Hercules: 10 curiosità sul mitologico film Disney
Il 5 dicembre del 1997 usciva nei cinema italiani Hercules, film di animazione ispirato al mitologico eroe greco. Scopriamo insieme 10 incredibili curiosità sul trentacinquesimo classico Disney.
Il 5 dicembre del 1997 usciva nelle sale cinematografiche italiane Hercules, trentacinquesimo lungometraggio di casa Disney. La pellicola, diretta da Ron Clements e John Muskers, affonda le sue radici nell’intricato mondo della mitologia greca, scegliendo come suo protagonista l’eroe Ercole.
Nella versione Disney il protagonista – figlio degli dei dell’Olimpo Zeus e Era – viene rapito ancora in fasce per mano del perfido zio Ade, dio degli inferi. Ercole crescerà così sulla Terra e dovrà trovare il modo di imparare a controllare la sua forza. Secondo la filosofia del film, doni come la forza e il potere – seppure innati – devono essere guadagnati e meritati attraverso un percorso di formazione.
Scopriamo insieme 10 interessanti curiosità su Hercules.
1. Hercules: il mito che si contrappone alla modernità
Ron Clements e John Muskers sono qui alla loro quarta collaborazione con la Disney, avendo già diretto Basil l’investigatopo, La Sirenetta e Aladdin. In particolare, in Hercules sono riscontrabili molti elementi comuni con il film ispirato al racconto Aladino e la lampada meravigliosa. Infatti, anche in questo caso i registi inseriscono caratteristiche volutamente parodistiche e che strizzano l’occhio al mondo contemporaneo, come la scena in cui Hercules diventa una celebrità a Tebe e la sua immagine viene stampata su magliette, vasi e così via.
2. Il segreto del successo del film? l’illustratore Gerald Scarfe
L’illustratore e fumettista britannico Gerald Scarfe ha creato i personaggi e le ambientazioni di Hercules ispirandosi ai disegni riportati sulle anfore greche (i tipici vasi in terracotta a due manici). Scarfe ha dato vita alla stragrande maggioranza dei personaggi presenti nel film e ha supervisionato i 900 artisti Disney incaricati di adattare i suoi disegni per la pellicola.
3. Hercules: Pegaso che veglia da lassù
Durante la canzone intonata dal protagonista Posso farcela (I Can Go the Distance, candidata al premio Oscar), il giovane aspirante eroe è intento a scalare un enorme albero e, arrivato in cima, osserva l’immenso cielo stellato. Proprio in quel momento, passa una stella cadente. Il regista del film, Ron Clements, ha rivelato che quella stella è in realtà Pegaso, il fedele cavallo alato di Ercole, che veglia sul suo vecchio amico, attendendo il momento in cui i due potranno finalmente riunirsi.
4. Il cameo dei registi
Verso l’inizio del film, vediamo un giovane Ercole trainare un carro senza riuscire a fermarsi. Il ragazzo finisce poi per scontrarsi con due poveri costruttori intenti nella lavorazione di un arco. Quei costruttori sono la versione animata dei registi del film Ron Clements e John Musker. I due fanno in modo di apparire anche In Aladdin, Il Pianeta del Tesoro, Oceania, La Sirenetta e La Principessa e il Ranocchio.
5. Il parallelismo con New York
In Hercules sono molti i riferimenti alla cultura americana. La reference più evidente riguarda il parallelismo tra la città di Tebe – chiamata scherzosamente la “Grande Oliva” – e New York, conosciuta anche come la “Grande Mela”.
6. Megara è l’unione di quattro donne
Nella mitologia greca, Ercole ha avuto quattro mogli. Naturalmente, la produzione Disney non avrebbe mai avuto il tempo e il modo di inserire tutti e quattro i matrimoni all’interno del film, pertanto i creatori si assicurarono che l’interesse amoroso del protagonista, Megara – detta Meg – incarnasse, in qualche modo, tutte le mogli del leggendario eroe.
La donna animata prende, infatti, il nome dalla prima moglie di Ercole, la principessa Megara – figlia di Creonte, re di Tebe- e la grinta di Onfale, regina di Lidia. Inoltre, viene salvata dalle grinfie di un centauro da Ercole, come Deianira e, infine, ha in comune con Ebe, la dea della giovinezza, il destino di dover servire gli dei. Ebe, infatti, è la coppiera dell’Olimpo, mentre Meg è costretta ad obbedire ad Ade.
7. Megara: l’enigmatica eroina Disney
Come affrontato poc’anzi, Megara è costretta ad obbedire al dio degli inferi dal giorno in cui scelse di vendere la sua anima per salvare quella del suo amato, che poi la tradì. La donna è, pertanto, una delle poche protagoniste Disney a godere di una caratterizzazione che deriva dal suo vissuto personale, ed a possedere una certa dose di ambiguità. È buona o cattiva? Nel corso della pellicola l’enigmatica eroina assume dei connotati più tipicamente disneyani. Il cinismo nei confronti del mondo non deriva, infatti, da un lato dark intrinseco del personaggio ma dal suo passato, che l’ha costretta a costruirsi una corazza per evitare nuove delusioni amorose.
8. Hercules: l’omaggio a La Sirenetta
Alla fine della celebre canzone di Meg, Ti vada o no, le muse intonano “Sha-la-la-la-la-la”, parte del brano de La Sirenetta Baciala. Un parallelismo sottile ed intelligente: se nel film con protagonista la sirena dalla rossa chioma gli altri personaggi cercano di convincere il principe Eric a baciare Ariel, in Hercules le muse vogliono far confessare a Megara i suoi sentimenti per l’eroe.
9. Ercole e Luke: eroi a confronto
Nel film non mancano poi i parallelismi tra la storia narrata nel film Disney e la prima trilogia originale di Star Wars – Guerre stellari. Ercole, proprio come Luke Skywalker, è cresciuto lontano dalle sue radici e dai suoi veri genitori. Inoltre, entrambi i ragazzi scoprono di possedere degli straordinari poteri, e vengono, pertanto, addestrati a controllarli da due mentori (uno decisamente più paziente dell’altro). Infine, gli eroi scoprono la verità sulle loro radici; entrambi i loro padri sono, infatti, uomini potentissimi: il signore dei sith Darth Vader e Zeus, il Re dell’Olimpo.
10. Hercules: potere all’audience
Uno dei motivi per cui la Disney scelse di realizzare un film come Hercules fu perché le due precedenti opere animate della Compagnia ricevettero una accoglienza freddina da parte del pubblico: Pocahontas nel 1995 e Il gobbo di Notre Dame nel 1996. Le ragioni del flop dietro a queste pellicole sono ricollegabili ai temi ritenuti troppo seri per il giovane pubblico Disney. Per questo motivo, la produzione scelse un nuovo soggetto che non solo contenesse una buona dose di humour, ma che potesse parlare direttamente al popolo americano. Ecco il motivo dei numerosi riferimenti alla cultura pop statunitense, uno su tutti l’epica scena che fa il verso a The Karate Kid.