Affleck, Sasha Calle, Michael Keaton e tanti altri. Parlando di un cinecomic che punta forte sul mix di generi, action con risvolti umoristici e un flirt importante con la fantascienza – si parla di viaggi nel tempo e realtà alternative – può essere utile fare chiarezza su un aspetto importante del film, che inevitabilmente finirà per condizionare gli sviluppi futuri, non solo del franchise, ma anche dell’universo espanso. Andando al sodo: cosa succede nel finale di The Flash?
Di seguito, una breve spiegazione del finale con la premessa, ovvia a questo punto ma vale sempre la pena di ripeterla, che da qui in avanti procede solo chi il film l’ha già visto. Di sorprese, belle grosse anche, The Flash è pieno. Quindi è meglio non rischiare. Intesi? Spoiler in arrivo…
Barry Allen corre più veloce della luce, è un bel problema
Barry Allen (Ezra Miller), quando non lavora al Laboratorio di Criminologia di Central City, è Flash, l’uomo più veloce del mondo, membro di punta (più o meno) della Justice League. Ha un legame forte con Bruce Wayne/Batman (Ben Affleck), anche perché il passato dei due si somiglia. Entrambi hanno perso i genitori. Nel caso di Barry però solo la madre, Nora (Maribel Verdù), è morta, uccisa da uno sconosciuto mentre era sola in casa. Il papà, Henry (Ron Livingston) è in galera accusato dell’omicidio. Potrebbe essere scagionato dalle immagini a circuito chiuso del supermercato in cui si trovava al momento del delitto – Nora aveva scordato di comprare la passata di pomodoro e Ron era lì per quello – ma è difficile arrivare a un’identificazione certa. Vista la difficoltà della situazione, Barry cerca un’alternativa.
Bruce Wayne spiega al ragazzo che non è il caso farsi venire strane idee. Ma è inutile, Barry non ha raggiunto un livello di maturità emotiva che gli consenta di valorizzare in maniera costruttiva il suo dolore. Barry è davvero convinto di aver trovato il modo di salvare i genitori. Come? Correndo più veloce di tutto, anche della luce, Flash può spostarsi indietro nel tempo. Quindi non resta che nascondersi nel supermercato dove la madre fa la spesa e infilare nel carrello, senza farsi notare, la confezione di passata. Così, non dovendo uscire il padre di casa, ci sarà qualcuno a proteggerla al momento dell’aggressione. Completata la missione, Barry torna al suo presente, molto fiducioso. Ignora di aver appena scatenato un putiferio multi-dimensionale.
Tornato indietro (nel futuro, la citazione è deliberata), Barry (per comodità d’ora in poi Barry 1 o Flash 1) scopre che Nora è viva, Henry sta bene ed è un uomo libero. Lieto fine? Neanche per sogno. Barry 1 non è tornato nel suo tempo presente. La conseguenza più spiazzante dell’alterazione del continuum spazio – tempo è che adesso si trova intrappolato in una dimensione alternativa in cui la sua famiglia è integra ma c’è già un altro Barry Allen, Barry 2, più giovane e sprovvisto di poteri. Bisognerà trovare il modo di farlo diventare Flash. Succederà, ma nel processo Flash 1 finisce per perdere i suoi poteri. Come se non bastasse, non c’è traccia di Justice League. Niente Superman, niente Wonder Woman, niente Cyborg. Solo Batman, ma è molto diverso da come Barry 1 se lo ricordava. Più il là con gli anni, trasandato, a interpretarlo un Michael Keaton al grande rientro nel ruolo. Problema ulteriore, è tornato il Generale Zod (Michael Shannon).
The Flash: cosa succede nel finale del film?
Zod ha due obiettivi: vuole Terraformare il nostro pianeta, non è carino, in più ha bisogno di catturare un misterioso Kryptoniano detenuto in una prigione siberiana. Si tratta di Kara Zor-El/Supergirl (Sasha Calle), cugina di Superman dagli analoghi poteri. Niente Superman in questa dimensione, scopriremo la ragione: è morto in tenera età. Kara prima aiuta Flash 1 a recuperare i suoi poteri, poi si unisce all’improvvisata Justice League per fermare Zod. Il problema è che Flash 1, Flash 2, Supergirl e Batman, da soli, non bastano contro un nemico tanto potente. Batman e Kara perdono la vita durante lo scontro finale, spingendo Flash 1 e 2 a spostarsi indietro nel tempo di circa dieci minuti per alterare di nuovo gli eventi e salvargli la vita. Mossa inutile; comunque si decida di intervenire, il destino del pianeta è segnato e altrettanto vale per Batman e Supergirl. Il problema è che se il pianeta scompare, anche Nora è condannata a morte. Flash 2 ora ha lo stesso problema di Flash 1.
Vorrebbe risolverlo nello stesso modo, percorrendo in lungo e in largo le autostrade temporali. Stavolta però Flash 1, che finalmente ha capito, cerca di farlo desistere spiegandogli che la madre sarà per sempre viva da qualche parte nel tempo, anche se loro non potranno averla accanto. A Flash 2 non basta, ma la discussione è interrotta dall’arrivo di un’ulteriore versione dell’eroe, la terza: Dark Flash, che scopriremo essere un Flash 2 enormemente invecchiato. Ha viaggiato avanti e indietro nel tempo nel tentativo di individuare una configurazione degli eventi che permetta di salvare Nora. L’ha trovata, ma è indispensabile che Flash 1 venga ucciso ed è proprio per questo che l’ha condotto nella timeline di Flash 2. I viaggi nel tempo dei ragazzi hanno scardinato l’equilibrio nel Multiverso, tanto che per un attimo lo spettatore ha l’opportunità di sperimentare parecchie di queste dimensioni alternative: si intravedono Cristopher Reeves nella parte di Superman, Adam West (Batman), addirittura Nicolas Cage (Superman) nell’abortito Superman Lives di Tim Burton, tardi anni ’90.
Il progetto di Dark Flash è sul punto di realizzarsi; imprevedibilmente, arriva il sacrificio di Flash 2. Il giovane, compreso che non c’è modo di evitare che le cose vadano come è necessario, salva il nostro Flash morendo al suo posto, condannando di conseguenza anche Dark Flash. Barry è salvo e cerca di cancellare i suoi errori. Di nuovo nel supermercato, toglie dal carrello il barattolo di passata lasciando che la madre se ne dimentichi. Fa però in modo di sistemarlo su uno scaffale più in alto, in modo che il padre, prendendolo, possa essere ripreso chiaramente dalle telecamere a circuito chiuso. Quindi si congeda in modo commovente da Nora. Tornato al suo presente, nuovamente orfano di madre, riesce a scagionare il padre grazie alle immagini del supermercato. Il contributo decisivo nel recupero dei materiali l’ha offerto la Wayne Enterprises. Barry incontra Bruce Wayne per ringraziarlo e qui arriva la sorpresina finale: sparito Ben Affleck, Bruce ora è George Clooney. Cos’altro è cambiato, si chiede uno sconvolto Barry Allen? Una parziale risposta ci arriva analizzando la scena post-credits di The Flash.
Cosa ci racconta la scena post-credits di The Flash?
Post-credits, niente mid-credits e va detto che il tono generale è assolutamente ironico e leggero, funziona come sospiro di sollievo e pausa relax per il protagonista dopo gli eventi stressanti del film. Tuttavia, qualcosa di importante si intuisce lo stesso. Vediamo cosa: Barry Allen esce da un locale in compagnia di un visibilmente avvinazzato Artuhr Curry/Aquaman (Jason Momoa). Barry prova a spiegargli quello che è successo ma il trip alcolico di Aquaman non gli consente di essere ricettivo nei confronti di qualunque cosa non somigli a un boccale di birra.
Piombato semisvenuto in una pozzanghera, nostalgia di casa, Aquaman chiede a Barry di procurargli altre birre, offrendosi di pagare con un anello atlantideo. Si intuisce, in controluce perché l’atmosfera è assolutamente dissacrante e umoristica, che l’intervento riparatore di Barry ha riportato a posto le cose… ma solo a metà. Jason Momoa è ancora al suo posto, di qui l’inevitabile serie di interrogativi: perché Bruce Wayne è cambiato? Cosa ne è stato di Wonder Woman e tutti gli altri? Ci sarà tempo e modo per scoprirlo.