Intervista a Giovanna Sannino oltre Mare Fuori: “Del successo mi spaventa la frenesia”
L’intervista all’attrice partenopea, tra le protagoniste della serie di grande successo Mare Fuori nel ruolo di Carmela, realizzata in occasione della prima edizione del Season - International Series Festival.
La messa in onda della quarta stagione di Mare Fuori è sempre più vicina, con gli appassionati dell’acclamata serie che dovranno pazientare ancora qualche mese. I nuovi attesissimi episodi infatti arriveranno a febbraio 2024, preceduti da un piccolo assaggio alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma con l’anteprima dei primi due capitoli. Sul red carpet della kermesse romana sfileranno i protagonisti dello show co-prodotto da Rai e Picomedia, tra cui Giovanna Sannino, alias Carmela, la giovane donna e madre napoletana compagna di Edoardo Conte, detenuto nel carcere minorile di Nisida.
Per ingannare l’attesa l’abbiamo incontrata e intervista nella suggestiva cornice del Borgo Terra Rossa in Salento, tra i comuni di Gallipoli e Alezio, ospite della prima edizione del Season – International Series Festival, la neonata manifestazione fondata e diretta da Simona Gobbi. Abbiamo colto l’occasione per rivolgergli alcune domande.
La nostra intervista a Giovanna Sannino, protagonista della serie Mare Fuori nel ruolo di Carmela
Come è stato il tuo percorso di avvicinamento al personaggio di Carmela e a quale vissuto hai attinto per costruirlo e alimentarlo?
“C’è stato in primis un processo di traduzione per trasformare in una forma artistica l’incomprensione che ho in me stessa, trasferendola poi in quella che la vita ha nei confronti di Carmela, perché lei non viene mai capita, giustificata e accompagnata per mano.Quindi ho voluto mettere questo caos che ho nella testa al servizio del personaggio, così da restituire l’apnea in cui vive. Poi ho letto tanto e un libro dal quale ho attinto molto è Cenerentola a Kabul di Rukhsana Khan, che racconta la storia di una bambina che si perde in un mercato della città e si trova da sola a dover crescere piuttosto in fretta per poter sopravvivere. Ho fatto mia questa storia e quella di tante altre ragazze madri o di donne che non hanno mai potuto essere spensierate. In più avevo un calderone di esperienze molto significative che venivano dall’avere trascorso due anni alla Sanità, dove molte persone si sono raccontate a me, ma anche da quattro anni di laboratorio teatrale e di alfabetizzazione emotiva all’IPM di Nisida. Quindi ho preso tutte queste mie esperienze e le ho buttate all’interno del personaggio, da prima esasperandole per poi andare di volta in volta a sottrarre, partendo da 1000 per poi andare piano piano a togliere per asciugare e arrivare a 100. Nel corso delle stagioni sono cresciuta parallelamente a Carmela e l’ho arricchita e alimentata del mio vissuto. Ho avuto la fortuna di poter lavorare sullo stesso personaggio per quattro anni e di sedimentarmelo addosso, di metabolizzarlo e di arrivare a capire come pensa al punto da cambiare opinione su di lei. Il tutto aggiungendo via via esperienze mie di vita e cercando dei punti di contatto tra me e Carmela.”
È sicuramente parte del tuo lavoro di attrice, ma come riesci a non giudicare e a non essere giudicata dal tuo personaggio?
“Come nella vita reale non sono una persona alla quale piace giudicare, ma che preferisce il confronto. Quando lavoro è come se mi mettessi davanti a uno specchio, ponendomi empaticamente nei confronti del personaggio che mi trovo di fronte. Quindi assumo una posizione d’ascolto e cerco di capire le motivazioni per cui sta vivendo quella vita. Tutti nella realtà partiamo dallo stesso punto e poi in base a quello che ci accede strada facendo diventiamo quello che siamo e saremo. Sono solita pormi delle domande sul perché il personaggio sta agendo in un certo modo o ha fatto determinate scelte. Così facendo riesco a immaginare e a farmi un’idea sul suo background, sul suo passato e sul percorso fatto prima di arrivare a me.”
Giovanna Sannino: “Dietro Mare Fuori c’è stato e continua ad esserci un grande lavoro di gruppo, ma a mio avviso è stata la comunicazione l’arma in più della serie”
Qual è secondo te il vero segreto del successo di Mare Fuori?
“Dietro Mare Fuori c’è stato e continua ad esserci un grande lavoro di gruppo, ma a mio avviso è stata la comunicazione l’arma in più della serie, ossia la possibilità data agli interpreti di avere un rapporto diretto con il pubblico così da portarlo dentro il mondo dei singoli personaggi, andando oltre la superficie al fine di conoscerli meglio e più in profondità. Poi c’è il fatto che gran parte del cast è formato da giovani talenti, alcuni dei quali alle prime armi, che sono cresciuti nel corso delle stagioni e hanno visto il sogno della recitazione diventare realtà. L’essere riusciti ad emergere e ad affermarsi in un periodo così difficile ha fatto sì che artisticamente e lavorativamente parlando di lanciasse un forte messaggio di speranza. Tutto questo ovviamente va oltre le tematiche affrontate nella serie e le qualità tecniche messe in mostra dal prodotto.”
Cosa ti spaventa di più del successo?
“La frenesia, quella delle persone che non capiscono che tu sei un essere umano e puoi avere una giornata no o che tu possa avere altro da dire rispetto al personaggio e alla serie Mare Fuori. In tal senso non c’è ascolto, con gran parte delle persone che fanno di tutto per fare la foto o registrare con te un video-saluto da postare sui social e una volta ottenuto ti lasciano solo e non si fermano mai a fare una chiacchierata con te per sapere come stai e quali sono le emozioni che stai vivendo in quei momenti. C’è sicuramente tanto calore intorno a noi, ma al contempo poca condivisione.”
Giovanna Sannino: “Tutto questo calore intorno a Mare Fuori e a noi interpreti ci emoziona e ci fa piacere, ma ci vuole anche equilibrio“
Ritieni che sia esagerata la reazione del pubblico nei confronti vostri e della serie?
“Non la ritengo spropositata, nel senso che anche io sono stata piccola, sono stata e lo sono tuttora una fan. Se ad esempio vedo Marco Mengoni che è il mio cantante preferito, allora urlo e canto a squarciagola con lui le sue canzoni. In generale ho rispetto della persona e del suo lavoro, ma non pretendo che l’affetto che gli do e il sostegno che posso dare da fan debba per forza essere riconosciuto lì e ora. Bisogna che la gente capisca che ci sono momenti e momenti, che se un artista non riesce o non può fare una foto non è necessariamente per cattiveria o mancanza di riconoscenza. Anche perché è un attimo che diventi cattivo agli occhi di un fan. Per il resto è bellissimo tutti i giorni vedere ragazzini e ragazzine fermarsi ore e ore fuori dal set e dove abbiamo il campo base. Tutto questo calore ci emoziona e ci fa tanto piacere, ma ci vuole equilibrio, perché il contrario è una reazione snodata e persino pericoloso.”
Hai paura che un personaggio così forte e popolare come quello di Carmela, che sta crescendo con te, possa in qualche modo ingabbiarti lavorativamente parlando da qui ai prossimi anni?
“In generale tendo sempre a dare grande fiducia a chi lavora nel mondo del cinema e della televisione, nella speranza che ciò non avvenga. Ad oggi sto lavorando su un personaggio e devo mantenere una coerenza, poi una volta svestiti definitivamente i suoi panni dovrò essere brava a non rimanere incatenata a Carmela e dimostrare agli addetti ai lavori e al pubblico di avere tante altre corde interpretative da far suonare. C’è sempre questo pregiudizio che l’attore sta giocando e non sta veramente lavorando. Io timbro il cartellino quando vado su un set. Quello che mi viene dato ne faccio tesoro, ma non sono io a sceglierlo. Io ho scelto invece di fare l’attrice. È come il medico che non sceglie il paziente, ma il contrario. In tal senso, il paziente è il personaggio che mi viene affidato in quel momento. Quindi se un giorno mi sentirò bloccata nei panni di Carmela, allora farò di tutto per metterli nell’armadio e custodirli con tanta gelosia perché è un personaggio adoro e amo profondamente. Quindi li conserverò lì pronta a cambiare e distaccarmene quando verrà il momento di lasciarli andare per vestirne di nuovi. Questo non mi spaventa.”
Giovanna Sannino: “Della Carmela di Mare Fuori mi porterò dietro l’amore passionale e devastante, ma anche la forza e la tenacia”
Cosa ti porterai dietro del personaggio di Carmela?
“Mi porterò tutto: la forza, la solitudine, il dolore, la tenacia, la grinta, la rabbia, la maternità, l’amore passionale e devastante, l’amicizia e il rispetto. Non posso tralasciare nulla, perché Carmela ha fatto parte della mia vita per troppo tempo.”
Dove hai trovato la tua comfort zone da attrice e da artista?
“A teatro, perché non mi sento mai a disagio e giudicata, ma soprattutto libera. Tutte le volte non vedo l’ora di calcare le tavole del palcoscenico, fare le prove, iniziare un progetto e poi un altro ancora. È la mia culla, il luogo dove mi sento protetta e che è sempre pronto ad accogliermi.”
Cosa pensi ti distingua come artista e come donna?
“La sensibilità che mi porta a sapere ascoltare, ma anche a raccontare in prima persona la storia di un altro. Mi faccio attraversare dalle emozioni e arrivo persino a distruggermi, facendomi carico dei dolori delle persone. Sento quasi in maniera sensoriale il mood. Nel senso che soffro e gioisco con le persone in maniera vera e sincera, un po’ come fanno i bambini. E non penso di essere mai cresciuta da questo punto di vista. È la mia croce e la mia delizia. Penso che questo sia il mio tratto distintivo sia come artista che come essere umano.”