The Suicide Squad – Missione Suicida: spiegazione del finale e della scena post credits

Anche dopo The Suicide Squad - Missione Suicida di James Gunn conviene attendere la fine dei titoli di coda.

Al cinema dal 5 agosto 2021 distribuito da Warner Bros, The Suicide Squad – Missione Suicida di James Gunn è un attesissimo nuovo capitolo del DC Extended Universe. Nel cast, Margot Robbie che torna a vestire i colorati panni di Harley Quinn, Viola Davis ancora una volta interprete della tremenda Amanda Waller e la new entry Idris Elba. Dà la voce a King Shark Sylvester Stallone, mentre l’apprezzato regista Taika Waititi appare in alcune scene con un breve quanto significativo cameo.

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The Suicide Squad ha una scena post credits?

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Andare al cinema a vedere un cinecomic ha un rito: bisogna rimanere seduti alle poltrone fino alla fine dei titoli di coda per scoprire se c’è o no una scena post-credits. The Suicide Squad – Missione Suicida di James Gunn non fa eccezione, anzi, riprende la tradizione e lancia la palla a una novità di casa DC. Per capire questa scena occorre risalire un po’ indietro nella trama e incorrere in qualche spoiler, quindi conviene leggere questo articolo dopo aver visto il film. Quello che importa, per chi invece deve ancora andare al cinema a vedere The Suicide Squad, è che una sorpresa attende gli spettatori dopo la fine. E che questa sorpresa riguarda un personaggio che è comparso durante il film.

Cosa succede nel finale di The Suicide Squad? La spiegazione del film di James Gunn. Attenzione, spoiler!

The Suicide Squad – Missione Suicida

La trama del film vede uno squadrone composto da Bloodsport (Elba), Rick Flag (Joel Kinnaman), Ratcatcher 2 (Daniela Melchior), King Shark (Stallone), Polka-Dot Man (David Dastmalchian) e Peacemaker (John Cena) affrontare il nuovo dittatore dell’Isola di Corto Maltese e la sua orribile arma di controllo e distruzione di massa. Lo scopo della “missione suicida” è introdursi nell’impenetrabile laboratorio di Thinker (Peter Capaldi), uno scienziato che conduce degli esperimenti sul kaiju alieno Starro, un’enorme stella marina in grado di controllare le menti umane. Nel laboratorio, sempre secondo le indicazioni di Amanda Waller che di fatto coordina e dirige a distanza la squadra, non dovranno tanto dedicarsi al mostro, quanto a distruggere tutto ciò che si trova al suo interno, specialmente i computer su cui sono registrati i dati degli esperimenti.

Lo scopo diventa subito chiaro, è insabbiare le prove della partecipazione degli Stati Uniti agli esperimenti Starro e quindi rimuovere ogni collegamento con quell’aberrazione. Sentitosi preso in giro e manovrato, e facendo appello ai suoi ideali più alti, Rick Flag decide di tenere per sé il dischetto che inchioderebbe il Governo e di diffonderlo una volta tornato a casa. Tuttavia non ha considerato che Peacemaker, diretto da Waller, farà di tutto per impedirglielo.

I due arrivano a scontrarsi in una colluttazione corpo a corpo, mentre nel frattempo il laboratorio crolla attorno a loro. Lo scontro si concluderà con la morte di entrambi, e la sottrazione del dischetto da parte di Ratcatcher 2 e Bloodsport. In questo passaggio risiede il vero significato del finale del film, nella scelta da parte dei “cattivi” di fare la cosa giusta, e di affermare la propria umanità nonostante le azioni passate. Come ben sintetizza Ratcatcher 2 nella metafora dei topi, i membri della Suicide Squad sono reietti su cui nessuno punterebbe mai nulla, ma che hanno senz’altro il loro scopo nel mondo. Proprio dagli ultimi, da chi non ha niente da perdere, arriverà l’azione eroica che salverà di fatto l’umanità da un destino terribile. E anche nell’assoluzione finale di Starro, che in fondo non è altro che un animale strappato al suo habitat (un po’ come King Kong), si indica chi è il vero villain del film: il Governo autoritario e disumano rappresentato da Amanda Waller.

La spiegazione della scena post-credits

The Suicide Squad – Missione Suicida

Dopo i titoli di coda, i tre assistenti di Amanda Waller, John Economos (Steve Agee), Flo Crawley (Tinashe Kajese) e Emilia Harcourt (Jennifer Holland) sono inviati dal loro capo in una camera di ospedale per rilevare il paziente, che ha appena dato segni di vita. Qualcuno che credevamo morto, dunque, in realtà è riuscito a sopravvivere. Si tratta proprio del violento Peacemaker, interpretato da John Cena, membro della Suicide Squad e cecchino quasi imbattibile.

Come sapranno i fan più attenti della DC, al personaggio sarà dedicata una serie TV, di cui ancora non si sanno i dettagli sull’uscita. In effetti, questo aiuta a collocarla nella linea temporale dell’Extended Universe: se Peacemaker fosse morto sull’isola di Corto Maltese, la serie si sarebbe ambientata sicuramente prima, mentre ora è possibile che segua i fatti raccontati da James Gunn nel film. Con un’operazione analoga a quella fatta in Black Widow, la scena post-credits di The Suicide Squad lancia la palla, dunque, alle serie TV ispirate allo stesso universo narrativo e invita il pubblico a tenere gli occhi aperti sulle prossime novità.