Cate Blanchett su Il Mistero della Casa del Tempo: “i fallimenti rendono indomiti”
Tra magie, incantesimi, superpoteri, responsabilità e bambini, Cate Blanchett racconta qualche aneddoto su Il Mistero della Casa del Tempo.
Cate Blanchett ha dato il via alla seconda giornata della 13° edizione della Festa del Cinema di Roma, per presentare il suo ultimo film, Il Mistero della Casa del Tempo, che uscirà nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 31 ottobre. Nel corso della conferenza stampa, l’attrice ha risposto ad alcune domande sulla magia (tema portante della pellicola per bambini), sulle responsabilità di essere genitore e sul suo approccio al ruolo di Mrs Zimmerman e al genere horror, essendo che il film è stato diretto da un regista prettamente horror, Eli Roth.
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Dato che Il Mistero della Casa del Tempo non è il suo primo ruolo in un film tratto da una fiaba, cos’è per lei la magia che è dentro di noi e quanto ama questo genere di film?
Sono convinta del fatto che non dobbiamo restare nel posto, nella condizione in cui siamo per sempre. Possiamo evolvere, cambiare. Il Mistero della Casa del Tempo è un film per bambini, per famiglie e dunque non volevamo diventare troppo pesanti, senza voler dare a tutti i costi una lezione. Una persona non deve lasciarsi etichettare dalle cose che fa nella propria vita, deve reagire.
Quando interpreta un personaggio di un film per bambini pensa di avere più responsabilità?
Io ho 4 figli, e già questo è una grande responsabilità per me. Il film celebra la stravaganza dei personaggi. La nozione di infanzia è un concetto che nasce nel XIX secolo, prima non esisteva. Recentemente è diventato un concetto di marketing e penso che adesso i ragazzini siano diventati molto più coscienti sul mondo che li circonda. Per me è importante cercare di dare o insegnare qualcosa ai più piccoli attraverso i miei film, anche se ripeto di non voler dare lezioni a nessuno.
Dato che nel film ricorre spesso l’aggettivo “indomito”, lei si ritiene una persona indomita?
È interessante arrivare alla mia età e vincere due premi così importanti come gli Oscar. Tuttavia, penso che ciò che renda davvero indomita una persona siano i suoi fallimenti, che secondo me insegnano molto di più delle vittorie. Cadere e rialzarsi, cercare di non ricadere nei propri errori e di non commettere nuovamente gli stessi sbagli. Se c’è qualcosa che mi ha resa indomita sono proprio i miei insuccessi. So sempre cercare gli errori, perché suggeriscono che strada prendere dopo.
Ci può parlare del suo legame col genere horror, essendo stata diretta da un regista come Eli Roth?
Da piccola ero ossessionata dall’horror. Avrei potuto vederne quattro o cinque a settimana, per questo sono molto onorata di aver avuto l’opportunità di lavorare con Eli Roth. Il connubio tra horror e family mi è sembrato interessante. Continuo ad accettare dei ruoli che non so come affrontare, proprio perché adoro sperimentare.
Nel film si dice che essere genitore significa avere costantemente paura, eppure si continua ad esserlo. Dato che il suo personaggio è una sorta di mamma adottiva del protagonista, qual è la sua esperienza di mamma adottiva?
Contrariamente a quanto si crede, come attrice non penso a me e alle mie esperienze quando creo un personaggio. Mi annoio a pensare a me stessa e non trovo interessante portare me stessa o il mio bagaglio di esperienze sullo schermo o a teatro. Mi interessa molto di più presentare esperienze altrui. Per quanto riguarda l’adozione beh… che dire, non c’è nessuna differenza tra l’amore che provo per i miei figli naturali e quelli adottati.
Dato che il tema principale della pellicola è la magia, se potesse scegliere un potere magico quale sceglierebbe e perché?
Mi assicurerei che tutti, dai 18 anni, andassero a votare alle elezioni USA di metà mandato. Vengo da un paese in cui il voto, la democrazia, è obbligatorio. La libertà è una responsabilità enorme, quindi incoraggerei tutti a votare.