Forrest Gump: la colonna sonora composta da Alan Silvestri e le canzoni del film
Pochi film sono più amati di Forrest Gump, uno dei film simbolo degli anni novanta e di certo uno di quelli che ha permesso a Tom Hanks di diventare chi è diventato per tutti noi: l’attore più amato di Hollywood.
Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Winston Groom, e si portò a casa ben sei premi Oscar, tra cui Miglior Film, Miglior Attore Protagonista e Miglior Sceneggiatura. Tuttavia non siamo qui per parlare della trama o di come Tom Hanks abbia riscritto il concetto stesso di interpretazione, ma per soffermarci su una colonna sonora di Forrest Gump, una tra le più azzeccate di quegli anni, creata da uno che amiamo per due motivi: è di origini italiane e le sue colonne sonore hanno accompagnato alcuni tra i film che tutti abbiamo imparato ad amare.
Forrest Gump: la colonna sonora composta da Alan Silvestri per il capolavoro con Tom Hanks
Stiamo parlando di Alan Silvestri, newyorkese classe 1950, metà piemontese e metà irlandese, che ha all’attivo numerosissime candidature e che ha composto le musiche per Bodyguard, Fandango, Ritorno al Futuro, Predator, Chi ha incastrato Roger Rabbit, Bolle di Sapone, Super Mario Bros, Contact e tantissimi altri.
Silvestri (come si può intuire dai titoli) è sicuramente il compositore più utilizzato da quel Robert Zemeckis che proprio con Forrest Gump ottenne un Oscar che meritava da tantissimo tempo per i numerosi capolavori che aveva sfornato nella sua carriera. Silvestri dovette accontentarsi della Nomination, ma perdere contro Il Re Leone (colonna sonora di Hans Zimmer), non può essere certo considerata una vergogna.
La soundtrack di Forrest Gump fu da subito amata in quanto connessa fortemente con le diverse epoche storiche che il film affrontava.
Come noto Forrest Gump parla della vita di Forrest, ragazzo dal cuore d’oro ma affetto da un deficit cognitivo che però non ne ostacolerà la vita piena di felicità e l’essere protagonista di alcuni dei momenti storici più importanti della storia degli Stati Uniti. Anche per questo la sua colonna sonora arrivò a comprendere un elenco sterminato di hit degli anni sessanta, settanta ed ottanta, facendone un ever green per gli amanti del sound di quegli anni.
Elencarle qui tutte sarebbe troppo lungo, ma sono comprese canzoni dei Byrds, di Elvis Presley, i Beach Boys, i Doors, Simon & Gurfunkel, i Jefferson Airplane, Lynyrd Skynryd, Bob Dylan e i Mamas and the Papas… e tanti altri.
Ma fu il lavoro di Alan Silvestri il vero asso nella manica, dal momento che il compositore riuscì a creare delle musiche che affascinarono e conquistarono il pubblico di tutto il mondo, su tutte sicuramente il tema iniziale, noto come The Feather Theme, dove una delicata piuma con il suo volo introduce il protagonista seduto sulla sua immortale panchina con i famosi cioccolatini.
Quasi tutte le tracce, da Washington Reunion a You’re not Different, sono caratterizzate da sonorità dolci, malinconiche, dove la melodia regna sovrana nella sua immediatezza e semplicità, senza che vi sia una particolare complessità o sperimentazione, ma privilegiando la capacità di suscitare le più diverse emozioni.
Il risultato finale non può che essere definito egregio e non è un caso che la Colonna Sonora di Forrest Gump abbia venduto a suo tempo qualcosa come 12 milioni di dischi, anche grazie al fatto di comprendere un totale di 32 tracce, che ne fecero uno dei lavori più rappresentativi della cultura musicale americana di sempre.
È un giudizio che si basa non solo sulle canzoni degli artisti sopracitati, ma anche sulla particolare musicalità creata da Silvestri, che può essere definita hollywoodiana nell’accezione più positiva e gloriosa del termine. Ma del resto questo era l’obiettivo comune del regista e del compositore, determinati a creare un film che parlasse dell’America, della sua storia recente, ed è innegabile che la musica abbia giocato un ruolo di prima grandezza nella storia di un paese soggetto a così tanti e grandi cambiamenti.
La colonna sonora di Forrest Gump è e resta un capolavoro, una della più riuscite di quel periodo d’oro delle colonne sonore che si può comprendere tra la seconda metà degli anni Ottanta e la fine degli anni Novanta, dove autori come John Williams, James Horner, John Barry, Hans Zimmer, Randy Edelman, Alan Menken, Ennio Morricone e tanti altri crearono melodie di una raffinatezza che ancora oggi stupisce ed affascina. E che non è stata mai più raggiunta…