Il permesso – 48 ore fuori: intervista a Claudio Amendola e Luca Argentero
Il permesso – 48 ore fuori è la seconda fatica registica di Claudio Amendola dopo La mossa del pinguino (pellicola del 2013 con Edoardo Leo e Ricky Memphis), parentesi comica per un personaggio che trova nel noir “il suo habitat naturale”. Questo film un po’ d’azione e un po’ drammatico, allora:
“Era la storia giusta – racconta Amendola – tipica di un genere di cinema che ho avuto la fortuna di interpretare da attore in numerosi film e che credo mi rappresenti”.
Questa “storia giusta” racconta le vicende di quattro protagonisti, quattro “archetipi narrativi” – secondo lo sceneggiatore del film Giancarlo De Cataldo – che si avvicendano durante un preciso arco temporale: 48 ore di permesso dal carcere. Troviamo, allora, Luigi (interpretato da Amendola stesso), in galera da 17 anni, alle prese con un figlio che sembra deciso a voler seguire le sue orme criminali. Poi c’è Donato (Luca Argentero) pugile prestato alle lotte clandestine, userà le 48 ore a disposizione per ritrovare Irina, sua moglie, apparentemente scomparsa. Ci sono anche i giovani Angelo (Giacomo Ferrara), arrestato per furto, che aspira ad una vita migliore, e Rossana (Valentina Bellè) ragazza di buona famiglia, in carcere per aver tentato di importare chili di cocaina da Brasile.
Le vicende, quindi, sono raccontate attraverso, spiega Claudio Amendola, “un montaggio alternato delle quattro storie principali che rendono il film particolarmente forte, potente e con un grande ritmo. Il permesso – 48 ore è rigorosamente un film di genere, una categoria che nell’ultimo anno è stata finalmente sdoganata anche in Italia ed è un film che mi rispecchia molto, è il cinema che mi piace vedere e che volevo portare in scena”.
Il permesso – 48 ore fuori, allora, rappresenta per tutte le parti coinvolte una bella opportunità; come ha dichiarato Luca Argentero:
“Si tratta di un progetto nel quale Claudio ha messo, come d’abitudine, enorme passione. Questo ruolo portava con sé la necessità di un’adeguata preparazione fisica che ha reso l’esperienza un gioco bello da praticare, intenso e gratificante. Donato, il mio personaggio, sa solo che l’entourage criminale di cui faceva parte aveva il compito di sorvegliare la donna che ama e ora, di lei, non ha più notizie. Apprende che sua moglie è diventata una prostituta e inizia una sorta di discesa negli inferi per trovarla”.
Il permesso – 48 ore fuori: intervista al cast
Protagonisti del film, sono anche i giovani Giacomo Ferrara e Valentina Bellè, le cui storie – durante la vicenda – si intrecciano. Ferrara è Angelo, che lui definisce:
“Un ragazzo molto dolce e romantico, senza che lui ne abbia piena consapevolezza. Si trova scaraventato in situazioni da cui vorrebbe fuggire, ma non sa cosa fare. È un eterno indeciso, ma aspira a una vita più tranquilla”.
Rossana, invece, (interpretata dalla Bellè) è una giovane donna viziata che:
“Non ha nessuna voglia né intenzione di rientrare in cella e medita di organizzare qualcosa per restare in libertà” spiega l’attrice. “Vive in profondo conflitto con sua madre, che in fondo disprezza, ma tutto è dettato da un grande bisogno di amore”.
Il permesso – 48 ore fuori è un film che Claudio Amendola definisce “de core”, che esplora – più di tutto – quattro storie d’amore. Declinato in modi e bisogni diversi, ma pur sempre amore. Che sia quello di un padre per un figlio, di un marito per la moglie, di una figlia in cerca di quello della madre, di un ragazzo che lo scopre per la prima volta.
Il film sarà al cinema dal 30 marzo. Qui sopra potete vedere la nostra intervista a Claudio Amendola e Luca Argentero, mentre seguendo QUESTO LINK trovate la recensione di Il permesso – 48 ore fuori!