Andrew Dominik su Blonde: “Marilyn Monroe la Dea dell’amore del XX secolo”
Da Venezia 79, il regista di Blonde, Andrew Dominik, racconta i retroscena del film, in cui la star scomparsa è interpretata da Ana de Armas.
Per promuovere il suo Blonde, selezionato per il concorso ufficiale di Venezia 79, il regista Andrew Dominik ha incontrato al Lido la stampa, discutendo del suo rapporto con l’autrice del romanzo su cui è basato il film, di cosa lo ha affascinato di Marilyn Monroe e del suo lavoro con Ana de Armas.
Ragionando sul fatto che la figura di Marilyn è stata ormai raccontata in una miriade di occasioni, il regista ha precisato che non ritiene il suo film originale, definendolo una “fantasia di salvataggio” come gran parte delle produzioni, cinematografiche e non, sull’attrice: “La maggior parte dei libri che sono stati scritti su Marilyn Monroe, siano essi scritti da Gloria Steinem o Norman Mailer, sono essenzialmente tutti fantasie di salvataggio. Ti fa pensare: ‘Io sono riuscito a capirla. Se fossi stato lì sarebbe andata diversamente.’ Penso che il film non sia diverso in questo.”
Per Andrew Dominik, la tragedia di Marailyn Monroe suggerisce che ci sia qualcosa di sbagliato in ciò che desideriamo
Sul perché il pubblico ancora oggi mantenga un legame tanto forte con la stella del cinema scomparsa, Andrew Dominik ha spiegato come si tratti di “una persona per la quale proviamo molti sentimenti, penso soprattutto le donne. Sembra rappresentare tutti i modi in cui vieni frainteso o definito pazzo. C’è una certa sensazione di sorellanza con lei. [..] La morte di una bella ragazza poi è un po’ la cosa più avvincente che ci sia. Lei è la dea americana dell’amore, ma nel 20° secolo. È letteralmente come Afrodite o qualcosa di simile.” Per il regista, la vita della donna contiene un ammonimento su tutto ciò che la società ci insegna essere desiderabile: “È famosa, è bellissima, ha un lavoro fantastico, ha frequentato i ragazzi più fighi dell’epoca e si è suicidata. C’è qualcosa in Marilyn Monroe che sembra dirci che ci sia qualcosa di sbagliato in ciò che vogliamo.”
Riguardo alla possibilità che Marilyn non sia morta per un tragico errore, bensì sia stata assassinata, il regista di Blonde sottolinea: “Penso che la cosa più probabile sia che abbia avuto un’overdose accidentale, che in realtà è davvero una forma di suicidio. Solo che avviene perché non presti attenzione, ma sicuramente sei autodistruttivo, tormentato. Se sei in una situazione in cui potresti accidentalmente avere un’overdose di barbiturici, sicuramente le cose non stanno andando bene. Non credo alla storia dell’omicidio. Cose del genere per me non hanno alcun senso.”
Sulla scelta di Ana de Armas per dare volto alla sua protagonista, Dominik ha spiegato come l’abbia vista per la prima volta in un film in TV, probabilmente nel periodo in cui lei ancora non parlava inglese: “L’ho vista e ho pensato che assomigliasse e che fosse affascinante. […] Quando però fai un film su Marilyn Monroe, devi capire quale sia il cuore. Puoi trovare un’attrice, ma se non ha quel qualcosa in più, che la faccia illuminare, l’intero film nascerà morto. Ana aveva quel qualcosa in più. Volevo solo vedere cosa fosse in grado di fare e come sarebbe stata. Così l’ho fatta chiamare per leggere il copione ed è stato chiaro che fosse brava, così l’intero film ha cominciato a prendere vita da quel momento.”
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L’autore ha poi parlato della veridicità contenuta in Blonde, tratto com’è da un romanzo che mescola realtà e finzione: “È un film di fiction. Racconta la storia dal punto di vista di lei. Non penso troppo [all’accuratezza storica]. Al film non importano gli altri personaggi. La relazione è tra lo spettatore e lei. Noi siamo gli unici a capirla, il che crea una sorta di intimità. Al film non interessa essere giusto nei confronti di chiunque altro. […] È questo il fulcro del film. Non che mi sia inventato tutto, è solo ciò che c’era nel libro. Senza di esso, il film non avrebbe funzionato.”
Infine, non è mancata un’opinione sul rating ricevuto dal titolo, vietato negli Stati Uniti ai minori di 17 anni: “Il rating è un po’ una noia, ma non troppo. Sarebbe stato un problema se fosse un film per il cinema, perché ha effetto sui cartelloni pubblicitari, sulle sale in cui poterlo proiettare, tutti questi tipi di problemi. Personalmente non credo che il rating sia meritato e penso che ponga delle aspettative su quanto il film sia piccante e non penso che in realtà lo sia. Credo però che Netflix sia fantastico, perché le persone possono vedere quello che vogliono. Ai ragazzini basta prendere in mano un tablet.
Disponibile su Netflix dal 28 settembre, presentato in concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2022, Blonde è diretto e sceneggiato da Andrew Dominik. Il cast è composto da Ana de Armas, Adrien Brody, Bobby Cannavale, Xavier Samuel, Julianne Nicholson e Lily Fisher.