I racconti della domenica: la storia vera di un uomo perbene raccontata da Giovanni Virgilio e il cast
Ecco cosa ci hanno detto il cast e il regista de I racconti della domenica, regia di Giovanni Virgilio e in sala dal 10 novembre 2022.
Giovanni Virgilio dirige e sceneggia (con Marco Spagnoli e Manuela Gurgone, sua madre!) I racconti della domenica, quarant’anni di storia italiana e siciliana filtrati dagli occhi di un uomo, un sindaco, un politico “scandalosamente” perbene, Francesco. Ispirato a un’incredibile e commovente storia vera, un bel cast che comprende Alessio Vassallo, Stella Egitto, Emmanuele Aita, Nino Frassica e tanti altri. Distribuisce Movieside, in uscita 10 novembre 2022. Tra le 35 e le 50 sale, un buon numero, considerato il tipo di cinema (d’autore, indipendente) e i tempi che corrono.
Un film che è un monumento alla sicilianità. “Noi siciliani siamo tipi folkloristici” a parlare è Giovanni Virgilio ” ci piace trovarci tutti insieme, specie la domenica, per raccontarci delle storie. Con questo film ho deciso di concentrarmi sulla storia di un uomo che si dedica completamente ai suoi cittadini e che, figuratevi, muore il giorno in cui scade il suo mandato. Gli anni raccontati dal film sono un po’ lo specchio della rinascita della Sicilia, una rinascita che doveva essere diversa e qualche volta lo è anche stata. Qualche altra volta, no. Credo che la figura del sindaco valga come metafora di tante cose. In fondo è a loro, al lavoro che fanno, che dedico questo film. L’abbiamo girato in parte a Serra San Bruno, in Calabria. E a Castiglione di Sicilia, uno dei borghi più belli d’Italia, a 25 km da Catania”.
I racconti della domenica nelle parole degli attori
Alessio Vassallo, che per I racconti della domenica è il volto, la fisicità inquieta e la dirittura morale di Francesco, spiega film e personaggio a partire dalla strettissima attualità. “L’altra sera stavo guardando una trasmissione in tv e mi ha colpito molto una cosa che ha detto lo scrittore Paolo Giordano. Giordano sosteneva che ormai ci siamo abituati a una classe politica che guarda il futuro con le spalle girate. Francesco è un cittadino che guarda avanti, che non si lascia frenare da interessi egoistici, perché pensa prima di tutto alla sua comunità e proprio per questo riesce a cambiarla”. Non gli piace che si definisca il film politico “piuttosto, un film sulla buona politica. La parola che mi ha più colpito, leggendo la sceneggiatura, è racconti. Una parola così desueta, oggi, nel momento in cui l’immagine prevale e il racconto è quasi del tutto eliminato. Appunto con questo film noi volevamo ritrovare il racconto”.
Nino Frassica ha un filo di voce ma incontra la stampa lo stesso, perché ama il film e ci tiene a farcelo sapere. Poche parole, il consueto mix di umorismo surreale e umanità. “Mah, io volevo fare il personaggio del bambino (Francesco bambino, ndr) ma poi hanno preso un attore bambino, volevo fare il ruolo di Stella Egitto e pure questo, niente! Un ruolo come quello che ho interpretato qui è come una vacanza, perché io sono un comico. Ma mi piace lo stesso. Poi, questi personaggi veri, umani, li conosco. Sono cresciuto in provincia e ne ho incontrati molti così. Bello il rapporto con Giovanni Virgilio. Lui mi parlava e, pensate, io lo capivo! Il personaggio infatti è venuto bene e il film è ottimo”.
Stella Egitto è Maria, la moglie di Francesco, donna d’incredibile modernità per scelte e postura. Sinceramente moderna, restituita dal film senza ammiccamenti e forzature ruffiane. “Lei è una donna che decide di essere fedele a un innamoramento che le arriva nella vita come un lampo, nonostante ci fosse già un futuro alternativo pronto, ma deciso da altri. Penso sia straordinario pensare come la libertà di cui oggi disponiamo sia stata in passato motivo di guerre anche dolorose. Maria sceglie Francesco, come conseguenza di questa scelta perde tutto, ma gli resta accanto sino alla fine”. Emmanuele Aita, che nel film è Ture, cosiddetto amico e consigliere di Francesco si vede come “una specie di Lucignolo della situazione. Sta a Francesco nel suo percorso decidere da che parte stare. La storia di Francesco è, in fondo, un percorso d’innovazione per l’epoca. Ottimo il mio feeling con Alessio, è il terzo film che facciamo insieme”.
Tratto dalla storia vera di un uomo perbene, la cui identità non si vuole rivelata.
I racconti della domenica è ispirato a una storia vera e la cosa arriva come una sorpresa, davvero inaspettata, proprio sul finale. Giovanni Virgilio ci tiene però a precisare che non ha intenzione di rivelare l’identità del misterioso eroe civile che ispira il film, tanto meno chiarire in che modo è venuto in contatto con la vicenda. Vale la pena di rispettare questo voto di riservatezza e passare oltre. Qualcosa, però, Virgilio ce la può raccontare lo stesso. “Questo è un film che esce perché voleva uscire. Sono sopravvissuto a tante cose, al covid, a disastri metereologici. Forse Francesco se ne è andato troppo presto, persino oggi trova il modo di far del bene. So che c’è chi ancora lascia fiori sulla sua tomba. Sul finale ho lavorato un po’ di immaginazione, perchè chissà come è andata sul serio”. La musica del film, spiega a chi chiede delucidazioni “l’ha curata Michele Josia, che ha vinto l’Emmy, un orgoglio italiano”.
Ma è davvero possibile essere una persona perbene e fare politica, contemporaneamente? Giovanni Virgilio è scettico. “Io penso di no. La storia di Francesco è particolare, lui studia in un collegio con i soldi che gli manda un padre che non vede mai. Ho calcolato che con quella retta lì, oggi, si frequenta la Luiss. Francesco però non si scorda mai da dove proviene. Ha il chiodo fisso di essere una brava persona e riesce a diventarlo. Ma ai giorni nostri, per che noi viviamo annegati nel benessere, è più difficile essere persone perbene proprio come lui”.
Di diverso avviso è Alessio Vassallo, che conosce il suo regista da tempo e ci litiga affettuosamente da un po’. La vede diversamente, ma non per amore di contraddizione. “Penso che ci siano anche tante brave persone in politica, magari è più difficile in determinati contesti. La politica è in fondo come la religione, c’è da troppi anni ma finiamo comunque per continuare a crederci”. Ha cercato, il protagonista, di trovare un punto d’incontro con il suo autore. E crede di esserci riuscito, alla fine. “La voglia di raccontare una storia”.