Il giorno e la notte: il cast parla del film di Daniele Vicari
Il giorno e la notte viene raccontato dal regista e dagli attori, un film innovativo dal punto di vista produttivo e realizzativo.
Il giorno e la notte, in uscita sulla piattaforma Rai Play il 17 giugno, è un film di Daniele Vicari che è stato girato durante la pandemia del 2020 nelle case degli attori professionisti, che si sono occupati di tutta la realizzazione produttiva del film sotto la supervisione a distanza del regista, direttore della fotografia e delle altre maestranze. In occasione della presentazione del film in uscita sulla piattaforma streaming è stato organizzato un incontro allo Scena, il nuovo polo cinematografico di Roma, con la presenza del regista Daniele Vicari e degli attori Vinicio Marchioni, Milena Mancini, Giordano De Piano, Francesco Acquaroli, Barbara Esposito, Dario Aita, Elena Gigliotti, Matteo Martari.
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Un film affidato agli attori
Il film è innovativo per la sua genesi e produzione, in quanto realizzato durante i primi giorni della pandemia grazie all’apporto degli attori, che si sono improvvisati addetti ai lavori per realizzare un progetto ambizioso di rinascita della cinematografia in un momento di crisi mondiale.
Il regista ha sottolineato come l’apporto degli attori sia stato essenziale, grazie alle loro conoscenze del linguaggio cinematografico che gli ha permesso di mettere in pratica le tecniche da utilizzare durante le riprese. “Non sono solo attori – dice Vicari – ma hanno svolto tutti i ruoli che normalmente svolge una troupe di decine di persone. Il linguaggio del cinema è una serie di elementi che non sono solo tecnologici, ma anche tecnici”. La tecnica, infatti, come sottolinea il regista, non muta nel tempo, mentre le tecnologie cinematografiche si adatta al linguaggio e alla grammatica del cinema, dunque è possibile anche sfruttare i mezzi che abbiamo a disposizione tutti i giorni, come ad esempio uno smartphone. “Chi fa cinema – continua il regista – conosce questo linguaggio, così come il pubblico, che lo sa decodificare; quindi siamo partiti da questa base comune, per cui non abbiamo dato per scontato che un attore non potesse, anche con qualche piccolo errore, fare delle riprese”.
Daniele Vicari ha voluto poi cedere la parola agli attori stessi, che di questo film non sono solo i protagonisti, ma evidentemente anche gli esecutori materiali, per permettere di illustrare da loro stessi come sia stato il processo di realizzazione e produzione del film. Senza prima tralasciare di sottolineare come l’attorialità sia stato un processo ultimo e consequenziale dopo la realizzazione della messa in scena de Il giorno e la notte.
Giordano De Piano ha voluto condividere come questo film lo abbia riportato “all’essenza del ruolo dell’attore, perché provenendo dal teatro mi sono ritrovato nella stessa situazione di dover organizzare gli ambiti della messa in scena. È stato un set atipico, ma fondamentalmente uguale a tutti gli altri, perché c’era comunque un regista, un direttore della fotografia e le altre maestranze, anche se collegati tramite telefono”. Giordano ha ribadito poi come il girare questo film lo abbia aiutato in un momento difficile come il lockdown, riportandolo alla sua normale attività di attore, nonostante la svolgesse a casa.
Il giorno e la notte: il ruolo del cinema durante la pandemia
Ricollegandosi al ruolo lavorativo dell’attore e alla sua posizione durante la pandemia, Dario Aita ha voluto sottolineare come “la proposta di Daniele mi è sembrata un atto di resistenza fisica, più che una sopravvivenza artistica. Nel periodo del Covid sono arrivate moltissime proposte, però ai miei occhi apparivano come una forma di sopravvivenza. Quella di Daniele mi è sembrata una proposta molto ponderata, ha riflettuto sul periodo che stavamo vivendo ed è arrivato ad un progetto che dal punto di vista narrativo, dei propositi e dal punto di vista produttivo era assolutamente in linea con ciò che stavamo vivendo noi artisti”. Il ruolo dell’attore durante la pandemia è stato essenziale per sensibilizzare le persone, perché, continua Aita “l’unica cosa che possiamo fare in quanto artisti è creare e parlare del nostro presente, dare una testimonianza”.
Sulla sua stessa linea di pensiero è l’attrice Elena Gigliotti, partner nel film e nella vita di Dario: “quello che mi viene in mente rispetto al cinema di Daniele è la parola responsabilità: con l’arrivo della pandemia c’è stata una corsa alla sopravvivenza che, però, si è trasformata subito in intrattenimento. Però ci sentivamo comunque a disagio, perché mancava un senso: non si può intrattenere un Paese che sta crollando. Allo stesso tempo la fretta di trovare una risposta artistica non portava da nessuna parte”. La linea comune che lega tutto il pensiero alla base della pellicola e del ruolo attoriale durante il lockdown sembra concretizzarsi nelle parole di Elena: “bisogna sforzarsi di parlare di questo presente, mettere da parte un attimo l’intrattenimento e pensare che da crisi così importanti sono venute fuori delle grandi opere d’arte”.
Il cinema, dunque, deve essere parte di un progetto di rinascita ed educazione alla consapevolezza della crisi economica, sociale e culturale che stiamo attraversando: deve essere un simbolo di rinascita e di innovazione, così come tenta di fare Daniele Vicari con Il giorno e la notte.