Avatar 2 – La via dell’acqua – James Cameron svela tutti i perché dietro al film insieme al cast
L’attesissimo sequel di Avatar, blockbuster ormai leggendario del 2009 scritto, diretto, co-prodotto e co-montato da James Cameron, intitolato Avatar – La via dell’acqua (Avatar: The Way of Water), debutterà nelle sale cinematografiche italiane mercoledì 14 dicembre, distribuito da 20th Century Studios che lo ha co-prodotto con Lightstorm Entertainment.
Martedì 6 dicembre si è tenuta la conferenza stampa globale, con la partecipazione del regista e sceneggiatore James Cameron che insieme a parte del suo cast – Sam Worthington, Zoe Saldaña, Sigourney Weaver, Stephen Lang e la new entry Kate Winslet – ha dialogato con la giornalista Edith Bowman su ciò che stiamo per vedere e sul percorso compiuto nel corso di questi anni che ha condotto alla realizzazione di Avatar – La via dell’acqua.
Perciò dopo averlo atteso per quattordici lunghi anni, ci è finalmente concesso tirare un lungo sospiro di sollievo e sperare per il meglio, considerato quanto detto dal cast e da James Cameron nel corso della conferenza stampa.
La trama di Avatar – La via dell’acqua
Ambientato più di dieci anni dopo gli eventi del primo film, Avatar: La Via dell’Acqua inizia a raccontare la storia della famiglia Sully, dunque quella di Jake, Neytiri e dei loro figli. Un grande pericolo li segue, tale da spingerli a combattere, abbandonando la quiete pur di rimanere in vita, accettando effetti, conseguenze e tragedie di un conflitto imprevedibile e inarrestabile.
James Cameron e il momento di tornare. Come si arrivare al sequel? Attraverso l’amore, il rispetto per il pubblico, l’importanza della famiglia e il messaggio di fondo
Sull’amore: “La domanda che mi è stato posta sempre più spesso è questa: Avatar ha fatto un mucchio di soldi, fai un sequel, no?! E ogni volta io ho pensato tra me e me che beh, Spielberg non lo ha fatto con E.T. nonostante l’enorme successo, eppure quel film è rimasto nel tempo, quindi perché io dovrei fare un sequel del mio precedente successo? Però una volta presa la decisione, ciò che più di ogni altra cosa ci ha permesso di tornare è stata l’amore, e poi il bene che ci siamo voluti come gruppo di lavoro e come persone e che tutt’ora ci vogliamo. Siamo un piccolo grande gruppo di lavoro che è capace di divertirsi e amarsi, gioendo dell’intero processo filmico e creativo. Kate [Kate Winslet] che si è unita per esempio lo ha percepito immediatamente, cogliendo questo nostro sentimento al meglio e questo per me è stato un enorme incentivo rispetto al tornare a quell’opera cinematografica della mia carriera e rifare tutto da capo un’altra volta.”
Sul rispetto per il pubblico: “Un’altra spinta che mi ha permesso di realizzare questo secondo film è stata la visione del precedente più e più volte e dunque ancora una volta il ritorno a quell’universo con l’amore che solo un autore può provare ponendosi per la prima volta nei panni di un semplice spettatore e fan. Credo che per qualsiasi sequel cinematografico e non, sia fondamentale onorare e rispettare ciò che il pubblico ha amato dell’opera originaria, cercando di replicare quella stessa esperienza, inserendo inevitabilmente delle novità che il pubblico, ancora legato a quell’opera, non si sarebbe potuto aspettare mai. Ci sono davvero moltissime sorprese all’interno di questo sequel che abbiamo deciso di nascondere nei vari trailer e spot televisivi, in modo da garantire un’esperienza assolutamente misteriosa a tutti gli spettatori.”
Sulla famiglia: “Credo però di poter dire una cosa però. Laddove nel primo film c’era più semplicità, qui c’è una maggior profondità tematica, più cuore, più sentimenti ed emozioni legate al discorso sulla famiglia, ancora inesplorato nel precedente film. All’interno di questo sequel ho cercato di andare a fondo sul concetto di dinamica familiare e responsabilità dell’avere figli da crescere e proteggere, mostrando questa riflessione da una doppia prospettiva, quella dei genitori e quella dei figli.”
Sul messaggio di fondo: “Alla fine della storia, tutto ciò che resta nella mente dello spettatore lasciata la sala cinematografica è la tematica del film, il messaggio di fondo. Questo sequel ha tanto spettacolo, quanto cuore e sentimento per quello che mi riguarda. Credo soprattutto che conservi un messaggio di fondo davvero vivido, rispetto all’accettazione tra individui e dunque diversità e non solo.”
Zoe Saldaña – Lavorare al personaggio di Neytiri, rispecchiandosi nelle sue paure di madre
“La sfida del mio personaggio è legata proprio all’amore. Poiché la vita, in ogni sua sfida la trova costretta ora ad amare, accettandone effetti e conseguenze, spingendola a crescere sempre di più. Il punto è che Neytiri è stata cresciuta per combattere e fronteggiare l’estraneo, le estraneità e le debolezze, perciò affrontare l’amore (vissuto come debolezza in un primo momento) rappresenta per lei una sfida a tutti gli effetti, una sfida enorme, senza precedenti. Soprattutto rappresenta una paura enorme che io ho cominciato a percepire ed elaborare nella mia quotidianità diventando genitore e immaginando che cosa possa significare a che cosa possa condurre l’idea di perdere qualcuno che si ama così tanto, qualcuno che si ama così incondizionatamente, come il proprio figlio. Così ho trascorso molto tempo lavorando d’immaginazione rispetto a questi ipotetici scenari che sono davvero inimmaginabili e capaci di generare un terrore reale. Il terrore che si prova nel momento in cui si hanno dei figli e quando si realizza che da lì hai qualcosa di davvero molto grande e devastante da perdere, a perdere te stessa. Questo è ciò che il mio personaggio e quello di Sam [Sam Worthington] si ritrovano a fronteggiare.”
Stephen Lang – Il mio personaggio è come uno squalo senza cervello
“Miles Quaritch ha una grande personalità e delle evidenti qualità, anche se essenzialmente si muove come uno squalo senza cervello in un certo senso. È ironico tutto questo ma quello che ho considerato interessante è stato infatti il motivo che ha spinto Jim a farmi tornare nell’universo di Avatar e che lui mi ha comunicato cercando di farmi salire a bordo. La motivazione del mio personaggio era semplice, tornare e distruggere quanto fatto in precedenza. Assurdo. Per me comunque è stato un piacere lavorare ancora alla complessità, profondità e in fondo anche umanità del Colonnello Miles Quaritch, il personaggio che interpreto e che il pubblico ha sicuramente amato molto.”
Kate Winslet riflette su James Cameron, dalla scrittura dei personaggi femminili, alla scelta della Winslet come interprete, e sul lavoro interpretativo di Zoe Saldaña e Sam Worthington in Avatar del 2009
James Cameron e la scrittura dei personaggi femminili: “Jim ha sempre scritto per le donne dei personaggi che non sono semplicemente forti ma che soprattutto vivono una condizione molto precisa, sono leaders. Conducono la loro vita seguendo il loro cuore, la loro integrità e la loro verità, senza farsi coinvolgere da ciò che l’esterno è in grado di creare e muovere. Quelli di Jim sono personaggi femminili che possiedono un potere fisico da gestire con abilità e con esso anche un potere morale da tenere sempre sotto controllo.”
Kate Winslet sul perché James Cameron l’abbia scelta come interprete: “È stato fantastico e lusinghiero comunque che Jim mi abbia chiesto di far parte di questo progetto. E sapete come sono salita a bordo? Jim non sopporta i folli e sapeva che io lo sarei stata se non avessi detto qualcosa tipo: Tu vedi questa potenzialità in me? Sai cosa? Io ti farò vedere che posso essere esattamente quel personaggio, e poi quell’altro, e poi ancora un altro. Ed è proprio quello che gli ho detto e lui ovviamente non si sarebbe aspettato niente di diverso conoscendomi da anni. Quindi ero e sono tutt’ora semplicemente entusiasta”
Kate Winslet sul lavoro interpretativo di Zoe Saldaña e Sam Worthington in Avatar del 2009: “Ero e sono tutt’ora semplicemente entusiasta di essere stata inserita nel sequel di Avatar. Quando sono arrivata, sono stata accolta all’interno di un mondo incredibile creato da giovani fantastici, tra cui Zoe Saldaña e Sam Worthington. Quello che loro sono riusciti a creare con il primo film è stato un vero e proprio battito cardiaco all’interno di ognuno di noi, un battito cardiaco davvero speciale, una scossa emotiva senza precedenti che in scrittura è una cosa, mentre per gli attori, coloro che devono riuscire a identificarla, modellarla, darle vita e perciò quell’impulso capace di smuovere il sangue nelle vene degli spettatori è tutt’altro. Ciò che hanno fatto è stato davvero unico e straordinario. Un qualcosa che non nasce casualmente, dall’inesperienza o peggio ancora da una stanza vuota, piuttosto all’interno di un universo sconfinato e di un amore che è palpabile, che percepisci, vedi e senti. Un universo assolutamente carico di verità, dinamiche e pulsazioni. Ciò che questi giovani hanno costruito e generato è fantastico e quello che è ancor più fantastico è che sono stati capaci di condividerlo con tutti quanti noi.”
Non ci resta che aspettare il 14 dicembre e nell’attesa fare un rewatch di quello che possiamo considerare più o meno a livello unanime uno dei più grandi film della storia del cinema recente, Avatar.