Alberto Sordi e i suoi 100 anni. I ricordi di Verdone e De Sica
Presentata a Roma la mostra Centenario Alberto Sordi che aprirà i battenti a settembre.
15 giugno 2020. Forse non è un caso che il giorno del Centenario dalla nascita di Alberto Sordi corrisponda alla riapertura dei cinema dopo la pandemia. Lo prendiamo come un inno alla vita, quella del cinema, e quella, appunto del grande attore che ha cavalcato per decenni la storia d’Italia con i suoi personaggi diventando immortale. Ma oggi è stato anche il giorno della seconda presentazione della mostra a lui dedicata. Si era provato a fine gennaio con le anticipazioni, doveva partire a metà marzo, ma Covid e lockdown lo hanno impedito. Ora che siamo liberi di andare anche al cinema, almeno in quelli riaperti, si potrà visitare la sua casa storica di Piazza Numa Pompilio, a Roma dal 16 settembre.
Alberto Sordi nelle parole di Virginia Raggi e Giambattista Faralli
Il primo saluto di testimonianza in questa giornata di compleanno è venuto da Virginia Raggi, padrona di casa, diciamo, visto che la conferenza di presentazione si è svolta in Campidoglio. La sindaca ha ricordato alcune piccole tappe simboliche della partecipazione dell’attore alla vita della città, come quella da editorialista che raccontò in maniera aneddotica alcuni episodi della sua vita per il Messaggero, e quella da sindaco per un giorno, fino al suo saluto alla Lira nel 2002. “A volte serve fermarsi a ricordare le personalità grandi. È fondamentale il rapporto che Alberto Sordi aveva con il suo pubblico, che non mancava di ringraziare sempre. E credo che l’elevato numero di prenotazioni per visitare casa sua sia un segno importante”. 18.000 prenotazioni soltanto 3 mesi fa. E un successo di presenze già messo ampiamente in conto.
Vice-presidente della Fondazione Museo Alberto Sordi, Giambattista Faralli ha spiegato invece perché il piazzale antistante la villa verrà intitolato ad Aurelia Sordi, sorella dell’attore e regista. “Terminata la mostra, auspicabilmente il 31 gennaio 2021, perché le richieste sono davvero tante, la casa museo verrà aperta stabilmente al pubblico, per diventare quel museo che era nei desideri di Alberto e Aurelia. Aurelia Sordi nel 2011 creò la Fondazione Museo Alberto Sordi curandone fin nei dettagli lo statuto. Esso prevede che la Fondazione si debba occupare esclusivamente della cura della memoria di Alberto Sordi e dell’istituzione del museo nella villa. E la villa non potrà mai più avere altra destinazione”. Già iniziata la realizzazione del museo, senza emergenza sanitaria il 15 giugno sarebbe stato inaugurato l’Archivio Alberto Sordi, di particolare interesse storico per la sua imponenza. Raccoglierà non solo la storia dell’artista, ma anche documenti di storia del cinema, teatro e cultura italiani del novecento, dando vita a un piccolo centro studi e di consultazione. Mentre i celeberrimi teatro privato e barberia, ancora intatti, rappresenteranno la storia di Sordi, e i padiglioni da utilizzare per mostre temporanee sono stati individuati nei locali piscina.
Alberto Sordi nelle parole di Verdone, De Sica, Pesce e Ghini
Edoardo Pesce per il quale il suo recente film Rai Permette? Alberto Sordi, dove interpreta l’attore ai suoi esordi, è una storia sul non arrendersi mai. Ma anche un modo di rinnovare la memoria per i giovani. “Ultimamente era uscito questo sondaggio sui giovani che riconoscevano come Albertone nazionale… Tomba”.
Invece Christian De Sica vede Sordi come uno zio, non un attore. “Uno di famiglia, come Carlo”. Verdone, ovviamente. Pure lui presente in sala. “Alberto è stato un rivoluzionario perché ha cambiato la comicità nel nostro paese. Una volta i comici si mettevano nasi finti, guance a pomello, baffetti, cappelletti. Invece lui non era neanche un comico di battuta. Ti guardava così, e faceva: ‘Ma chi sei, ma che voi?’ E la gente rideva”. De Sica ha confessato di essersi ispirato moltissimo a Sordi, molto più che al padre. “Poco prima di morire Alberto mi regalò un paio di gemelli e mi disse: ‘Ogni volta che vedi ‘na fotografia mia, ce devi mette’ un moccoletto sotto e di’: ‘Grazie Gesù’, e io lo ringrazio ancora oggi”.
Editoriale | Alberto Sordi: genealogia di una maschera della comicità
È nato nello stesso anno di Un americano a Roma Massimo Ghini, che ha parlato dopo De Sica. L’attore ha ricordato dei sorrisi insieme al sindaco Walter Veltroni durante i funerali di Sordi per uno sketch con Franca Valeri passato sul videowall della camera ardente. Ma anche uno spot dove era vestito come Lo Sceicco Bianco di Fellini. “Io vengo chiamato nel ‘99 a fare lo Sceicco Bianco in un spot remake diretto da Francis Ford Coppola. Incontrando questo gigante del cinema in un hotel, mi chiese di fargli vedere il famoso passetto di Sordi. Rimasi impressionato da questo regista che aveva fatto Apocalipse Now, ora così attento a quel dettaglio. Mi ha fatto capire quanto fosse un gigante Sordi”.
Per Carlo Verdone essere più grandi di sordi non è possibile. “La sua storia è stata veramente importante. Ha attraversato vari decenni della nostra vita. La guerra, il dopoguerra, la ricostruzione, il boom economico, le tensioni sociali, tutti periodi molto importanti. E lui ha avuto la fortuna, che noi forse abbiamo avuto di meno, quella di avere una grande narrativa che sosteneva il suo cinema. Ha avuto molti scrittori, primo fra tutti Zavattini”. Anche per Verdone Sordi è stato un rivoluzionario. “Perché ha completamente capovolto tutte le regole dell’Accademia d’Arte Drammatica. Se n’è completamente fregato dei tempi e ha imposto un suo modo quasi futurista. Soprattutto nei primi film non mantiene le pause canoniche, ma osserva pause tutte sue. Monta sopra alla frase dell’altro attore, ma in maniera molto disinvolta. Molto comica e divertente. Ha creato un personaggio unico, e in più aveva anche una maschera unica. Quindi Sordi secondo me fa parte della categoria delle maschere della Commedia dell’Arte. Sta vicino a Rugantino, ma forse è anche più importante”.