Cattiva Coscienza: il cast e il regista spiegano i segreti della commedia fantastica [VIDEO]
Cattiva Coscienza è una commedia romantica con elementi fantastici, diretta da Davide Minnella e in sala dal 19 luglio 2023. Ecco cosa ci raccontano cast e regista del film, storia di coscienza, incoscienza, successo e perfezione.
Cattiva Coscienza arriva nei cinema italiani il 19 luglio 2023, una produzione Italian International Film – Gruppo Lucisano in collaborazione con Vision Distribution e Sky (l’obiettivo è superare le 300 copie), in sala a ridosso della prima assoluta al Taormina Film Fest, il 28 giugno. Nel cast Filippo Scicchitano, Matilde Gioli, Francesco Scianna, Caterina Guzzanti, Alessandro Benvenuti, Giovanni Esposito, Beatrice Grannò e Drusilla Foer. Dirige Davide Minnella, che nel presentare il film alla stampa, insieme al cast, prima di tutto fa i complimenti a chi di dovere. “Il soggetto del film è di Stefano Sardo (sceneggiatura insieme a Giordana Mari e Teresa Gelli, ndr), una commistione tra commedia romantica e fantastica. Otto, il protagonista, è la migliore coscienza d’Italia. Gli facciamo intraprendere un percorso che gli consente di capire una cosa importante: vivere è meglio che giudicare”.
Le nostre interviste video al regista e al cast di Cattiva Coscienza
Cattiva Coscienza: umani vs. coscienza, per un film che parla anche dell’Italia
Otto (Francesco Scianna) è la coscienza di Filippo (Filippo Scicchitano), l’unica che nel Mondo Altro riesca a ottenere risultati. Filippo, in apparenza l’uomo perfetto, esegue impassibile gli ordini di Otto fino al giorno in cui perde la testa per Valentina (Matilde Gioli), lasciando la compagna Luisa (Beatrice Grannò) a pochi giorni dalle nozze. E rivoluzionando la sua vita. Stefano Sardo, chiamato in causa dal regista, per spiegare il film tira in ballo l’Italia. “Questa è una commedia fantastica ambientata in Italia e il punto è che uno passa la sua vita a cercare dei valori e poi, questo paese, ti fa sentire uno stupido a rigare diritto. Quindi alla fine arrivi a dirti, sai cosa? Adesso mi diverto un po’. Un film che parla di coscienza sporca, in Italia, è appropriato”. Caterina Guzzanti, coscienza pure lei, nemica giurata di Otto, delle riprese ricorda soprattutto “i calzari che dovevo portare in continuazione per non sporcare il set del Mondo Altro!”. Prosegue, scherzando sulle affinità tra il soggetto di Cattiva Coscienza e quello di un qualsiasi film d’animazione, “sono grata alla Pixar per avermi scelta! Non vedevo l’ora di essere un cartone animato, una cosa astratta”.
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Per Francesco Scianna (qui sopra la video intervista in coppia con Matilde Gioli) spiegare Otto è facile. “Una coscienza rigida, convinta che la chiave del successo sia fare sempre e solo la cosa giusta. All’improvviso si accorge che un successo così porta infelicità, è una metafora della vita. Bisogna aprirsi, al mistero della vita. E ci vuole anche coraggio, per vivere pienamente”. Dall’altro capo della barricata c’è Filippo, interpretato da Filippo Scicchitano, l’uomo manovrato dalla coscienza, all’inizio un automa senza apparenze di libero arbitrio. “Filippo è imprigionato dalla sua stessa ambizione. Il personaggio si interroga sul modello di vita imposto dalla sua coscienza. A un certo punto esplode ed è qui che arriva l’incoscienza. Non penso sia una cosa del tutto negativa” prosegue “voglio dire, se di questa incoscienza, della rivoluzione, si riesce a fare un buon uso”.
Matilde Gioli è Valentina: ha un privato turbolento e una coscienza non così oppressiva. Il suo incontro con Filippo, cambia davvero la vita al protagonista. “Ho visto il film poco tempo fa” esordisce l’attrice milanese “e ho subito scritto una serie di messaggi deliranti a Davide. Mi piace sempre vederlo finito, il film, così mi faccio un’idea delle scene girate dagli altri, senza di me. Davide ha fatto un’ottimo lavoro. La coscienza del mio personaggio, che sembra una pecora nera, ha in realtà fatto una cosa bella, lasciando Valentina libera di essere chi voleva e di vivere a modo suo. E in questa libertà rientra anche la possibilità che capitino delle sventure, che sono una parte della vita. Valentina ha questa sua gioia, quando si tratta di confrontarsi con le piccole cose della vita”. Interviene scherzando Caterina Guzzanti: l’approccio della coscienza di Valentina, dice, “è montessoriano!”.
La musica di Motta, il coraggio degli esseri umani, la fragilità della coscienza
La musica è centrale nel discorso di Cattiva Coscienza. Ce lo racconta (qui sopra la video intervista con Filippo Scicchitano) Davide Minnella. “Un lavoro orchestrale importante, impegnativo e che ha portato a una colonna sonora ambiziosa (firmata da Michele Braga, ndr)“. Le sonorità del film accompagnano la storia e si adeguano al suo ritmo. “A partire dal momento in cui Otto scende sulla Terra, abbiamo scelto un sound che incalzasse il racconto. D’altronde, il secondo e il terzo atto del film sono ricchi di situazioni interessanti”. Parlare della musica del (e nel) film significa parlare di Francesco Motta, in arte Motta e basta, qui attore ma non solo. “Ero deciso ad averlo ed è per questo” spiega il regista “che ho chiamato sua moglie, Carolina Crescentini, dicendole: ti chiedo scusa, ma la mia proposta non è per te ma per tuo marito! Lui ha accettato e ha lavorato sia come attore, in una piccola parte, sia come autore di un pezzo per il film, che si chiama Per sempre. Davvero professionale, è stato sul set quattro giorni, la canzone l’avrà dovuta cantare 40 volte, non ha battuto ciglio”.
Senza esagerare con gli spoiler, ci sono degli elementi interessanti nella caratterizzazione delle coscienze che meritano di essere chiariti. Interviene Stefano Sardo. “In effetti la coscienza guarda ma non vive. Io sono uno sceneggiatore, si può dire che noi scrittori di cinema viviamo di meno perché siamo chiusi dentro casa a scrivere. Oggi i social tendono a riflettere la vita come se fosse una performance: le vite degli altri sono sempre più riuscite della tua, ma solo perché sono costruite su una selezione accurata dei momenti migliori. Se c’è una cosa che il film ci racconta, è l’importanza di vivere il momento e perdonarsi. Che non vuol dire accettare l’idea di essere immorali o disonesti, piuttosto è uno stimolo a cercare di fare il meglio possibile, date le circostanze”.
Le coscienze sono difettose, per come le immagina il film, o siamo noi esseri umani a non funzionare a dovere? “Ci sentiamo tutti difettosi” prosegue Stefano Sardo “e ho pensato fosse una buona idea ribaltare le cose. E dire, come nel film, no, siamo noi coscienze a essere difettose. Voi umani, con tutti i vostri difetti, siete coraggiosi”. Davide Minnella ha lavorato molto duro sul tono del film; scherzando, arriva a dire che “gli attori, li ho torturati. Esortandoli a non caricare troppo. Ci siamo confrontati a lungo su questo argomento. Ci sono delle commedie che reputo poco credibili, per una serie di ragioni. Una è che gli attori, loro per primi, danno l’idea di non crederci, ridendo della messa in scena. Noi dobbiamo essere molto seri in quello che facciamo, a ridere ci penserà lo spettatore. Ad alcuni ho chiesto di caricare sull’interpretazione, le tre coscienze (Caterina Guzzanti, Francesco Scianna e Giovanni Esposito, ndr) per esempio. Agli altri ho chiesto un grado maggiore di veridicità”.