Titanic: la storia vera del film di James Cameron
A 20 anni dall'uscita dell'intramontabile film di James Cameron, molti sono ancora gli inquietanti misteri attorno all'incredibile storia vera del Titanic..
Sono passati ben 20 anni da quando James Cameron diede vita ad uno dei film destinati a fare la storia del cinema: nel 1997 usciva nelle sale di tutto il mondo Titanic (recensione), con Kate Winslet e un giovanissimo Leonardo Di Caprio, e da allora la storia più romantica e drammatica di ogni tempo sarebbe destinata a rimanere indelebile nella mente degli spettatori di generazione in generazione.
Titanic: dietro al film di James Cameron una tragica storia vera
Come tutti sappiamo la drammatica vicenda che fa da sfondo all’incredibile storia d’amore tra Jack e Rose non è frutto della fantasia del regista, ma corrisponde ad una tragica storia vera: il RMS Titanic è stato infatti un transatlantico britannico della classe Olympic, progettato agli inizi degli anni ’90 dell’ottocento, assieme ai suoi due gemelli Olympic e Britannica, per offrire un collegamento settimanale di linea tra Europa ed America. Costruito seguendo i più moderni progressi della scienza e della tecnologia, il Titanic era considerato il risultato più alto, in termini di velocità e sicurezza, raggiunto fin ad allora dall’ingegneria navale. È probabilmente anche per questo che quando, nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, il Titanic affondò nelle acque gelide dell’Oceano Atlantico, causando la morte di 1518 dei suoi passeggeri, l’opinione pubblica di allora, e non solo, ne rimase profondamente sconvolta.
Il naufragio del Titanic: tutte le incredibili coincidenze dietro la storia vera della tragedia
In realtà quel drammatico incidente, destinato a passare alla storia come uno degli avvenimenti catastrofici più drammatici e inspiegabili del XX secolo, è ancora oggi avvolto da diversi irrisolvibili misteri. Era il 10 aprile 1912 quando il Titanic salpò da Southampton (Inghilterra) verso New York per il suo viaggio inaugurale. A comandare l’impresa il capitano Edward J. Smith, per il quale il comando del Titanic rappresentava l’ultimo, nonché il più alto incarico della carriera prima del congedo. Era una notte gelida, le temperature si aggiravano intorno allo 0, inoltre le acque erano eccessivamente calme e nel cielo la debole luce lunare rendeva il mare ancora più difficile da scrutare. Queste condizioni in parte spiegano perché il Titanic procedeva in quella notte con una velocità ben oltre i limiti imposti dalla sicurezza. Ma di certo non furono soltanto queste le inquietanti coincidenze di quella sera…
Alcune ore prima della collisione con l’iceberg, intorno alle 13:30, il vapore Baltic aveva inviato all’equipaggio del Titanic un messaggio che segnalava la presenza di ghiaccio a 400 km sulla rotta del transatlantico. Il direttore della White Star non diede peso alla cosa e giudicò sufficiente la modifica della rotta (leggermente più a sud) data da Smith in precedenza, senza diminuire affatto la velocità. Inoltre nel corso del pomeriggio ben altri tre messaggi furono inviati al Titanic, ma a nessuno di essi, per un motivo o per un altro, non venne ascoltato: il primo, alle 13.45, dal piroscafo Amerika, che inspiegabilmente non giunse al ponte di comando, il secondo, dal Mesaba, invece non fu consegnato, infine il terzo importantissimo marconigramma giunse dal Californian, che sostava bloccato dai ghiacci a poca distanza dal Titanic: nel messaggio veniva segnalata la presenza di un enorme campo di iceberg proprio sulla rotta del transatlantico, ma l’operatore radio del Titanic silenziò il marconista del Californian, essendo impegnato nell’invio dei messaggi personali dei passeggeri.
La notte del 14 aprile 1912: cosa accadde prima del fatidico incidente del Titanic?
Erano le 23.40 quando l’incubo del Titanic cominciò, ad accorgersi del pericolo imminente furono le due vedette Fredrick Fleet e Reginald Lee, che dovettero vedere l’iceberg letteralmente ad occhio nudo, in quanto, a causa di una serie di coincidenze, non erano reperibili a bordo le chiavi dell’armadietto dei binocoli. Sta di fatto che alle parole di Fleet “Iceberg dritto di proravia!” e corrispondente suono d’allarme delle campane, il primo ufficiale Murdoch virò immediatamente a sinistra e ordinò “macchine indietro tutta”, ma la nave stava filando alla massima velocità (24,8 nodi) e non poteva ridurla in un tempo così breve. A posteriori è stato provato che se Murdoch non avesse dato quell’ordine, mantenendo al contrario la direzione, la nave avrebbe avuto un violento impatto frontale contro l’iceberg, danneggiando i primi due compartimenti stagni, ma se la sarebbe cavata con qualche ora di ritardo sulla rotta di marcia e nulla più. Ordinando invece la virata a sinistra, il Titanic offrì all’iceberg la sua fiancata, che fu trafitta in più punti per il progressivo effetto della virata, determinando l’allagamento di ben 5 compartimenti stagni, un numero eccessivo anche per una nave resistente come il Titanic.
Il resto della storia è purtroppo noto a tutti: il lento ma inesorabile affondamento del Titanic, la morte di ben oltre la metà dei suoi passeggeri, il triste epilogo della vita del comandante Smith, in definitiva la fine dei sogni di molti uomini e donne di ogni estrazione sociale. Una storia tragica destinata a restare eterna nella mente degli uomini presenti e futuri, anche grazie al capolavoro di James Cameron, che nonostante i suoi 20 anni, continua ad esercitare un fascino immortale sugli spettatori di tutto il mondo.