The Truman Show: spiegazione del finale del film con Jim Carrey
Il capolavoro targato Peter Weir con Jim Carrey assoluto protagonista. The Truman Show rimane ancora l'opera più inventiva e originale degli ultimi 30 anni. Analizziamo insieme il finale.
Innovativo e profetico, l’opera più rilevante nella filmografia di Peter Weir (Picnic ad Hanging Rock, L’Attimo Fuggente) è sempre stato un esperimento che non è mai passato inosservato. Dalla penna di Andrew Niccol (Gattaca- La Porta dell’Universo), il film rilancia la figura comica di Jim Carrey con un risultato rimarchevole. Un lavoro di squadra da lodare quello fra il cast tecnico e artistico, uniti per consegnare un’idea folgorante che combacia perfettamente con i giorni nostri. L’atto conclusivo è diventato col tempo un oggetto di studio da riguardare innumerevoli volte per carpire al meglio le intenzioni e la lucida ottica del regista e sceneggiatore all’attivo sul film. Diamogli uno sguardo più approfondito e sveliamo le carte vincenti che The Truman Show ci regala nel finale.
Il vero uomo: The Tru-Man
Truman Burbank (Jim Carrey) è un uomo che conduce una vita ordinaria nella pacata cittadina di Seahaven, un trentenne energico e pronto a dispensare sorrisi nei cuori di qualsiasi persona a lui cara. Egli però non è consapevole del fatto che si trova all’interno di uno spettacolo televisivo, il Truman Show: un racconto della sua esistenza resa spettacolare ed immersa in un mondo di finzione regolato da attori, comparse e location perfettamente ricreate. Nel film avviene una battaglia intestina fra l’individuo isolato e padrone delle sue emozioni e il mondo falso attorno ad esso, programmato e affidato nelle mani di Christof (Ed Harris), il regista dello show.
Truman inizia ad avvicinarsi sempre di più alla realtà quando in una delle comparse riconosce suo padre, precedentemente affogato in mare aperto e rimosso dalla produzione inscenando la sua morte durante l’infanzia di Truman. Un episodio decisivo che ha pesantemente condizionato la psiche del protagonista, ora spaventato dall’idea di uscire dai confini di Seahaven con mezzi di trasporto acquatici.
Truman si ricorda di un passaggio specifico ambientato nel periodo della sua adolescenza, quando si imbatté in un’attrice dalla bellezza irresistibile, Lauren (Natascha McElhone), che ricopriva il ruolo di comparsa misteriosa. Lauren fungeva da campanello di allarme, tentava di spronare Truman ad aprire gli occhi e cominciare a rivalutare la realtà che stava vivendo ma fu improvvisamente portata via dalla troupe televisiva e tolta dalla scena in maniera permanente.
Il grande disegno che si svela agli occhi di Truman
Inizia così una corsa contro il tempo per fuggire definitivamente dalla piccola cittadina in cui è rimasto intrappolato, e Truman non si ferma davanti a nessuna trovata televisiva pur di raggiungere Sylvia (il vero nome di Lauren). La situazione precipita vertiginosamente. Truman riesce a combattere le sue paure avventurandosi su una piccola barca, convinto di riuscire a liberarsi della sua distorta condizione di prigionia e Christof è costretto ad applicare delle misure estreme per contenerlo dentro lo scenario da lui riprodotto; il regista decide di modificare i dati meteorologici e rilasciare una tempesta di notevole intensità che si abbatte sull’imbarcazione di Truman.
Christof realizza che Truman è pronto anche a morire pur di far cessare l’intera messinscena. Interrompe la tempesta e compie un gesto che non aveva mai fatto in precedenza: tenta di parlare direttamente con la sua star dal cielo artefatto, che in realtà è un enorme studio televisivo. Una volta raggiunto i confini della location dello show, con una porta misteriosa che presenta la dicitura “exit”, avviene un dialogo significativo fra Truman e Christof incentrato sulla differenza fra il mondo esterno alla scenografia di Seahaven, corrotto e desolato, e la vita che è stata presentata a Truman, colorata, gioiosa e ricca di opportunità. Truman non si lascia cadere in tentazione e lascia il set salutando scherzosamente il suo pubblico, esclamando: “Casomai non vi rivedessi…buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!”.
The Truman Show: ”Accettiamo la realtà del mondo che ci viene presentato”
Queste sono le parole di Christof, in un’intervista a lui dedicata durante lo svolgimento del film. Il mondo è pronto a credere a tutto ciò che la televisione è in grado di servirgli. Non vi sono filtri e la macchina produttiva rimane in funzione per intrattenere milioni di spettatori senza sosta. Truman, uscendo di scena nell’iconica sequenza che chiude le pellicola, taglia i fili che le tenevano legato allo show, come se fosse stato per tutto il tempo un burattino agli occhi della società contemporanea. Il vero uomo si impone, si fa avanti in uno scenario che ricorda vagamente il mito della caverna di Platone.
Un prigioniero incatenato fin dalla nascita nelle profondità di una caverna. Anche in questo caso vi sono dei personaggi esterni che hanno un’idea completa della situazione, invece i prigionieri, non conoscendo cosa accada realmente alle proprie spalle e non avendo esperienza del mondo esterno, sono costretti a vivere nell’ombra e hanno costantemente timore della luce accecante che risiede al di fuori della caverna. Trasposto nell’era digitale, la caverna assume le sembianze di programmi spazzatura che trasmettono in diretta, 24 ore su 24, le vite di potenziali celebrità e idoli passeggeri.
The Truman Show rappresenta anche un trampolino di lancio per l’attore Jim Carrey, perennemente votato alla commedia. Il film stesso altro non è che la rielaborazione di uno scenario in cui Truman/Carrey è obbligato ad assumere una maschera giorno dopo giorno, interpretando un cittadino modello sempre sorridente alla vita. Peter Weir, durante le riprese, lo incita a condurre una vera e propria scoperta di sé e delle capacità attoriali che può fornire. Una volta sbloccato dalla sua posizione di comico travolgente e con la battuta pronta in ogni occasione, Carrey è libero di ragionare con la propria testa e agire da attore a 360 gradi, con una vasta gamma di emozioni a sua disposizione. The Truman Show rimane ancora oggi un’opera indimenticabile, in cui si congiungono con armonia gli sforzi artistici di tutti gli operatori che concorrono alla creazione di un capolavoro senza tempo.