Carlo Verdone a Roma per Borotalco: un film che ha disegnato il mio destino
Carlo Verdone parla di Borotalco, il terzo film della sua carriera, quello che l'ha fatto svoltare!
Durante questa 12a Festa del Cinema di Roma, il pubblico ha accolto Carlo Verdone, Eleonora Giorgi e gli Stadio nella Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, per celebrare il 35° anniversario di un cult della commedia italiana: Borotalco. Questo film è stato il terzo di Carlo Verdone, che fu una svolta nella sua carriera, poiché per la prima volta si misurò con una pellicola con un solo personaggio.
Carlo Verdone esordisce parlando di Borotalco e della sua realizzazione:
Un restauro dopo 35 anni e questa bellissima festa è un regalo impagabile. Per me Borotalco è stata una scommessa. Dovevo dimostrare che potevo essere anche un attore in grado di eseguire una strada canonica, cioè un unico personaggio e un’unica storia. Mentre scrivevo ero molto nervoso ma anche carico. Insieme al mio sceneggiatore abbiamo impiegato un anno solo per trovare il soggetto. Cecchi Gori mi ha fece in 48 ore un contratto come scrittore, soggettista, attore e regista.
Carlo Verdone continua poi descrivendo l’incontro con la Giorgi e la scelta del ruolo femminile:
Cecchi Gori mi disse che Eleonora Giorgi era molto interessata, allora l’ho conosciuta, ci siamo frequentati e abbiamo cambiato qualcosa nel suo personaggio adattandolo a lei. Io ero molto carico perché quel film non lo dovevo sbagliare. La sera della prima al cinema ero nervoso. Vidi la gente uscire e diceva “ammazza quanto ci siamo divertiti”, allora mi sono sentito alleggerito di 100 chili e mi sono detto forse ce l’abbiamo fatta. Ed era vero, ce l’avevamo fatta.
Intercedono allora gli Stadio durante l’intervista parlando delle musiche del film:
Su suggerimento di Dalla noi scrivevamo canzoni, ma nessun discografico ci faceva fare dischi. Prima del concerto di Lucio eseguivamo due canzoni, di cui Carlo se ne innamorato; ed è allora andò da Lucio dicendo che le voleva nel suo film. Carlo è stato il nostro pigmalione, è stato lui che ha creato gli Stadio con la colonna sonora di Borotalco. Per la prima volta non si è realizzata una colonna sonora volta al film, Carlo ci ha dato la possibilità di scegliere canzoni già fatte. Fu la prima volta in cui una grande canzone d’autore si incontrava in un film. Fu un incrocio perfetto, sembrava che tutto fosse scritto prima.
Discutendo dei personaggi di Borotalco, ai protagonisti viene chiesto se esistono elementi che rendono il film ancora attuale. Carlo Verdone risponde dicendo di non sapere chi potrebbero essere i nuovi Sergio e Nadia:
Sicuramente due ragazzi molto meno disincantati rispetto a noi. Gli anni ’80 erano ancora un surrogato degli anni ’60, cominciavano a esserci i primi di lavori per i giovani. C’era più leggerezza all’epoca, oggi sarebbe tutto meno leggero e con molti problemi in più. Quelle chiacchierate a casa di Nadia, con tutti quelli amici mitomani non ci sarebbero. La società è molto cambiata, con questo non è che non si può fare una commedia, si può fare benissimo, ma ci sono differenze fra i giovani degli anni ’80 e quelli di oggi. Oggi non ci si scandalizza più per niente, vedi il caso Kevin Spacey, diversamente negli anni ’80 invece c’era ancora un certo moralismo.
Eleonora Giorgi interviene affermando:
Secondo me Sergio e Nadia esistono ancora oggi, i giovani si immedesimano in Borotalco. I problemi di Borotalco sono problemi che si rinnovano ad ogni generazione di giovani.
Quando viene posta al regista la domanda che lo spronerebbe a fare un remake o una serie tv, risponde dicendo:
Non credo farei un remake, piuttosto una serie tv. Magari non subito, ma fra un paio d’anni. Allo stato attuale ho solo film, ma potrei entrare nel mondo delle serie, visto che è un genere che va molto. Ciò che manca nel cinema è la continuità. Oggi ad esempio non sappiamo più raffrontarci con il pubblico, se è un pubblico di sala, se scarica, se va in streaming. Abbiamo perso un po’ l’orientamento, ma noi dobbiamo sempre fare prodotti di alto livello. Per me non vedere il film in sala è un grosso dolore, perché la sala è rimasto uno dei pochi centri di aggregazione.
Eleonora Giorgi parla del suo personaggio in Borotalco affermando:
Carlo è uno dei pochi che ha dato costrutto ai personaggi femminili e di conseguenza alle loro interpretazioni. Io raccoglievo il testimone di Monica Vitti e Mariangela Melato. Ho fatto tante commedie di successo, ma nessuna che ha avuto l’impatto di Borotalco. Il mio personaggio era emblematico, la nostra è stata la prima generazione che è uscita di casa e ha rivendicato la propria indipendenza. In un cinema che scorda la brillantezza dell’attrice nella commedia, credo che sia difficile trovare un erede. La commedia si è un po‘ stiepidita, è diventata più borghese, mentre prima si calcava più la mano nella caratterizzazione. Dopo 35 anni i ragazzi ancora me ne parlano, quindi significa che Carlo aveva scritto qualcosa di importante.
Durante l’intervista a Carlo Verdone viene chiesto il motivo, secondo lui, del successo di Borotalco:
Il perché del successo, per come la vedo io, è l’amabilità dei personaggi, che avevano le loro fragilità e quel pizzico di mitomania, che appartenevano un po’ a tutti. Poi, ovviamente, l’infinità di battute. Erano battute non costruite, ma vere e sincere, fatte soprattutto di tempi recitativi, che venivano esaltate dall’interpretazione. La gran parte delle battute comiche di questo film sono state forgiate nel momento della prova. Mi è sempre successo fin dal primo film. Più ne trovo, più mi vengono, più vuol dire che sto dentro il film e mi sto divertendo. Questa è stata la magia del cinema.
“Borotalco è un film che ha disegnato il mio destino”, afferma Verdone. “Tutti i produttori mi avevano preso per un bravo attore che faceva solo i caratteri. Dopo 35 anni stare qui e fare tutte queste interviste, come se dovesse uscire adesso, per me è una cosa molto emozionante. Sento di aver fatto qualcosa che è rimasto nel tempo; mi viene tanta malinconia per i tanti collaboratori e attori che c’erano all’epoca e oggi non ci sono più.”
Infine Verdone racconta al pubblico un aneddoto legato a Lucio Dalla:
Lucio Dalla si incazzò perché, quando uscì il cartellone del film, il nome Carlo Verdone era scritto in piccolo, mentre Lucio Dalla era in scritto in grande. Temevo potesse farci causa, alla fine ha capito che era stato un errore e soprattutto che Borotalco era ed è un grande omaggio a lui, la mattina dopo mi ha telefonato e mi ha ringraziato.