Arnaud Desplechin: Alba Rohrwacher è la più grande attrice italiana del momento
Uscirà nelle sale italiane il prossimo 25 aprile I fantasmi d'Ismael, l'ultimo film diretto da Arnaud Desplechin, in cui la finzione e il racconto sono centrali e dove viene celebrato il cinema stesso. A parlarne a Roma il regista e gli interpreti Alba Rohrwacher e Louis Garrel.
Arnaud Desplechin dirige un cast davvero d’eccezione ne I fantasmi d’Ismael, il suo ultimo film in arrivo nelle sale italiane dal prossimo 25 aprile. Un film dove racconti e storie diverse si intrecciano, attraverso il linguaggio romanzesco e a tratti rocambolesco tipico del regista. Un film che però celebra il cinema stesso, raccontando la storia di un regista e del suo momento di crisi.
Ad interpretare i protagonisti di I fantasmi d’Ismael troviamo Mathieu Amalric, nel ruolo del regista Ismael, ma anche Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel e Alba Rohrwacher. Tutti i personaggi ruotano attorno al protagonista, muovendosi come veri e propri fantasmi o entità che in modi diversi, influenzano la vita di Ismael. E proprio degli attori e di come siano riusciti ad arricchire il suo film, ha parlato Arnaud Desplechin.
Arnaud Desplechin: l’amore per il cinema e la scelta degli attori per I fantasmi d’Ismael
I fantasmi d’Ismael uscirà in due versioni, una più lunga e una più corta, destinata maggiormente al pubblico. Come ha affermato lo stesso Arnaud Desplechin: “La più breve si concentra di più sul triangolo amoroso tra i tre protagonisti e la definisco più romantica; mentre quella più lunga è un po’ il director’s cut ed è in un certo senso più mentale, più attenta a ciò che accade nella testa del protagonista“.
La divisione del film si deve poi ai diversi racconti che lo costituiscono. I fantasmi d’Isamel infatti si divide in più archi narrativi, tutti collegati tra loro ma allo stesso tempo divisi, che portano lo spettatore a fare i conti con più storie diverse. Un elemento, quello del racconto e della finzione, che da sempre affascina il regista:
Se c’è una cosa che mi affascina del cinema sono la finzione, le storie e i racconti. Ne I fantasmi d’Ismael mi piaceva questa idea dell’accavallarsi delle storie, di cinque film insieme, uniti in un flusso narrativo continuo e potente. Soprattutto mi piaceva il fatto che Ismael riesca a guarire la sua anima, le ferite che si porta dietro, come il mancato rapporto con il fratello, attraverso i suoi film. Il cinema ha per me questo potere: guarire e riparare la realtà.
Desplechin è quindi un regista che ama la finzione e che si nutre di essa, come lui stesso ha poi ammesso: “Non riuscirei a fare film se non ne vedessi e allo stesso modo sono un grande lettore, soprattutto di romanzi: ho questo bisogno di essere costantemente tuffato nella finzione per potermene in qualche modo nutrire”. Ma soprattutto, la cosa che più ama del cinema è la sua capacità innata di potersi rivolgere a tutto il pubblico, soprattutto quello più giovane. Il cinema è un’arte popolare e, per quanto al regista piaccia introdurre all’interno dei suoi lavori elementi nobili come le grandi opere d’arte, i film resteranno sempre destinati al popolo:
La cosa magnifica del cinema è quel suo aspetto quasi da musical: essere nato e di essere rimasto un’arte del popolo, elemento che Fellini aveva colto perfettamente. Che si tratti di film d’autore o di una commedia, il cinema rimarrà sempre la più giovane delle arti e sarà sempre rivolta ai più giovani e alle classi popolari.
Fondamentali per la riuscita del film sono stati i grandi interpreti scelti da Desplechin, ognuno con le proprie caratteristiche. E se Mathieu Amalric è una vera e propria bomba, con la grande capacità di non temere il ridicolo e di non aver paura di mettersi totalmente in gioco, Luis Garrel era l’attore perfetto per interpretare Ivan: un personaggio carismatico, capace di rimanere sempre in bilico, al limite tra il completo imbecille e la spia perfetta. Ma le protagoniste del film sono sicuramente le tre donne, ognuna con una particolarità tutta sua. Charlotte Gainsbourg era perfetta secondo Desplechin per il personaggio di Sylvia, perché possiede quel fuoco dentro che reprime con tutte le sue forse ma che non aspetta altro che uscire fuori. Lavorare con Marion Cotillard invece, è stato per il regista un’esperienza unica:
Lavorare con un’attrice così carismatica è un’esperienza incredibile. Per esempio nella prima parte del film Carlotta è tornata per riprendersi il marito ed è un po’ un diavoletto, mentre nella seconda capisce di essere tornata anche per il padre e si comporta come se fosse una santa. In un solo personaggio ci sono così due volti: da una parte di diavoletto e dall’altro di santa, un’invenzione completamente di Marion.
La terza donna che ruota intorno a Ismael è Faunia, interpretata da Alba Rohrwacher, attrice che il regista ha fortemente voluto nel suo film:
Avevo due attrici molto forti, due star e avevo bisogno di un’attrice che potesse tener loro testa. Serviva quindi la più grande attrice italiana del momento. Alba ha una caratteristica bellissima che è quella di essere imprevedibile: non si sa mai se la si vedrà in un film europeo, italiano o americano. Lei ha interpretato molti ruoli drammatici e mi piaceva farle interpretare un ruolo di pura commedia, quasi sognante con quello di Faunia. Alba ha una bellezza da quadro non da copertina, senza età, che le permette di interpretare l’amante di Luis e di Mathieu contemporaneamente, nonostante siano due uomini di diverse età.
Alba Rohrwacher e Arnaud Desplechin: la fiducia nel cinema
In I fantasmi d’Ismael, Alba Rochwacher interpreta Faunia, un’attrice che a sua volta nel film ha il ruolo di Arielle. Due nomi che si ricollegano ad un mondo fantastico e che rispecchiano perfettamente l’animo del personaggio creato da Desplechin, come ha affermato la stessa attrice:
Arielle è un personaggio doppio che già nel nome nasconde la magia, come l’omonima dea di Shakespeare. Faunia invece ricorda un fauno, tanto che nella versione più lunga del film lei appare per la prima volta in scena quasi come in un sogno, come se fosse uno spirito del bosco.
Per la prima volta la Rohrwacher si trova ad interpretare un personaggio molto romantico, senza alcun dramma. Un personaggio positivo, con una grande qualità, quella da attrice di essere in grado di raggiungere un distacco compassionevole, un saper calarsi nelle parti senza rimane schiacciati dal ruolo.
Proprio grazie a questi personaggi e alla capacità di raccontare la crisi di un regista e celebrare la bellezza del racconto, la Rohrwacher ha definito I fantasmi d’Ismael una sorta di 8½ di Desplechin: “Il film è un po’ l’8½ di Arnaud perché racconta la crisi amorosa e lavorativa di un regista. È un film pieno si incastri, rincorse e vertigini. Eppure rimane un film concreto, “divertentemente” complesso e per me il film di Fellini è un po’ così“.
Lavorare per un regista come Desplechin è stato quindi per l’attrice un vero e proprio sogno, la possibilità di sperimentare un modo di fare cinema davvero unico, come ha dichiarato lei stessa:
Il suo cinema e il suo lavoro sono stati da sempre per me fonte d’ispirazione, mi hanno dato la spinta e il coraggio di fare questo mestiere. Lui, con le sue storie incredibili e imprevedibili mi ha dato fiducia nel cinema. È una persona che fa cinema in una maniera libera e sorprendente. Al primo incontro io parlavo pochissimo francese e lui mi ha detto che non importava e che l’avrei imparato presto, dandomi una grande forza e credendo in me.