I fantasmi di Portopalo: intervista al cast della miniserie sul tragico naufragio del 1996
“L’uomo deve essere libero di girare per il mondo e cercare il proprio sogno“. con queste parole Beppe Fiorello parla del tema dell’emigrazione, riferendosi al più grande naufragio della storia italiana, avvenuto nel Natale del 1996, da cui il suo nuovo lavoro I Fantasmi di Portopalo è tratto. La miniserie, ispirata al libro omonimo di Giovanni Maria Bellu e suddivisa in due episodi, andrà in onda il 20 e 21 febbraio su Rai 1 alle 21. Noi di Cinematographe-FilmIsNow abbiamo incontrato Beppe Fiorello, Roberta Caronia e Beppe Battiston in occasione dell’uscita dei Fantasmi di Portopalo, per conoscere nuovi dettagli della storia.
Il grande silenzio di questa storia è stato, principalmente, da parte delle istituzioni politiche perchè non volevano far sapere cosa stava realmente accadendo a Portopalo. Nella prima puntata questo aspetto non emerge, possiamo aspettarcelo nella seconda?
A: Sì, verrà trattato nella seconda parte. Nella prima puntata abbiamo scelto di puntare all’elemento umano, fondamentale per la storia. Noi raccontiamo come se fosse in diretta quindi i primi a farne le spese sono i pescatori di Portopalo che reagiscono attraverso dei sentimenti perché hanno paura, sono preoccupati per la loro vita e per il proprio lavoro. Quindi nel primo episodio questo aspetto non viene trattato perché verrà sviscerato nella seconda parte.
Giovanni Maria Bellu, la trasposizione dal tuo libro alla fiction ti ha convinto?
G: Sì, la fiction mi ha convinto. Per essere però sincero fino in fondo, c’è stato un momento in cui sono stato convinto di non voler mai vedere questa fiction. Immaginavo che il trasferimento da un media all’altro richiedesse delle semplificazioni ed io le temevo.
Nella prima puntata emerge una critica piuttosto dura nei confronti della Chiesa. Parlando di fatti realmente accaduti, vi è stata davvero una tale omertà/assenza? Come mai avete scelto di rappresentare questa libertà di scrittura?
A: Non c’è nessuna critica alla Chiesa, attualmente viviamo in un regime religioso in cui Papa Francesco si è espresso esplicitamente riguardo l’emigrazione. Noi raccontiamo di un parroco che prende una posizione, quella dell’ ordine e tranquillità di tutta la comunità piuttosto che il senso di giustizia del protagonista.
Se i Fantasmi di Portopalo sono tratti da una storia vera, come mai i nomi sono stati cambiati?
A:La scelta è stata logica. Ci sono stati dei casi di storie in cui i veri protagonisti hanno criticato il lavoro dicendo di non aver mai detto certe frasi e questo ha causato una serie di problemi di natura pratica. Questo modo di fare è una precauzione che non toglie nulla alla verità del racconto.
La comunità di Portopalo ha visto la miniserie in anteprima? Quando avete girato, intorno al set vi è stata curiosità da parte degli abitanti del posto?
B: Io mi aspettavo che girare un film, in un paese vicino al mio, fosse un’ occasione di curiosità perché normalmente, quando si gira, il set è assalito da passanti incuriositi. Qui non è successo nulla di tutto questo. Non c’era un Portopalese nelle vicinanze perché hanno portato rispetto al nostro lavoro.