Tutti i soldi del mondo: la storia vera del rapimento di John Paul Getty III
Spesso la realtà sa fare scalpore più della finzione. È dunque il caso di parlare della storia vera narrata da Ridley Scott in Tutti i soldi del mondo
Con Tutti i soldi del mondo (titolo italiano di All the Money in the World), Ridley Scott porta all’attenzione del pubblico una vicenda che fece scalpore negli anni ’70, ovvero il rapimento di John Paul Getty III. Per adattarla alle movenze della grande industria il regista di capolavori come Il Gladiatore, Blade Runner e Alien applica qualche lustrino di fantasia, mantenendo però tutto sommato intatto lo scheletro di quel tanto discusso caso di cronaca.
Se siete curiosi quanto noi, molto probabilmente uscirete dalla sala con una certa sete di autenticità e vi chiederete: qual è la storia vera a cui si ispira Tutti i soldi del mondo? Cosa è accaduto realmente al nipote di Paul Getty? E perché il suo rapimento ha fatto indignare così tanto l’opinione pubblica, in un periodo in cui i sequestri erano all’ordine del giorno? Scopriamo insieme cosa è davvero accaduto.
Chi era John Paul Getty III?
Interpretato nel film di Scott da Charlie Plummer, Paul era il nipote prediletto di Jean Paul Getty (nel film Christopher Plummer, che è andato a sostituire il collega Kevin Spacey dopo lo scandalo di Hollywood). Nato a Minneapolis il 4 novembre del 1956 da uno dei quattro figli dell’anziano Getty (fondatore della Getty Oil Company) e da Abigail “Gail” Harris (nel film Michelle Williams), il ragazzo trascorre la maggior parte della sua vita e soprattutto l’età adolescenziale a Roma, dove la famiglia si era trasferita per seguire gli affari della compagnia petrolifera. A quel tempo i coniugi Getty si sono già separati e lui vive con la madre, che ha una boutique in piazza di Spagna, e i fratelli. Ha i capelli lunghi e un aspetto apparentemente trasandato; come molti giovani della sua generazione segue le logiche della cultura hippy, frequentando zone come Campo de’ Fiori e Trastevere. Nonostante il benessere economico, Paul non è affatto il ragazzo modello che si potrebbe pensare appartenere a una famiglia d’alto rango: va male a scuola, fa uso di droghe e alcool.
John Paul Getty III – i dettagli del rapimento narrato in Tutti i soldi del mondo
È la sera del 10 luglio del 1973 quando Paul (17 anni) si ritrova a camminare ubriaco per le vie della Capitale dopo aver trascorso una serata in compagnia di Andy Warhol e Roman Polanski, tra gli altri. Il ragazzo viene avvicinato da alcuni tizi nei pressi di piazza Farnese e caricato in macchina. A rapirlo sono alcuni membri della ‘ndrangheta calabrese che chiedono un riscatto pari a 17 milioni di dollari facendo scrivere una lettera allo stesso Paul.
Date le sue tendenze, inizialmente i familiari pensavano si trattasse di uno scherzo e di un escamotage architettata dall’adolescente per spillare quattrini all’avaro nonno – aveva infatti espresso poco prima dell’accaduto la sua intenzione di fingere il rapimento così da poter comprare casa in Marocco con la fidanzata – ma dovettero presto ricredersi. John Paul Getty III era stato rapito realmente dalla mafia calabrese, che lo imprigionò per 5 mesi. Le trattative furono lunghe e crearono scandalo e curiosità tra l’opinione pubblica, basita perlopiù dall’atteggiamento del magnate del petrolio, il quale dichiarò che se avesse pagato il riscatto del nipote si sarebbe trovato con 14 nipoti rapiti e senza soldi. Il rapimento del suo nipote preferito fu affrontato allo stesso modo di un affare: tirando sul prezzo da pagare.
Tutti i soldi del mondo e la vera storia del rapimento di John Paul Getty III – la CIA, la polizia e l’orecchio mozzato
Le sorti del giovane Paul posavano praticamente tutte su Paul Getty I, in assoluto l’uomo più ricco della storia. Per il nipote assoldò un ex agente della CIA, tale J. Fletcher Chase (nel film Mark Wahlberg), che giunse in Italia cinque settimane dopo l’accaduto fallendo il suo primo tentativo di riscatto. Anche la polizia italiana si mobilitò, cercando sui monti calabresi della Sila il nascondiglio (alla fine il paese in cui si trovava era quello di Cicala, in provincia di Catanzaro). Dopo tre mesi di richieste alle quali non era seguita nessuna risposta tangibile gli stessi rapitori si spazientirono arrivando a tagliare l’orecchio al ragazzo e spedendolo al quotidiano Il Messaggero insieme a una lettera nella quale specificarono che da quel momento in poi non avrebbero più esitato nell’uccidere il giovane qualora i Getty non avessero pagato, continuando a prenderli in giro.
Per quanto riguarda l’episodio inerente il taglio dell’orecchio Paul l’ha raccontato nel dettaglio in un libro, dicendo che sapeva bene cosa stava accadendo e che fu lui stesso a farsi dare un fazzoletto da mordere durante l’amputazione. Reale è anche la questione delle bistecche che fu “costretto” a mangiare per essere più forte. Secondo quanto lui stesso raccontò non provò molto dolore, ma poco dopo ebbe una forte emorragia e credette di morire.
Anche la redazione de Il Tempo ricevette qualcosa: le foto di Paul senza orecchio ma in vita. Fu dopo questi eventi che il nonno si decise finalmente a pagare il riscatto che nel mentre era precipitato da 17 a 3 milioni di dollari. Per l’esattezza il padre di Paul pagò 800 mila dollari e il vecchio Getty 2,2 milioni di dollari, che si fece però restituire con un interesse del 4 per cento.
Alcune delle cose riportate in Tutti I soldi del Mondo di Ridley Scott sono reali come ad esempio la “bontà” dei rapitori, che molto probabilmente non si aspettavano di dover lottare troppo per avere i soldi. Anche una delle scene del film, ovvero quella in cui uno dei rapitori viene ucciso e bruciato per aver tentato di uccidere il ragazzo dopo essere stato visto in volto, pare corrispondere alla realtà.
Paul Getty III sarà liberato il 17 dicembre del 1973 sull’autostrada Salerno-Reggio Calabria, all’altezza di Lauria (Basilicata). Ad aiutarlo è il camionista Antonio Tedesco che, pur non conoscendo i fatti di cronaca, risponde alla richiesta del ragazzo di essere portato dai Carabinieri. È nella caserma di Lagonegro che si scatena il panico e nell’ospedale del comune in provincia di Potenza che il giovane Getty riceve le prime cure mediche.
Per il rapimento di Getty furono arrestate nove persone ma solo due sono state condannate, mentre il denaro non è mai stato trovato.
Dopo essersi ricongiunto con i familiari, Paul Getty si rifiutò di chiamare il nonno per ringraziarlo e dopo questa terribile vicenda la sua vita fu segnata per sempre, portandolo a proseguire la strada di vizi e sregolatezza sulla quale passeggiava già prima del rapimento. All’età di 18 anni, nel 1974, sposò – nonostante le contrarietà della famiglia – la fotografa tedesca Gisela Zacher, al quinto mese di gravidanza, più vecchia di lui di sette anni. Gisela l’aveva conosciuto l’anno del rapimento (lei e la sorella gemella tra l’altro furono indagate). Il loro matrimonio, dal quale nacque l’attore Balthazar Getty, durò fino al 1993 e costò a Paul l’esclusione dall’eredità familiare.
Paul Getty III ha 24 anni (è il 1981) quando un cocktail di droghe gli provoca un’overdose. L’ictus che lo colpisce lo costringerà a letto, paralizzato e quasi cieco; morirà all’età di 54 anni (il 6 febbraio del 2011) nella sua villa del Buckinghamshire, in Gran Bretagna, circondato dalle cure della madre, dei fratelli e del figlio.
Una conclusione che va a braccetto con una vita sfortunata e non goduta, un’esistenza sommersa dal denaro, dai vizi e molto probabilmente dalla mancanza di un punto di riferimento nell’ambito familiare. La gloria del povero Paul ha fatto praticamente riferimento solo a eventi nefasti e il suo rapimento è stato un po’ lo spartiacque della sua esistenza: un fatto che l’ha toccato in prima persona rendendolo un idolo ma allo stesso tempo ha messo in luce la lotta intestina di casa Getty.
Se in tutto questo vi state chiedendo se l’immagine data da Ridley Scott di Jean Paul Getty corrisponde alla realtà la risposta è si!
Il fondatore della Getty Oil Company, accanito collezionista d’arte, era davvero un uomo molto ricco ma soprattutto molto avaro. Il suo successo imprenditoriale non era assolutamente sincronizzato con quello privato, dal momento che aveva in bilancio ben cinque matrimoni falliti e molte sue gesta, come ad esempio la presenza di una cabina telefonica per gli ospiti, corrispondono alla verità.