Carlo Lucarelli su La nave dei folli: “La narrazione determina il giudizio, il giudizio determina il ricordo”
L'intervista allo scrittore, giornalista e divulgatore, in occasione dell'uscita della docuserie Sky Exclusive, La nave dei folli. Oltre la ragione, da lui narrata
Scrittore, giornalista, sceneggiatore, divulgatore storico e culturale; in occasione dell’uscita de La nave dei folli. Oltre la ragione, abbiamo intervistato Carlo Lucarelli che, tramite le proprie conoscenze e le rare abilità comunicative di cui è dotato, si è prestato ad essere volto e voce narrante del progetto proposto da Sky Arte e prodotto da TIWI. In sei episodi, la docuserie riscopre alcuni personaggi incompresi, passati alla storia come folli, raccontati in maniera erronea o anche solamente incompleta, poiché figli di tempi in cui la psicanalisi non esisteva e le nozioni riguardo alla neurodiversità erano pressoché pari a zero. Da Nerone a Camille Claudel, da Robert Schumann a Giovanna di Castiglia, l’obbiettivo dell’opera è quello di analizzare l’importanza della narrazione e di come questa, spesso, determini la percezione che noi abbiamo di fatti e personaggi storici, chiedendosi se, oggi, figure controverse come quelle sopra citate verrebbe raccontate allo stesso modo.
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Carlo Lucarelli e La nave dei folli: “Bisogna tornare indietro e osservare da un altro punto di vista”
Innanzitutto, come anticipato, Carlo Lucarelli ha spiegato come la storia sia effettivamente frutto di ciò che ci viene detto e tramandato e di come questa non sia l’unica verità possibile o, perlomeno, non sia una verità riconoscibile nella sua compiutezza; l’accento è poi stato posto sulla scienza, sugli sviluppi dati dallo studio in campo psichiatrico, da cui deriva l’idea di poter oggi rivalutare personaggi che, se contemporanei, accoglieremmo e comprenderemmo con molta più apertura e consapevolezza. Lo scrittore sottolinea quanto le donne, in particolare, siano state spesso mal recepite a causa di un contesto storico a loro avverso e quanto le vittime di questo processo di travisamento storico-narrativo siano sì celebri come Nerone, ma anche meno note, come Madeleine Pelletier. In conclusione si arriva al presente, all’immaginazione di un futuro in cui certamente si potrà meglio percepire chi – Lucarelli dice “oggi soprattutto le collettività” – sta anticipando i tempi ed è già proiettato al futuro.