The Silent Man: la vera storia di Mark Felt dietro al film con Liam Neeson
Che cosa furono per l'America lo scandalo Watergate e la crociata solitaria di Mark Felt, l'agente incorruttibile?
The Silent Man, il film di Peter Landesman uscito nelle sale nostrane il 12 aprile, ha portato sul grande schermo la vera storia di Mark Felt. La pellicola è infatti tratta dall’autobiografia del 2006 del noto ”agente degli agenti”, interpretato da uno splendido Liam Neeson, vicedirettore dell’FBI e alias di “Gola Profonda”, l’informatore più famoso della storia americana.
Prima di addentrarci nella vera storia di Mark Felt, però, è doveroso fare un breve affresco storico e politico partendo dalla figura del conservatore Richard Nixon, Presidente degli Stati Uniti d’America dal 1969 al 1974.
Il suo fu uno dei periodi governativi più controversi della storia recente: dalla concentrazione dei bombardamenti e l’appoggio della tattica della guerra segreta in Vietnam, fino all’imponente campagna antisovietica, passando per la progressiva escalation proibizionista contro le droghe leggere, la riforma delle cure sanitarie nell’interesse della sanità privata e l’appoggio del governo dittatoriale di Pinochet in Cile.
Eppure, nonostante tutta questa varietà di elementi importanti e preponderanti, la sua carriera politica è stata stroncata da un dettaglio, da un caso, piccolo e quasi impensabile; come una minima incrinazione su un’immensa vetrata, che sarebbe stata la causa del suo sgretolamento. La notte del 17 Giugno 1972 una semplice guardia di sicurezza, impiegata presso gli uffici del Watergate Hotel, Frank Willis, notò un pezzo di nastro adesivo che manteneva la porta verso il parcheggio sotterraneo socchiusa. Decise quindi di rimuoverlo. Pensate alla sua sorpresa quando poco dopo ritrovò il nastro di nuovo al suo posto, non c’è da meravigliarsi che chiamò la polizia. Il resto, come si dice, è storia!
The Silent Man e l’eco dello scandalo Watergate
Lo scandalo Watergate svelò uno dei più clamorosi segreti di Stato della politica americana e portò ad un impeachment senza precedenti ai danni del presidente Nixon: degli uomini furono incaricati di intercettare e spiare le conversazioni all’interno del quartier generale del Comitato nazionale democratico, la principale fonte per la campagna del partito di opposizione, all’epoca stabilito in tutto il sesto piano del Watergate Hotel a Washington.
La cronaca nazionale si occupò del caso per circa due anni (1972-1974), grazie soprattutto a delle fonti di notizie di altissimo livello, anche interne all’FBI. La conseguenza furono le clamorosi dimissioni del Presidente, ammettendo di fatto il suo coinvolgimento per sabotare il partito di opposizione.
Il Watergate ebbe una risonanza senza precedenti, comparendo su tutte le forme di mass media esistenti. Tra questi il cinema non mancò all’appello.
The Silent Man e la vera storia di Mark Felt: l’uomo che fece crollare la Casa Bianca
Ma che ruolo giocò Mark Felt nello scandalo Watergate? The Silent Man ci permette di conoscere per la prima volta l’uomo più importante della vicenda, rimasto nell’anonimato per più di 30 anni. La storia parte dalla morte del leggendario J. Edgar Hoover, 2 Maggio 1972, fondatore del FBI, caposaldo di un sistema ben codificato che permetteva al Bureau di agire in maniera del tutto indipendente e libera da pressioni esterne di qualsiasi natura. Le decisioni politiche evitarono la naturale successione di Mark Felt, un’architrave del sistema hooveriano, alla carica di direttore per mettere al suo posto il ben più controllabile Patrick Gray, un uomo di fiducia del Partito Conservatore. Questa non fu che la premessa di uno sconvolgimento nell’esistenza del FBI, infatti poco tempo dopo arrivò la chiamata che diede inizio all’Odissea dello scandalo Watergate.
La pellicola si concentra molto sull’uomo Mark Felt ed è molto dettagliata ed esplicativa sul suo rapporto con l’FBI e su ciò che rappresenta, in modo da rendere chiaro ogni passaggio compiuto per arrivare a maturare le tante decisioni delicate che prese, anche sacrificando la contestualizzazione politica, messa in secondo piano.
Felt si rende presto conto di dover operare fuori dagli schemi per far chiarezza sullo strano fatto successo all’hotel di Washington ed evitare un insabbiamento voluto dalle cariche più alte del governo americano, ora in controllo del Bureau. Avrebbe protetto l’FBI anche da se stessa. La sua crociata sotterranea si mosse in completo anonimato anche tra i suoi colleghi più fedeli interni; non si sarebbe perdonato mai se qualcuno fosse stato coinvolto. In realtà molti conoscevano la sua posizione, ma egli non fu mai rimosso dall’incarico essendo l’uomo a conoscenza di tutti i segreti raccolti con Hoover nel corso della sua carriera.
La decisione di creare una fuga di notizie a proposito della copertura ad opera del FBI sul Watergate si rese necessaria, quando il governo gli diede un ultimatum di poche ore prima della chiusura delle indagini; solo un’opinione pubblica concentrata sull’indagine avrebbe impedito al governo di buttarla nel dimenticatoio. I nomi individuati da Felt per passare informazioni furono Sandy Smith del Time e Carl Bernestein e Bob Woodward, le due firme di punta del Washington Post. La strategia fece in modo che del caso si continuasse a parlare per tutto il tempo necessario al completamento delle sue indagini.
La fuga di notizie si rivelò la chiave di volta per scardinare le resistenze del governo, ma ebbe conseguenze disastrose per la reputazione dell’FBI e l’intero quartier generale fu letteralmente spogliato dei suoi principali componenti.
Fu proprio Patrick Gray a confessare di aver passato informazioni alla Casa Bianca sul Watergate, per la precisione 82 rapporti, come mostra il film.
Il destino di Mark Felt
Il film si chiude con il ritiro di Felt nel 1973 e il suo interrogatorio di fronte al Gran Giurì appena quattro anni dopo. Egli si prese ogni responsabilità e fu imprigionato per cospirazione e per aver ordinato l’irruzione illegale nel Weather Underground.
Le scritte prima dei titoli di coda ci dicono che nel 1984 la moglie Audrey Felt si tolse la vita e che Felt visse fino a 95 anni. Nel 2008 morì accudito dalla figlia Joan Felt, ricongiuntasi anni prima con la famiglia, dopo esser scappata di casa per unirsi ad una delle comuni hippie degli anni 70. Per completezza dei fatti aggiungiamo che Felt fu perdonato da Roosevelt nel 1981 e che rimase in silenzio fino al 2005, fino a che confessò a Vanity Fair di essere proprio lui “Gola Profonda”.