Una stagione da ricordare: la storia vera alla base del film con Helen Hunt
La storia vera che si nasconde dietro al film Una stagione da ricordare.
Una stagione da ricordare è un film del 2018 diretto da Sean McNamara e interpretato da Helen Hunt, Erin Moriarty, William Hurt, Danika Yarosh e Jason Gray-Stanford. La pellicola racconta la storia della squadra di pallavolo dei Trojans, che cerca di trovare la forza di continuare a giocare, anche dopo la tragica morte del loro capitano Caroline Found. Le ragazze vogliono vincere il campionato e omaggiare la loro compagna, mentre la coach Bresnahan prova a risollevare i loro animi.
Il film racconta una storia vera, quella della squadra di pallavolo della West High School dell’Iowa City del 2011, che da una tragedia cerca di ritrovare la forza per andare avanti. Gran parte della pellicola si dedica alla coach Kathy Bres Bresnahan, ora in pensione e stata per molto tempo un’ottima allenatrice. Nonostante fosse una coach davvero molto competente, Bres non sapeva bene a cosa andava incontro e il difficile compito che doveva affrontare.
“Dovremmo essere contendenti al titolo entro la fine della stagione”, disse la coach, ma il giorno dopo niente di tutto questo aveva importanza, perché una delle sue giocatrici perse la vita in un incidente in motorino. La squadra era devastata e distrutta era anche Bres. A complicare tutto fu anche la mamma della ragazza, che morì solo 12 giorni dopo la morte di sua figlia, per un cancro al pancreas. L’inizio del campionato fu molto difficile, perchè l’Iowa City West perse la sua prima e la sua seconda partita. Ma alla coach ciò che importava era quello di salvare le proprie giocatrici, che stavano cadendo verso un baratro senza avere la forza di rialzarsi.
Sarà proprio Kathy Bres ad aiutare tutto il team, diventando la roccia della squadra. Non ha mai cercato di allontanarsi dal problema, anzi lo ha sempre affrontato, aiutando anche le sue ragazze ad affrontarlo in maniera personale e senza vergogna. Questo le ha aiutate proprio durante le competizioni. Le vittorie arrivarono piano piano e le cose sembravano andare bene. All’apparenza.
Ma Bres non si è mai arresa. Ogni sera, prima di andare a dormire, durante la stagione, chiamava e si scriveva con ogni giocatrice. Ha anche lei capito che essere coach non voleva solo dire allenare una squadra, ma stare vicina a ogni giocatrice e sostenerla nei momenti difficili. Perché solo stando bene mentalmente, si poteva stare bene fisicamente.
Per affrontare al meglio ogni partita, la coach diceva sempre di “non dire mai che dobbiamo vincere per Caroline o chiunque altro. Questa è una situazione senza possibilità di vittoria. Gli allenatori devono ricordarsi di non prendersi il carico di tutto, perché è un peso troppo grande. Abbraccia i tuoi giocatori e fa capire loro che li ami”.