The Kill Team: la storia vera alla base del film con Alexander Skarsgard
The Kill Team è un film che racconta la storia vera, devastante e dolorosa, di un crimine di guerra.
The Kill Team è un film che affronta temi oscuri e complessi, portando alla luce una delle storie più scioccanti e controverse della recente storia militare americana. Basato su eventi reali, il film esplora le dinamiche di potere, la moralità e le conseguenze devastanti della guerra. Ecco una panoramica dei fatti che hanno ispirato questa pellicola.
The Kill Team: la storia vera – e devastante – dietro al film
Il film The Kill Team di A24, con protagonista Alexander Skarsgård, è basato su eventi reali che coinvolgono un gruppo di soldati americani in Afghanistan che hanno commesso crimini atroci. La storia segue Calvin Gibbs, un capo squadra che ha guidato i suoi uomini a uccidere civili innocenti, mutilare i loro corpi e conservare parti come trofei. Questi eventi scioccanti sono avvenuti nel 2010 e hanno sollevato un polverone mediatico quando sono stati resi pubblici. Il film si basa sul documentario del 2013, con lo stesso titolo, diretto da Dan Krauss, che ha inizialmente portato alla luce questi crimini.
Calvin Gibbs, il capo squadra di 25 anni, ha iniziato a servire nella Bravo Company alla fine del 2009. Secondo le testimonianze, Gibbs incoraggiava i suoi uomini a uccidere civili innocenti e a mettere armi vicino ai corpi per giustificare le uccisioni. Uno degli episodi più noti riguarda l’uccisione di Gul Mudin, un ragazzo di 15 anni, da parte dei soldati Jeremy Morlock e Andrew Holmes. Mudin non rappresentava una minaccia e seguiva le istruzioni dei soldati quando Morlock lanciò una granata e, insieme a Holmes, sparò ripetutamente al ragazzo. Dopo l’omicidio, Gibbs avrebbe tagliato un dito del ragazzo e l’avrebbe dato a Holmes come trofeo.
Non tutti i soldati erano a loro agio con questi omicidi. Adam Winfield, un giovane soldato di 20 anni, era turbato dalle azioni dei suoi compagni. Winfield informò suo padre attraverso un messaggio su Facebook, dicendo che nella sua squadra c’erano persone che avevano commesso omicidi e che nessuno sembrava preoccuparsene. Il padre di Winfield cercò di avvisare le autorità militari, ma fu ignorato. Winfield, minacciato da Gibbs, partecipò con riluttanza a un altro omicidio per paura delle ritorsioni. Alla fine, fu la denuncia di un altro soldato, Justin Stoner, riguardo all’uso di droghe nella sua stanza a portare alla luce i crimini. Stoner fu picchiato e minacciato di morte dai suoi compagni, ma decise comunque di parlare con gli investigatori, rivelando tutto ciò che sapeva.
Undici soldati furono condannati per vari reati, tra cui abuso di droghe e omicidio. Cinque furono accusati di far parte del kill team, con uno che vide le sue accuse cadere. Gibbs fu condannato all’ergastolo, mentre Morlock, Holmes e Winfield patteggiarono per omicidio o omicidio colposo, ricevendo pene detentive variabili. Holmes e Winfield sono stati successivamente rilasciati, mentre l’appello di Gibbs è stato respinto nel 2018. Winfield, nel documentario The Kill Team, riflette amaramente su queste esperienze, affermando che la guerra non è come viene rappresentata nei film, con uomini onorevoli e patriottici, ma piuttosto un insieme di individui armati che spesso compiono azioni discutibili.
La narrazione di The Kill Team mette in luce le brutali realtà della guerra e l’oscurità che può emergere in situazioni estreme. Il film e il documentario offrono uno sguardo critico su come la moralità possa essere distorta in contesti di conflitto e su come le dinamiche di potere e paura possano portare a tragiche conseguenze.