Tredici vite: l’incredibile storia vera da cui è tratto il film di Ron Howard
La storia vera raccontata nel film Tredici vite, diretto da Ron Howard, accaduta nel 2018 in Thailandia e famosa in tutto il mondo.
Tredici vite, dal titolo originale Thirteen Lives, diretto da Ron Howard, con un cast che include nomi come Viggo Mortensen, Colin Farrell e Joel Edgerton, è il nuovo successo Prime Video disponibile dal 5 agosto 2022. Tredici vite racconta una nota ed emozionante vicenda, un dramma che ha fortunatamente avuto un lieto fine. Era l’estate del 2018 quando in una remota provincia settentrionale della Thailandia, poco prima dell’inizio della stagione dei monsoni, 12 giovani calciatori tra gli 11 e i 13 anni e il loro allenatore, di 20 anni, scesero all’ingresso di una grotta, scomparendo improvvisamente.
L’incredibile storia vera alla base del film Tredici vite
Le forti piogge del periodo li avevano intrappolati all’interno, costretti a rimanere dove si trovavano, senza poter tornare indietro. Mentre la grotta iniziava ad essere sommersa dall’acqua, i bambini e l’allenatore riuscirono a trovare un’area dove l’acqua ancora non era arrivata. Avevano un’unica possibilità: aspettare i soccorsi. Quell’anno il salvataggio della squadra di calcio thailandese ha affascinato il mondo intero, ispirando numerosi progetti audiovisivi, tra cui il documentario di Nat Geo del 2021 The Rescue, una miniserie Netflix e una serie di podcast. È semplicemente troppo difficile resistere all’incredibile storia vera.
Molte grotte in Thailandia si allagano quando piogge forti e improvvise colpiscono il Paese. Il periodo in cui la squadra di calcio si è avventurata per esplorare le grotte di Tham Luang era la stagione dei monsoni, e i cunicoli delle grotte, lunghi tre miglia si sono trasformati in un fiume sotterraneo, il cui livello sale molto più velocemente rispetto a quanto drena e si divide così in due rami in corrispondenza di un incrocio a forma di T. I ragazzi si sono addentrarti sempre più nelle profondità della grotta per evitare le inondazioni che si susseguivano rapidamente.
Le possibilità di salvataggio
Sfortunatamente, c’era e c’è tuttora solo un modo per entrare e uscire da Tham Luang. I soccorritori, come si vede in Tredici vite, hanno cercato delle vie alternative dalle montagne circostanti di Doi Nang, ma non c’era nessuna apertura da cui i ragazzi sarebbero potuti uscire. Nessuno dei componenti della giovane squadra di calcio sapeva nuotare, per non parlare del fatto che avrebbero dovuto immergersi per un lungo tratto nell’acqua che inondava le grotte, c’era il rischio di non riuscire poi a risalire se l’acqua non si fosse ritirata. Una situazione che i funzionari politici, considerarono all’epoca, sarebbe avvenuta solo alla fine della stagione dei monsoni, dovendo quindi aspettare 4 mesi. Un tempo che quei bambini non avevano.
I funzionari thailandesi hanno impiegato due giorni per tentare altri metodi di salvataggio, come pompare fuori l’acqua, costruire un pozzo, e cercare uscite alternative, prima di affidarsi ai consigli dell’esploratore di caverne britannico, Vern Unsworth e mandare due sommozzatori del British Cave Rescue Council, John Volanthen e Rick Stanton, che in Tredici vite sono interpretati da Viggo Mortensen e Colin Farrell. Le grotte di Tham Luang sono famose per essere particolarmente buie e tortuose, piene di cunicoli stretti, di stalagmiti affilate, vicoli ciechi, percorsi laterali e doppi dorsi, il tutto all’epoca da percorrere sott’acqua. Inoltre, come si vede in The Rescue, le condizioni non erano delle migliori.
Come i soccorritori hanno trovato i ragazzi
Stanton, in The Rescue ha descritto la loro immersione iniziale come “speleologia da onde bianche” a causa della corrente forte e dell’acqua mischiata a fango, insieme agli errori umani che hanno trovato nelle grotte: fili e cavi telefonici. Navigare nelle acque ed estendere le linee guida in modo che altri potessero seguire le loro tracce è stato un processo molto lento e impossibile da accelerare. Le autorità locali, compresi i membri dei Thai Navy Seals, pensavano che i ragazzi si fossero accampati in una sezione sopraelevata della grotta chiamata Pattaya Beach; Volanthen e Stanton si diressero così lentamente verso quella vasta camera, che era il punto più alto all’interno della grotta. Purtroppo anche quell’area era completamente sommersa. I due sommozzatori, imperterriti, hanno però proseguito, seguendo la corrente e affiorando in superficie ogni volta che incontravano una sacca d’aria. “Ovunque c’era una sacca d’aria, emergevamo, respiravamo, annusavamo l’aria e gridavamo“, ha dichiarato Volanthen alla BBC. “È una procedura standard per queste operazioni di salvataggio“.
L’odore è stato infatti fondamentale ed è ciò che ha portato i soccorritori fino ai ragazzi. Quando sono emersi in una sacca d’aria a un paio di centinaia di metri dalla spiaggia di Pattaya, Volanthen e Stanton hanno annusato un qualcosa di inaspettato e si sono girati, vedendo così i ragazzi emergere dall’oscurità e camminare fino al bordo dell’acqua. Una volta trovati però, si poneva il problema di come tirarli fuori da quella grotta piena d’acqua. Nessuno dei ragazzi sapeva fare immersioni, ma alcuni di loro hanno affermato di saper nuotare. Ma uno dei problemi era poi mantenere la calma navigando nelle strette trincee della grotta e non rimanere senza ossigeno. E si trattava comunque di ragazzi di 12 e 13 anni, impauriti e intrappolati lì sotto da ormai troppo tempo.
Tredici vite: la soluzione illegale che ha salvato 13 esseri umani
Pochi giorni prima che Stanton e Volanthen trovassero la squadra di calcio, come si vede in Tredici vite, salvarono alcuni lavoratori che si trovavano in un punto più vicino all’ingresso della grotta. Gli uomini erano andati nel panico e si era dimenati nonostante fossero a una distanza più breve dall’uscita e sapessero nuotare. Se non si poteva fare affidamento su quegli uomini per non farsi prendere dal panico, come si sarebbe potuto rischiare con dei bambini? I piani superiori coinvolti nel salvataggio decisero che l’unico modo per far uscire i ragazzi era guidarli attraverso le acque insidiose dopo averli sedati.
Così Stanton ha chiamato l’anestesista australiano di nome Richard Harris, in Tredici vite interpretato da Joel Edgerton, anche lui esperto di immersioni, chiedendogli di unirsi alla loro operazione di salvataggio. Harris era inizialmente riluttante ad accettare l’offerta di Stanton. Oltre alla probabilità che la missione potesse fallire, ciò che Stanton chiese a Harris di fare era del tutto illegale. A rassicurare Harris, il governatore Narongsak della provincia di Chang Mai ha accettato di prendersi qualsiasi responsabilità se le cose fossero andate storte e ha offerto a Harris e ai suoi due assistenti l’immunità diplomatica.
Harris alla fine acconsentì e preparò una potente soluzione di Ketamina, Xanax e Atropina. La miscela assicurava che ogni ragazzo sarebbe stato sedato durante il viaggio dalla grotta alla terraferma che sarebbe durato 6 ore. Harris ha anche dovuto insegnare ai sommozzatori come iniettare i farmaci, considerando che avevano solo 45 minuti. Alla domanda fatta dai registi di The Rescue, Jimmy Chin ed Elizabeth Chai Vasarhelyi ad Harris, su come ci si sente a sedare e sommergere i ragazzi nelle acque profonde della grotta, il dottor Harris ha risposto: “Sembrava di mettere una maschera su una bambola di pezza. Non mi sentivo per niente a mio agio, in qualsiasi modo chiamassi ciò che stavamo facendo“. Difficile, rischioso e illegale, il piano di Harris ha funzionato e tutti i 13 membri, compreso l’allenatore, sono arrivati sani e salvi all’imboccatura della grotta il 10 luglio 2022, tre giorni dopo l’inizio ufficiale della missione di salvataggio e 18 giorni dopo che i ragazzi si erano addentrati nelle profondità della grotte di Tham Luang.