EXCL Raised by Wolves: intervista ad Amanda Collins e Abubakar Salim, “Recitare per Ridley Scott è stato un regalo”
Amanda Collins e Abubakar Salim sono Madre e Padre, i due androidi protagonisti delle intricate vicende al centro di Raised by Wolves, nuove serie TV HBO diretta e prodotta da Ridley Scott e Aaron Guzikowski.
Con Raised by wolves la fantascienza del piccolo schermo cambia ambizione. La serie TV di Ridley Scott lavora al suo immaginario cinematografico, da Alien a Blade Runner sino al discusso ma essenziale Prometheus, per cercare nuove risposte alle domande che da sempre affascinano il regista. Chi siamo e dove andremo? Cosa ci definisce umani? Madre e Padre, due dei protagonisti, sono un imprevedibile tentativo di rispondere a tali quesiti. Due androidi programmati per il sostentamento e la sopravvivenza di un gruppo di bambini su Kepler-22 b, pianeta sostitutivo dell’ormai invivibile terra. A interpretarli sono Amanda Collins e Abubakar Salim, che abbiamo avuto occasione di intervistare per scoprire come fosse la vita sul set. A colpirci, è il gioco e la sfida con cui Amanda Collins e Abubakar Salim hanno deciso di avvicinare quelli che sono già tra i personaggi più sfaccettati della serialità recente. Non nascondono le difficoltà incontrate, soprattutto nei primi episodi. La serie TV è stata infatti diretta cronologicamente, elemento che ha aiutato Salim e Collins a immergersi gradualmente nelle vicende.
La nostra intervista ad Amanda Collins e Abubakar Salim: Madre e Padre in Raised by Wolves
Grazie mille per quest’intervista e congratulazione per Raised by Wolves. La vostra interpretazione è davvero strabiliante, siete riusciti a costruire questa nuova idea di androidi, da un lato intelligenze artificiali ma dall’altro figure genitoriali, oltre che protagonisti a cui il pubblico doveva affezionarsi. Come siete arrivati a formulare queste versioni di Madre e Padre?
Amanda: “Abbiamo creato i personaggi assieme a Ridley (Scott) dalla prima scena. È stato davvero di grande aiuto, aveva una chiara idea di quello che voleva e questo, credo, sia il miglior modo di creare e cercare assieme qualcosa. Provavamo, magari non funzionava, allora poi provavamo qualcosa di totalmente diverso, e improvvisamente era meglio. È venuto tutto dal provare continuamente, ma anche dalla possibilità che ci è stata data girando gli episodi in ordine cronologico. È stato un vero regalo poter recitare per Ridley Scott.“
Abubakar: “C’era un ambiente, creato da Ridley e dal cast e da tutta la crew, di sicurezza, e sentivamo che anche se noi interpretavamo questi androidi, potevamo lavorare sui sentimenti e sull’inconscio cercando di capire quale fosse la via migliore. Per noi è stato davvero essenziale per trovare l’unicità di questi personaggi. Noi nei primi episodi siamo impegnati a cercare di capire come crescere i bambini nel pianeta, ed è difficile per una macchina basata su modelli matematici, un compito del tutto inedito. Lavorare e giocare su quest’idea, dando un compito del genere agli androidi, inserendolo nell’insieme della trama, è stata la direzione di Ridley. Con Amanda abbiamo lavorato cercando di sviluppare questi personaggi, giocando con queste straordinarie suggestioni.”
È stato d’aiuto pensare all’immaginario di Ridley Scott e alla sua idea di atmosfera sci-fi o è stato tipo “ok, creiamo qualcosa di totalmente nuovo”?
Abubakar: “È strano perché è come se durante le riprese io avessi del tutto dimenticato che Ridley fosse anche il regista di Alien e di tutto il resto. Lui riesce a farti sentire l’unicità del mondo che sta costruendo assieme a te. Era come se stessimo semplicemente facendo quello”
Amanda: “Sia Ridley che Aaron hanno messo da subito al centro la storia, e quindi non importava tutto quello che era venuto prima. Importava cercare di raccontare la storia nel migliore dei modi, anche se ovviamente avere Ridley Scott aiuta. È tutto un «aggiungiamo del sangue bianco!» ed eccoci pronti a lavorare.”
Com’è stato lavorare con Ridley Scott e Aaron Guzikowski?
Amanda: “L’ho odiato (ride). No, scherzi a parte: li amo. Sono davvero dei grandi e creano un set in cui divertirsi e giocare. Ridley si muove molto velocemente, ma perché sa bene cosa vuole. Mi è piaciuto davvero molto lavorare con loro, ma anche con tutto il team. Siamo stati molto fortunati in questo senso, il team di questa produzione è decisamente straordinario. Trovare le soluzioni ed essere così nudi, perché siamo in effetti nudi sul set!, per sei mesi, non è facile.
Raised by wolves parla di un mondo lontano in un futuro lontano, ma i temi ovviamente riguardano il nostro presente. L’intelligenza artificiale, il sistema di credenze, l’idea di umanità. Eravate più spaventati o affascinati la prima volta che avete letto la sceneggiatura?
Abubakar: “entrambi, un giusto equilibrio diciamo. Il fascino per come Aaron avesse creato il giusto focus sull’umanità era anche terrorizzante. Finisci per ritrovare elementi di te stesso riflessi nei personaggi. Anche se è fantascienza e sembra così distante dal mondo in cui siamo ora, per i temi che tratta, così rilevanti al giorno d’oggi, trasforma quegli stessi elementi sci-fi nella ciliegina sulla torta. Il vero centro è il sentimento di umanità nelle relazioni, cosa significa essere umani, anche se siamo androidi.”
Credete nel futuro raccontato da Raised by wolves, dove gli androidi crescono figli e l’umanità sopravvive su un altro pianeta?
Amanda: “Tu no? Siamo appena atterrati su Marte! Il mondo sopravvivrà sempre, è solo una questione di che fine faremo noi. Non credo sia troppo pazzo pensare che, viste le condizioni invivibili dello spazio aperto, qualcuno tenterà di mettere le speranza del genere umano nelle mani di qualche androide. Al contempo credo che le persone reagiranno dicendo «no, vado io, fanculo gli androidi!»”
Raised by Wolves ha un’ambientazione davvero interessante: un futuro con elementi molto primitivi. Potete raccontarci qualcosa del set e degli oggetti di scena? C’è qualcosa che vi ha colpito particolarmente?
Amanda: “continuamente! Ogni volta che prendevo in mano qualcosa ero tipo «l’avete davvero costruito? Wow». Tutto è stato davvero fatto, quindi avevamo questi piccolissimi bambini o gli scheletri dei serpenti. Le persone che hanno lavorato ai dettagli di questo show sono così talentuose che vuoi dare tutta te stessa per lavorare al meglio in ogni momento. Bastavano pochissimi minuti per sentirsi davvero in un altro pianeta nel mezzo del nulla, amo quella sensazione.”
Abubakar: “abbiamo girato in Sud Africa ed è stato davvero bellissimo e incredibile. Il team di Raised by Wolves è riuscito a creare così tanti set, tutti diversi tra loro. È davvero d’ispirazione”
Ci potete raccontare qualche fatto divertente o particolarmente spaventoso avvenuto sul set?
Amanda: “no no non ci siamo divertiti affatto (ride). No dai, aspetta, non riesco a ricordare però.”
Abubakar: “forse la prima volta che siamo arrivati sul set è stato abbastanza spaventoso”
Amanda: “proprio quello a cui stavo pensando io! La prima scena con l’astronave che si schianta. Penso fosse il giorno uno o due di riprese. Dovevo strisciare e dire la mia battuta e improvvisamente urlavano «Cut!» e io non sapevo nemmeno quale lingua avessi parlato. «Ho parlato inglese o no?». Quindi sì, il primo giorno è stato decisamente spaventoso.”
Abubakar: “Sì davvero. Eravamo in Sud Africa in mezzo al nulla con queste tute stranissime e Amanda aveva quella scena con l’astronave che cade nella fossa del pianeta e io continuavo a pensare «Ok sì giusto siamo Androidi». Intanto sudavo e mi chiedevo «oddio ma gli Androidi sudano?»”
Amanda: “io continuavo a pensare «smetti di sudare smetti di sudare!»”
Le tute che indossate sono comode?
Abubakar: “di certo aiutano a entrare nella parte! Come tutto; la luce, il set, l’Africa, ricordarsi la battuta. Non avevamo un green screen dietro di noi, eravamo fisicamente nei luoghi. Ci sentivamo in quello spazio, ed eravamo su quest’astronave, una vera astronave da cui potevamo gettarci!.”
Raised by Wolves va in onda alle 21.15 ogni lunedì su Sky Atlantic e NOWTV.