Anche senza di te – il regista e il cast: “È importante dare un nome alle emozioni”
Il regista Francesco Bonelli e il cast presentano Anche senza di te, il film che racconta l'importanza di saper riconoscere le proprie emozioni
Anche senza di te è il primo film diretto da Francesco Bonelli, di cui potete vedere qui il trailer. Bonelli ha alle spalle una lunga carriera prima come aiuto regista di grandi maestri del passato, come Ettore Scola e Francis Ford Coppola, e poi come sceneggiatore per la tv. Con la sua opera prima, il regista tenta di analizzare alcuni dei temi più importanti e delicati della nostra società, prima fra tutti la formazione dei ragazzi a scuola, ma anche le paure e le debolezze dell’individuo contemporaneo.
Per affrontare delle tematiche così importanti, Bonelli sfrutta la storia di Sara e degli uomini che fanno parte della sua vita: il futuro marito Andrea (Matteo Branciamore), il collega Nicola (Nicolas Vaporidis) e l’amico Carlo (Alessio Sakara). Sara è una donna fragile che dovrà affrontare un difficile percorso di crescita per riuscire a convivere con le proprie debolezze e imparare a essere veramente se stessa.
In Anche senza di te insegnare ai bambini a riconoscere le emozioni diventa il modo per imparare a convivere con le proprie
Ad interpretare la giovane protagonista è Myriam Catania, che parla di Sara come di una donna fragile che, attraverso proprio la sua emotività, diventa più forte, riuscendo a guarire non solo se stessa ma anche gli altri. La debolezza della protagonista si manifesta attraverso degli attacchi di panico, malattia che l’attrice dice di conoscere:
“Conosco molto bene gli attacchi di panico e per questo mi sono subito immedesimata in Sara. È un male del nostro tempo inafferrabile, che non si capisce bene da dove venga, un male inventato dalla nostra testa. Mi piaceva molto che si trattasse questo argomento e che si parlasse anche di insegnamento.”
Un altro dei temi che Anche senza di te porta sul grande schermo è infatti quello dell’insegnamento nelle scuole elementari. Una tematica che, secondo l’attrice, il film di Francesco Bonelli affronta nella maniera migliore, in modo da poter arrivare al cuore degli italiani e far almeno iniziare a pensare alla rivoluzione che il mondo della scuola necessita. Myriam Catania ha continuato poi affermando che il film è un’opera dal sapore un po’ rétro, tipico della vecchia commedia italiana, capace però di affrontare temi molto attuali e far riflettere:
“Appena ho finito di leggere la sceneggiatura, mi sono sentita meglio. Questo è un film che fa bene e desideravo molto poterlo raccontare io.”
Un film che quindi punta a smuovere le coscienze, raccontando la storia anche di Loris Malaguzzi, il pedagogista che inventò in Italia un metodo d’insegnamento rivoluzionario che però fu bloccato in un paese così fortemente cattolico come il nostro. Come ha spiegato lo stesso regista, l’approccio pedagogico di Malaguzzi ha paradossalmente trovato grandi ostacoli in Italia e al contrario si è diffuso molto all’estero, in paesi come Sud America, Stati Uniti e Danimarca. In questi luoghi, continua Bonelli, “hanno capito evidentemente che è più facile insegnare a una persona a gestire la rabbia quando ha 6 anni che non quando ne ha 30/35 ed eventualmente inizia a spaccare vetrine o a fare male a sua moglie”.
Quello dell’insegnamento è un tema che il regista voleva inserire all’interno di una commedia sentimentale che raccontasse la storia di Sara, una donna non così debole come sembrerebbe ma che nel suo disordine, trova la forza per non piangersi addosso e cercare la soluzione giusta ai suoi problemi. Un personaggio che come afferma il regista, Myriam Catania è riuscita ad interpretare in maniera fantastica, essendo lei “un ibrido tra Amélie e Bridget Jones”.
Il miglior linguaggio poi per affrontare una tematica del genere era proprio quello della commedia. Un genere che sta particolarmente a cuore al regista, che ha un’idea molto chiara della differenza tra commedia e farsa, come affermava Ettore Scola:
“Il mio maestro è stato Ettore Scola e nel film c’è un’attenzione ai dialoghi che devo assolutamente al lunghissimo esercizio che ho fatto con lui. Noi tendiamo a chiamare commedie italiane quelle che sono dei vaudeville filmati, cioè i film di Natale o altre cose troppo leggere. La vera commedia ha radici dolorose: basta pensare a film come Una giornata particolare o La famiglia.”
Con Anche senza di te Francesco Bonelli ha preferito rinunciare alla risata a crepapelle, in favore di un ironia capace di far riflettere, di trasmettere un’emozione più forte e con un’intenzione più profonda. Il desiderio del regista infatti era quello di raccontare il disagio enorme di una persona che deve affrontare i problemi tipici della nostra società: le difficoltà sul lavoro, che inevitabilmente portano anche a problemi nei rapporti amorosi o con la famiglia, ma anche le debolezze personali che non si sanno affrontare nel modo giusto.
Anche senza di te: i tre uomini di Sara
Ad accompagnare la protagonista nel suo percorso di crescita saranno tre uomini, l’uno completamente diverso dall’altro. Nicolas Vaporidis interpreta Nicola, un collega di Sara, all’inizio duro e burbero, ma che alla fine si scoprirà nascondere una grande fragilità, che riesce a tirare fuori proprio grazie all’aiuto di Sara. Come ha affermato lo stesso attore:
“La bellezza di questa storia a mio avviso è che non racconta di superuomini ma di persone semplici e normali. Chiunque va al cinema e vede questo film, può riconoscersi nei protagonisti. L’incontro con Sara permette [a Nicola] di ricredere nella vita e non perché si innamora di lei ma perché si affeziona ad una persona per cui ha inizialmente grandissima stima”.
Un incontro che nasce da un sogno che i due insegnanti hanno in comune e che mette le basi per un amore non tragico o passionale, ma per un sentimento vero, che trova forza nel rispetto profondo che entrambi hanno l’uno dell’altra. Vaporidis ha poi affermato che la forza del film sta nella rappresentazione che dà della donna:
“Oggi le donne vengono raccontate per altre cose, sono al centro dell’attenzione mediatica per altre situazioni: questo film invece mette l’accento sulla forza della donna, sulla bellezza delle sue fragilità, con quali l’uomo deve imparare a convivere”.
E in Anche senza di te ci sono tre uomini che in modi diversi cercano di relazionarsi con le fragilità e debolezze di Sara. Ma tutti e tre alla fine dovranno imparare a conoscerle perché, come dichiara l’attore, è fondamentale per l’uomo accettare “la complessità di una donna, che c’è ed è meravigliosa per questo”.
Matteo Branciamore invece è Andrea, fidanzato e futuro marito di Sara, fissato con la carriera e il lavoro. Come lo ha definito il regista, Andrea è un principe azzurro velenoso, un buon partito ma egoista, incapace di accettare le debolezze di Sara e aiutarla ad affrontarle. È un uomo che deve fare i conti con la perfidia del mondo del lavoro, fatto di nepotismo e raccomandazioni e che per questo, non riesce ad essere vicino alle sua fidanzata.
Ad aiutare Sara invece è Carlo, un ragazzo conosciuto su un sito di incontri, dopo che Andrea l’ha lasciata. Carlo è un attore porno con il grande desiderio di riscattarsi e dimostrare di essere un vero artista. Ad interpretarlo è Alessio Sakara, che ha dichiarato di essersi sentito molto vicino al personaggio:
” Mi sono immedesimato immediatamente con il personaggio di Carlo perché entrambi veniamo spesso male interpretati”.
Carlo è un porno attore e Alessio combatte nella MMA, una arte marziale ritenuta molto violenta: in realtà entrambi sono molto di più di quello che possono sembrare e, come ha affermato lo stesso Sakara, sono diversi da come appaiono. L’incontro tra Carlo e Sara darà a entrambi la forza per tirare fuori il meglio di loro ed esprimersi liberamente.
Anche senza di te arriverà nelle sale il prossimo 8 marzo e nel cast, oltre ai protagonisti, troveremo Pietro De Silva, Valentina Ruggeri, Tatjana Nardone, Anna Ferruzzo, Paolo De Vita, Patrizia Loreti, Raffaele Vannoli.