The Terminal: la storia vera che ha ispirato il film di Steven Spielberg
In The Terminal vediamo Tom Hanks nei panni del cracoziano Viktor Navorski intrappolato nell’aeroporto JFK di New York. A causa di un colpo di stato in Cracozia non può entrare sul suolo americano ma, allo stesso tempo, non può neanche tornare a casa sua. Sembra una situazione troppo surreale per poter essere vera. In realtà è già accaduto a qualcuno e la sua storia è ben più complessa e incredibile di quella raccontata nel film.
La storia che ha affascinato Steven Spielberg al punto da rappresentarla in un film è quella di Mehran Karimi Nasseri, un rifugiato iraniano. Perché la sua storia è più incredibile di quella narrata in The Terminal? Perché, mentre Viktor Navorski resta nell’aeroporto per dei mesi, Mehran Karimi Nasseri ci resta per ben 18 anni.
La storia che ha ispirato The Terminal è quella di Mehran Karimi Nasseri
La storia di Mehran inizia l’8 agosto del 1988: per una serie di circostanze si ritrova a non poter più uscire dall’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi. In realtà l’uomo possedeva dei documenti: la tessera di rifugiato concessagli dal Belgio anni prima. Sfortunatamente la perde nel tentativo di cercare di non essere rimpatriato in Belgio dagli inglesi. Per evitarlo aveva spedito i suoi documenti all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Sarà questo l’errore che lo condannerà a girovagare senza documenti. Errore che nel 1988 lo intrappolerà in aeroporto.
Quando viene ritrovato nel Terminal 1 dello Charles de Gaulle è senza documenti, motivo per cui non può uscire e andare in Francia. I suoi documenti si trovano in Belgio. Se Merhan fosse riuscito a recuperarli la Francia gli avrebbe concesso il permesso di soggiorno. Purtroppo, il Belgio pretese che l’uomo andasse di persona a ritirare i suoi documenti. Una ragnatela burocratica (aggravata anche dai primi segni di squilibrio mentale di Mehran) da cui era impossibile uscire.
Un barlume di speranza sembra arrivare nel 1999 quando l’avvocato che si occupava del caso riesce a procurargli finalmente i documenti. Purtroppo la salute mentale di Mehran è ormai compromessa. Rifiuta di firmare i documenti dicendo di non essere più la persona che essi rappresentano. Infatti, ormai da qualche anno, l’uomo di faceva chiamare Sir Alfred Mehran. L’uomo tornò volontariamente al Teminal 1 e lì scelse di rimanere.
Mehran Karimi Nasseri rimase nell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi per 18 anni
Mehran resta al Terminal 1 dello Charles de Gaulle per ben 18 anni, dall’agosto 1988 fino all’agosto del 2006. Ne esce solamente a causa di un problema di salute che, per forza di cose, richiede delle cure ospedaliere. Mehran resterà per circa un anno in ospedale. Una volta dimesso la Croce rossa parigina lo accoglierà e si prenderà cura di lui.
Ovviamente le differenze tra la storia di Mehran e quella di Viktor Navorski in The Terminal sono moltissime. Viktor Navorski è rappresentato come un personaggio pieno di iniziativa che vuole assolutamente riuscire ad andare a New York. Non viene rappresentato come una persona con problemi mentali. Al contrario, è un personaggio con le idee molto chiare. The Terminal inoltre, non è girato né a Parigi né al JFK di New York. L’aeroporto che vediamo nelle riprese è quello di Montreal in Canada.
Steven Spielberg utilizza la storia di Mehran per raccontarci qualcos’altro. L’uomo viene messo alla prova in un non luogo come l’aeroporto dove le persone vanno e vengono e dove lui è costretto a rimanere.