Maria Tilli parla di Animali Randagi con i “traghettatori della morte” Giacomo Ferrara e Andrea Lattanzi [VIDEO]
La nostra videointervista alla regista Maria Tilli e a Giacomo Ferrara e Andrea Lattanzi, due degli interpreti principali di Animali Randagi. In sala dal 27 giugno, distribuzione a cura di Adler Entertainment
Quando si parla di cinema si ha sempre o quasi l’evidenza di un contrasto diretto tra autori, registi, volti e voci. Ancor più se ad essere centrale è il circuito indipendente al quale appartiene l’esordio al lungometraggio di finzione di Maria Tilli, Animali Randagi, in uscita nelle sale cinematografiche nostrane a partire da giovedì 27 giugno, distribuito da Adler Entertainment.
A differenza di quanto visto recentemente nel panorama cinematografico italiano, la proposta narrativa, tematica e stilistica di Animali Randagi è di quelle realmente interessanti, atipiche e per questo degne d’osservazione ed elogi. Raramente si è rintracciata una tale contaminazione tra i generi e tra le forme cinema, qui si mescolano tra loro documentarismo, western, crepuscolarità drammatica, cinema d’impegno sociale e molto altro.
Leggi anche Animali randagi: recensione del film
Un film che indaga la moralità, tanto quella dei suoi protagonisti, quanto dei suoi spettatori, nel corso di un adagio che passa per il cupo, per poi ritrovare inaspettati bagliori di luce e di sollievo. Si riflette sulla vita e si riflette sulla morte, poiché l’una non esclude l’altra e così come nella quotidianità che tutti noi viviamo, anche nel lungometraggio della Tilli non è detto che queste possano intrecciarsi tra loro, finendo perfino per confondersi ed infine svelarsi.
Certamente non un film per tutti, ma nemmeno per pochi. Piuttosto, un film per chi è capace di attendere, per chi è capace di abbracciare il male lasciandosi andare senza protezione alcuna, fino a percepirne la natura benigna. Tilli, dopo una lunga esperienza nel documentaristico, torna alle dipendenze dalle droghe, alla perdizione giovanile e così alla confusione dell’anima. Un film che fa male, ma anche molto bene. Restituiscono fortemente il messaggio le ottime prove interpretative di Ferrara, Lattanzi, Franek e Claisse.