Buon compleanno Tim Roth! – le 5 migliori performance e le 5 peggiori
Nella vita, come nella recitazione, possono alternarsi gli alti e i bassi. Nel giorno del compleanno di Tim Roth, abbiamo quindi pensato di proporvi le 5 migliori performance dell’attore, seguite dalle 5 peggiori. Siete d’accordo con noi?
Le 5 migliori performance di Tim Roth
5. Pulp Fiction (1994)
È vero, Tim Roth non appare per tanto a lungo in Pulp Fiction, ma nonostante questo interpreta un personaggio indimenticabile e lo fa magistralmente, anche se appare sullo schermo per soli 15 minuti o giù di lì. Nei panni di Ringo (nickname: Pumpinkin), un ladruncolo che passa il suo tempo derubando negozi di liquori, Roth è semplicemente eccellente, probabilmente anche a causa della grande chimica che dimostra di avere con Amanda Plumber, che interpretava la sua instabile ragazza nonché complice Honey Bunny, e con Samuel L. Jackson che interpretava Jules. Ricordiamo, inoltre, che è proprio la voce di Roth che da inizio a Pulp Fiction, con Ringo che discute riguardo il suo lavoro (“No, è troppo rischioso. Ho chiuso con queste stronzate…”).
4. Lie To Me (2009-2011)
Lie To Me non ha mai raggiunto gli stessi picchi di popolarità di show simili ed è stato ingiustamente cancellato dopo appena tre stagioni – una vera sfortuna considerando quanto fosse promettente la serie e quanto buona fosse la performance di Tim Roth. Nel ruolo Dr Cal Lightman, che usa la psicologia per risolvere i casi, l’attore è riuscito a dar vita ad un personaggio a cui è impossibile non appassionarsi. Roth è uno di quegli attori capaci di interpretare ruoli particolarmente drammatici, e questo ruolo gli ha dato una vasta gamma di emozioni da interpretare, rimanendo comunque credibile e con i piedi ben piantati per terra. Il concetto dello show, che vedeva Lightman usare il linguaggio del corpo e le micro espressioni del viso della gente per capire se fossero onesti o meno, ha tenuto in piedi la serie per tre stagioni.
3. Rosencrantz e Guildenstern sono morti (1990)
Gary Oldman e Tim Roth nello stesso film? Chi lo avrebbe mai detto! La poco nota e sottostimata commedia Rosencrantz e Guildenstern sono morti (scritta dal solo e unico Tom Stoppard) si concentra su due personaggi minori dell’Amleto di Shakespeare e ci mostra cosa accade quando questi sono off-screen e spariscono del palco. Per lo più assistiamo a situazioni disastrose ma comiche, e qui Roth si dimostra tutto il suo talento. Molto del film si basta su giochi di parole e incomprensioni, la chimica grandiosa con Gary Oldaman rende la performance dell’attore ancora più incredibile.
3. Rob Roy (1995)
Forse il primo nome che vi verrà in mente nel sentire pronunciare Rob Roy è Liam Neeson, ma è anche l’interpretazione di Roth, nei panni di Archibald Cunningham, che rende questo film medioevale di grande valore. C’è una buona ragione se l’attore ha ricevuto un BAFTA Award come Miglior Attore non Protagonista, ovviamente, e se ha ricevuto anche una nomination agli Academy Award sempre come Miglior Attore non Protagonista. Come nipote super diabolico del Marchese di Montrose, Roth dimostra un’abilità unica dall’inizio alla fine. Sarebbe stato facile rendere il personaggio come una macchietta, data la natura di Cunningham, ma Roth riesce a dare lui un certo spessore come cattivo e senza troppo sforzo. Quando alla fine viene eliminato nel memorabile combattimento finale, lo spettatore è quasi dispiaciuto nel vederlo uscire di scena.
1. Le Iene (1992)
Senza dubbio, la migliore e più memorabile interpretazione di Roth può essere ammirata nel sanguinoso film di debutto di Quentin Tarantino, Le Iene, dove interpreta il poliziotto sotto copertura Freddy Newandyke. In un certo senso, Roth interpreta il più importante dei personaggi nel film – è grazie a lui che, alla fine, tutto finisce nel caos più totale. L’attore domina ogni scena in cui compare. Appena la storia comincia, subito dopo la famigerata scena della colazione, è l’iconico urlo di Roth che sentiamo mentre Mr. White (Harvey Keitel) corre alla ricerca di un posto in cui nascondersi e aiutare il suo amico ferito. L’agonia del suo grido e il conflitto emozionale della sequenza finale del film risuona ancora oggi: possiamo ancora sentirlo gridare.
Le 5 peggiori performance di Tim Roth
5. The Incredible Hulk (2008)
Perché Tim Roth? Questa è l’unica domanda pertinente per questo ruolo in L’incredibile Hulk della Marvel, film in cui Roth interpreta Emil Blonsky, un soldato che si ritrova a farsi iniettare lo stesso siero che ha trasformato Bruce Banner in Hulk e finisce per trasformarsi ne l’Abominio. Blonsky è un personaggio che richiede una certa prestanza fisica, oltre che una certa carica emozionale. Dopo aver visto L’Incredibile Hulk non rimane nessun particolare ricordo duratura di Blonsky o di Abominio. È probabilmente solo un esempio di un buon attore incastrato nel ruolo sbagliato, e sebbene Roth riesca e trasmettere i tumulti interni associati alla trasformazione del personaggio in un gigantesco mostro, non risulta tanto convincente come soldato. Il tutto diventa anche più strano se si considera il fatto che, a quanto pare, sia stato lo stesso Roth a suggerire che Blonsky fosse un soldato.
4. D’Artagnan (2001)
Tim Roth è il cattivo di questa stranissima rivisitazione stile Kung fu del romanzo classico di Alexandre Dumas. Sì, avete capito bene: qualcuno ha pensato fosse una buona idea fondere le arti marziali con I tre moschettieri. Nell’interpretazione di Roth si percepisce l’ombra di Cunningham di Rob Roy, ma niente di convincente – l’espressione di Roth per tutto il film sembra dire: “Leggi le battute e prenditi i soldi, Tim. Niente di più e niente di meno.” E che battute! Lo script di Gene Quintano lascia molto a desiderare.
3. The Last Sign (2005)
Andie MacDowell interpreta una donna tormentata dal fantasma del suo alcolizzato e violento marito. Dovrà fare pace con il proprio passato se vuole trovare la pace e l’amore. Se al mondo esiste un riassunto di una trama designato appositamente perché nessuno abbia voglia di vedere il film, l’abbiamo trovato. Avete presente il marito alcolizzato di cui si parlava prima? Quello è Roth. Cosa avrà convinto l’attore a fare questo? Roth doveva forse un favore a qualcuno o qualcosa del genere?. E vi starete chiedendo: come se la cava nei panni del fantasma? Non molto bene, veramente. Roth interpreta Jeremy come se fosse in una specie di “nebbia che induce al sonno” e non perché è ritratto come un fantasma, ma perché sembra non importargli nulla del ruolo.
2. Invincible (2001)
Rober Ebert una volta ha dichiarato che praticamente tutto quello che Werner Herzog fa è interessante, anche quando fallisce o non raggiunge il suo obiettivo appieno. Invincible non è proprio l’eccezione alla regola, ma non la conferma neppure. Tim Roth è più o meno al centro di questo strano, curiosamente indulgente lavoro di Herzog, che praticamente ha successo solo nel confondere e far infuriare chiunque lo abbia visto. La trama, basata su una storia vera e che si svolge in Germania, riguarda le vicende di un uomo che acquisisce fama e fortuna negli anni ’30, mentre il nazismo acquisisce potere. Roth interpreta un ipnotizzatore da palcoscenico, uno che sembrerebbe avere “doni psichici”. Guardarlo recitare attraverso le lenti di Herzog rende Roth come una stranezza, le sue battute sono bizzarre, il suo accento sembra cambiare, e le sue espressioni facciali non sembrano corrispondere a ciò che dice.È come se fosse…ipnotizzato. Che la stranezza del personaggio di Hanussen fosse intenzionale o no, non è chiaro.
1. Four Rooms (1995)
L’idea qui era che quattro filmaker – Quentin Tarantino, Robert Rodriguez, Allison Anders e Alexandre Rockwell – si riunissero insieme per creare un film antologia simile a New York Stories (che vedeva segmenti da registi come Woody Allen e Martin Scorsese). Ambientato in un grande hotel, tutte e quattro le storie sono connesse tra loro dal personaggio di Roth, Ted il fattorino. La pellicola è un successo solo per metà, a causa soprattutto dei segmenti di Anders e Rockwell che sono piuttosto scadenti. Roth tira fuori qualcosa di terribile, saltella sulla scena, fa voci stupide e, in generale, riesce solo a imbarazzare se stesso mentre tenta di dar vita al suo ruolo di personaggio principale. È vero che questo è il genere di ruolo che giustifica un’interpretazione sopra le righe (probabilmente), ma l’attore non sembra essere a suo agio nel personaggio. Semplicemente non funziona.