Boris 4: il cast ricorda Mattia Torre e fantastica sulla stagione 5
Il nostro incontro con gli attori, cast e produttori di Boris, in occasione della presentazione dei primi due episodi della quarta stagione alla Festa del Cinema di Roma 2022.
Boris è una delle serie italiane più dirompenti del nostro panorama televisivo: l’opera, scritta da Luca Vendruscolo, Mattia Torre e Giacomo Ciarrapico su soggetto di Luca Manzi, ha cambiato totalmente il mondo dell’intrattenimento italiano, colpendo forte a livello critico, con umorismo e schiettezza, il sistema cinematografico e televisivo italiano. L’opera, in onda su Fox per tre stagioni, dal 2007 al 2010, vede al centro della storia una troupe impegnata nella realizzazione di una fiction fittizia, che diventa uno specchio delle opere commerciali Rai e Mediaset. Per fortuna, dopo tanta richiesta, Boris è tornata con una quarta stagione di 8 episodi, che arriverà su Disney+, il 26 ottobre 2022. In occasione della Festa del Cinema di Roma 2022, durante la quale sono stati presentati le prime due puntate abbiamo partecipato alla conferenza stampa con i registi e sceneggiatori Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico, il produttore Lorenzo Mieli per The Apartment e il cast, in particolare Luca Amorosino, Valerio Aprea, Ninni Bruschetta, Paolo Calabresi, Antonio Catania, Carolina Crescentini, Carlo De Ruggieri, Massimo Di Lorenzo, Caterina Guzzanti, Corrado Guzzanti, Francesco Pannofino, Andrea Sartoretti, Pietro Sermonti, Alessandro Tiberi.
Boris 4: essere graffianti, ma non piacioni
Ad aprire le danze, è intervenuto il produttore di Boris 4, Lorenzo Mieli, che con The Apartment si è occupato della serie per conto di Disney+, piattaforma che ha deciso nella sezione Star di accogliere l’opera. In particolare, Mieli ha sottolineato: “All’inizio non eravamo convinti di fare una quarta stagione, anche perché avevamo voglia di preservare lo spirito del titolo e al tempo stesso non rinunciare alla continuità con quanto era stato costruito precedentemente. L’occasione si è presentata quando lo show è diventato un vero e proprio fenomeno, ancora una volta, quando ha debuttato su piattaforma e a quel punto ci stiamo convinti, anche come tributo a Mattia Torre, che ci ha lasciato nel 2019.” Sono poi intervenuti Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico che hanno parlato in particolare della crescita ed evoluzione dei personaggi. “All’interno di Boris abbiamo sempre avuto personaggi legati alla realtà e proprio per non evitare l’effetto Simpson, i vari membri della troupe si sono trasformati con diverse cose che sono ovviamente accadute off screen. Le parole d’ordine sono continuità e rivoluzione.” Il produttore ha poi parlato della scrittura dello show, che è riuscita a reggere la cornice di Disney+ senza censure: “Prima prendevamo in giro la tv pubblica, ora le piattaforme streaming. Il segreto è essere graffianti, ma non piacioni. Per fortuna ci è stata massima libertà di manovra da parte di Disney+.”
Boris 4: la mancanza di Mattia Torre
È poi intervenuto Francesco Pannofino, volto del regista Ferretti all’interno di Boris che anche lui ha parlato di questo stile umoristico: “Alla fine effettivamente il segreto sta lì, nel farsi prendere in giro con un po’ di autocritica. Ad ogni modo, siamo felici e contenti di aver fatto questa quarta stagione, specialmente per chi non chi c’è più.” Proprio a proposito della scomparsa dello sceneggiatore Mattia Torre e degli attori Arnaldo Ninchi (Dottor Cane) e Roberta Fiorentini (Itala), sono intervenuti i due sceneggiatori in ricordo del loro collega scomparso: “è stato un duro colpo per noi, ovviamente ci manca, ma quando era in vita la particolarità era ci divertiamo così tanto sul set in questi anni di Boris, abbiamo condiviso così tanto che eravamo come un’entità a tre teste, ragionavamo allo stesso modo. Proprio questa sensazione l’abbiamo ricreata all’interno dei nuovi episodi, così che non si avvertisse la manca di Mattia, anzi sembra che non sia cambiato niente.” Di seguito, Vendruscolo e Ciarrapico hanno parlato della natura della serie: “È un contenitore abbastanza grande dove inserire la comicità ed effettivamente risulta semplice inserire questo tipo di ironia. Per come è stata concepita l’opera, in realtà Boris è una sitcom e per noi che da giovani pensavamo che proprio le sitcom non avevano il diritto di terminare mai perché appartengono al pubblico, fare una quarta stagione è stato magico.”
Boris 4: quinta stagione all’orizzonte?
Nella parte finale della conferenza stampa, a giro ogni interprete ha detto la sua riguardo il ritorno di questo show, cominciando con Antonio Catania: “All’inizio prendevamo per i fondelli le reti generaliste, ma finalmente, dopo anni, abbiamo scoperto che anche all’estero non sanno fare le serie televisive perché stavolta ironizziamo sul mondo dello streaming.” Valerio Aprea non ha dubbi: “Andremo all’Inferno solo con la quarta stagione, con la quinta e la sesta andremo in Purgatorio e Paradiso.” Andrea Sartoretti ha invece notato come gli sceneggiatori fittizi dell’opera sono il Titanic della sceneggiatura, grandi autori ma vince sempre lo spaghetto alle vongole a Fregene. Massimo De Lorenzo ha invece spiegato che Boris 4 è stata un’esperienza malinconica e la mancanza di Torre è pari ad una nota importante mancante dell’orchestra. Per Corrado Guzzanti, con la serie “c’è stata una rottura di un tabù con il mio personaggio totalmente cambiato, un Mariano divenuto psicopatico di successo dopo aver messo da parte Padre Gabrielli”. Per Alessandro Tiberi questo revival è stato emozionante perché si è riappropriato di un personaggio, risvegliando ancora una volta un suo lato sopito mentre secondo Carolina Crescentini è come aver premuto un tasto che ha fatto tornare indietro tutto come prima. Successivamente, sia Ninni Bruschetta che Paolo Calabresi si sono lasciati andare ad alcune gag relative ai loro personaggi, rispettivamente il Direttore della fotografia Duccio Patané e il Capo elettricista Augusto Biascica. In conclusione è stato poi chiesto agli sceneggiatori se ci sarà una quinta stagione e la loro risposta è stata piuttosto confortante: “Se piace sì, perché no, ma dobbiamo prima vedere come verrà accolta dal pubblico.”