Ti amo in tutte le lingue del mondo: le frasi più belle del film
Ti amo in tutte le lingue del mondo segue il consueto stile dell'attore e regista toscano, che predilige battute pungenti e disarmanti, direttamente associate alle caratteristiche principali dei protagonisti.
Correva l’anno 2005 quando in prossimità del Natale usciva Ti amo in tutte le lingue del mondo, ennesima prova alla regia di Leonardo Pieraccioni, che si cimenta con una nuova commedia romantica, alternando toni sarcastici e pungenti alle più tradizionali dinamiche dei racconti amorosi. La storia è quella di Gilberto, un insegnante che scopre all’improvviso il tradimento della moglie, da cui si separa subito, andando a vivere momentaneamente da Cateno, il fratello balbuziente e dai modi eccentrici. Quando una delle alunne lo inizia a riempire di messaggi d’amore, Gilberto fa casualmente la conoscenza di Margherita, una fascinosa donna, dal passato ricco di sorprese.
I personaggi principali di questo racconto sono molto macchiettistici, con il consueto stile dell’attore e regista toscano, che predilige battute pungenti e disarmanti, direttamente associate alle caratteristiche principali della figura interpretata. Primo fra tutti questi uomini particolari incontriamo Cateno, il fratello di Gilberto, che ha le sembianze di Giorgio Panariello: la sua balbuzie è inarrestabile, così come la tenerezza dei suoi slogan sportivi che lo accompagnano in piscina. Gli scambi di battute tra fratelli sono tanti e tutti più o meno su questo tono:
Cateno: Ca-cateno, in piscina e-e sono un treno, il mio nuoto è senza freno, a-all’arrivo ci vo’ in un baleno
Gilberto: Sì, e a fanculo ti ci mando pieno…quanto è lungo ‘sto striscione?!
Accanto alla simpatia di Cateno c’è il gioco con lo spettatore che Pieraccioni instaura con il personaggio di frate Massimo: un Massimo Ceccherini in veste ecclesiastica e dal linguaggio aulico e forbito che di certo non ci si aspetterebbe.
A fare invece da controparte ai toni goliardici dei personaggi maschili, c’è la storia d’amore travagliata tra Gilberto e Margherita, i quali al di là dei loro sentimenti devono fare i conti con la quotidianità pratica di famiglia e lavoro. Tra le riflessioni più emblematiche dei due:
“Margherita: Perchè mi guardi così? A che pensi?
Gilberto: No niente…stavo pensando ma se io e te ci si piacesse secondo te quanto ci si metterebbe a darsi un bacio, a passare un fine settimana insieme? Cioè io fra due giorni fo 40 anni e stavo pensando ‘A me questa donna mi piace, parecchissimo!’”
E gli alti e bassi della loro storia d’amore passano anche per conclusioni molto meno ottimistiche, alternando l’ottimismo di Gilberto al disilluso realismo di Margherita:
“Margherita: La verità è che voi uomini siete soltanto un groviglio di istinti bestiali, pensate di essere furbi invece avete l’intelligenza di un branco di tonni. Anzi siete peggio, siete dei molluschi, delle vongole, delle triglie!
Gilberto: Siamo un cacciucco!”
A sua volta, Gilberto riflette sulla natura sfortunata dell’amore in generale e in particolare delle sue vicende relazionali, citando un non meglio specificato poetica con l’aforisma
“L’amore è un’altalena di perdenti, se si va paro c’è già da star contenti”
Ti amo in tutte le lingue del mondo è un film ricco di momenti dal potenziale citazionistico, e del resto è così che ci ha abituato Leonardo Pieraccioni, che nelle sue commedie predilige ripetersi per argomenti e forma di racconto, eppure modificando di volta in volta la dinamica relazionale che il suo alter ego filmico affronta. Il personaggio di Paolina, l’adolescente infatuata del professore di ginnastica dalle cui idee proviene il titolo del film, resta paradossalmente fuori dalle vicende centrali del film per molti aspetti, incluso il potenziale delle frasi a lei attribuite. L’apporto maggiore che la ragazza dà ai dialoghi del film è di pronunciare o, meglio, scrivere “Ti amo” in tutte le lingue del mondo.