Warner Bros. Studio Tour London – The Making of Harry Potter
Qual è il confine tra Magia e Lucro? Viviamo in un mondo in cui l’industria dell’Entertainament (e gli USA sono maestri in questo) cavalca il confine tra questi due poli in modo altalenante. Ci sono film, giochi, show sportivi, che nascono con l’intento di far arricchire chi li produce, ma anche di divertire e intrattenere lasciando negli spettatori quel senso di magia unica che solo i grandi eventi possono regalare.
The Making of Harry Potter: pronti per il prossimo giro in scopa?
Chi ha assistito ad un’esibizione degli Harlem Globe Trotter sa perfettamente a cosa ci riferiamo: una partita di basket che è spettacolo nello spettacolo, con atleti eccezionali che, però, vengono pagati (e non poco) per ogni secondo di apparizione sul campo.
Ecco che diventa quindi sempre più difficile capire dove finisce un intento ed inizia l’altro, soprattutto quando ci affacciamo al mondo della letteratura, che, almeno in teoria, dovrebbe avere come motore principale il bisogno di esprimere la creatività dell’autore, di raccontare una storia; non di fare palate di denaro. È tuttavia innegabile, soprattutto quando ci si rivolge ai bambini, che i fruitori dell’opera si disinteressino completamente delle possibili speculazioni veniali e disincantate: ai bambini arriva la Magia. Solo quella.
È il caso di Harry Potter che, naturalmente, non ha bisogno di introduzioni. Tutti sanno che Joanne Rowling è la donna più ricca del Regno Unito (più di Sua Maestà Elisabetta II) e tutti sanno che la Warner Bros ha trasformato la magia letteraria dei sette libri in magia su cellulosa di otto pellicole. E se la WB ha avuto in mente fin dall’inizio di fare miliardi portando su schermo il celebre maghetto, è altrettanto vero che milioni di bambini e adulti hanno potuto godere di otto splendidi film (alcuni più, altri meno) che hanno reso la magia “reale”.
La mole di materiale prodotto per i film è di proporzioni ingenti e la WB ha pensato di sfruttarla anche a riprese completate. Nasce da qui The Making of Harry Potter: un parco a tema che sorge a Waterford, poco distante da Londra. Grazie a questo parco tutti posso scendere, almeno per un giorno, dalle auto e salire sulle scope, aggirarsi per Diagon Alley e impugnare una “vera” bacchetta magica.
L’esperienza è più simile ad un museo che a un parco divertimenti: fin dai primi passi si viene accolti dai protagonisti del film che, dopo un video introduttivo, ci invitano ad entrare ad Hogwarts. E appena varcata l’imponente soglia, la fantasia diventa realtà.
Nelle oltre cinque ore di esplorazione abbiamo visitato pressoché tutti gli ambienti della saga, dalla sala comune di Grifondoro al salone delle feste. Abbiamo assistito ad una lezione di pozioni, consultato l’orologio di casa Weasley, ammirato gli artefatti di Silente nel suo ufficio. Abbiamo tremato davanti ai mangiamorte e cercato i boccini d’oro nascosti dappertutto, siamo saliti sull’Hogwarts Express, impugnato il carrello sul binario 9 ¾, provato le bacchette di Olivander esercitandoci con gli incantesimi d’attacco ed evitato le oscutirà di Sinister. Abbiamo sfiorato gli horcrux, ammirato la firebolt, indossato le divise delle case…
È un viaggio senza soluzione di continuità: ovunque si volti lo sguardo si può ammirare qualcosa di creato appositamente per i film, dai più piccoli e apparentemente insignificanti “prop”, fino alla coppa Tre Maghi.
Dopo aver visitato gli ambienti del castello si raggiunge l’area ristoro, dove è possibile provare l’autentica burrobirra (un intruglio a base di vaniglia e panna), dal taste palesemente English; per quindi passare accanto al 4 di Privet Drive, attraversare il ponte sospeso ed immergersi nella parte più affascinante: quella delle creature magiche. Qui vengono mostrati tutti i passaggi di creazione, dal bozzetto alle sculture, dai costumi agli animatronic. Il lavoro fatto dal team di sviluppo è semplicemente immane e se spesso nei film viene loro dedicata non più di una manciata di secondi, qui è possibile fermarsi e godersi la curia maniacale data ai dettagli. Si possono ammirare le fattezze di modellini, di maschere e mani dei goblin, la porta a dimensione reali della camera dei segreti e chi più ne ha ne metta.
E’ possibile anche fare un’esperienza di volo su scopa, grazie alla tecnica del chroma key, e con “solo” 15 sterline ci si può anche portare a casa la foto ricordo…
Un Aragog a dimensione reale ci aspetta per introdurci all’ultima parte del giro: Diagon Alley. Anche se i negozi non sono esplorabili (ma alcuni di essi vengono riprodotti nella prima parte del tour), è stupefacente girare tra le botteghe, regalandosi una sensazione di totale immersione. Completa la visita una miniatura di Howgarts, usata per le riprese esterne a volo d’uccello. Si tratta di un’opera imponente, capace di catalizzare per la bellezza dei suoi dettagli.
In conclusione The Making of Harry Potter è una visita da fare: chi capita dalle parti di Londra, o pianifica un viaggio verso Oxford, non può fare a meno di fissare qui una visita. Un autentico must see per gli amanti della saga.
Unico neo: il bisogno incontrollabile di rivedere i film appena tornati a casa… e lasciare che la magia ricomincia ancora una volta.