Citadel: Diana, Matilda De Angelis racconta le sfide per diventare “una macchina da guerra”

Sfide, prime volte e acrobazie, Matilda De Angelis ci racconta come è riuscita a diventare "una macchina da guerra".

Citadel: Diana è una delle serie TV più attese del 2024, che debutta il 10 ottobre su Prime Video. Dopo aver presentato la produzione originale Citadel con Richard Madden e Priyanka Chopra, il franchise si espande e tocca l’Italia. La storia prende il via nel 2030 a Milano. In seguito alla distruzione dell’agenzia indipendente di spionaggio Citadel da parte dell’organizzazione rivale, Manticore, la spia sotto copertura Diana Cavalieri è rimasta sola, lavorando come infiltrata per gli avversari. Quando arriva l’occasione per poterne uscire, capisce che l’unico modo per farlo è fidarsi di Edo Zani (Lorenzo Cervasio), l’erede di Manticore Italia e figlio del capo dell’organizzazione, Ettore Zani (Maurizio Lombardi). Citadel: Diana è diretta da Arnaldo Catinari e sviluppata da Alessandro Fabbri. Prodotta da Cattleya – parte di ITV Studios – con Amazon MGM Studios. Anthony Russo, Joe Russo, Angela Russo-Otstot, Scott Nemes di AGBO e David Weil sono i produttori esecutivi di Citadel: Diana e di tutte le serie legate al mondo di Citadel.

Noi di Cinematographe.it abbiamo incontrato il cast, lo sceneggiatore e la showrunner della serie TV.

Citadel: Diana, Matilda De Angelis racconta il duro allenamento preparatorio

Citadel Diana; cinematographe.it

Dietro alla costruzione del personaggio di Diana c’è ovviamente un duro allenamento a cui si è sottoposta Matilda De Angelis. L’attrice ha ricordato: “Mi sono allenata 4 mesi. Ho un passato da ginnasta; ho fatto 12 anni di ginnastica artistica, quindi in un qualche modo mi piaceva l’idea di portare qualcosa del mio bagaglio personale all’interno di questo personaggio. Sono arrivata all’allenamento pronta psicologicamente e molto entusiasta; non pensavo fosse stato veramente così duro e così difficile.” Tra le attività svolte, la De Angelis ha menzionato “dal parkour a diversi tipi di arti marziali. Dovevo dare l’idea di essere una spia preparatissima” al fine di diventare “una sorta di macchina da guerra.” Citadel: Diana è una serie “vera”, dove “tutte le azioni che vedete sono state fatte realmente. Ci sono pochissimi effetti speciali.”

Citadel: Diana, una Milano distopica e quel taglio di capelli asimmetrico

Milano è la grande protagonista di Citadel: Diana. Una scelta di ambientazione insolita, che la showrunner Gina Gardini ha così spiegato: “Una città meno sfruttata come luogo italiano, lontana dalle immagini cliché, con un’architettura che si presta a ricostruire un prossimo futuro connesso al passato e in cui il Duomo era la chiave di partenza.” Quel Duomo distrutto che vediamo all’inizio della serie, “è diventato un magnete perché diceva in modo inquietante che non viviamo in un posto sicuro.”

Siamo quindi in un futuro distopico, e ciò si riflette anche nella scelta del particolare taglio di capelli asimmetrico del personaggio di Matilda De Angelis. “A noi serviva che indossasse una corazza che fosse riconoscibile e che diventasse un segno”, ha spiegato lo sceneggiatore Alessandro Fabbri. “Nel corso della serie abbiamo un rapporto con il paesaggio e l’architettura. Tutte le scelte sono pensate per poter dare un’italianità alla serie. Il razionalismo italiano è alla base di questa costruzione. Come anche alla base della costruzione di questo futuro distopico c’è il retrofuturismo; ovvero quello che il passato immaginava come futuro. Ci serviva una corazza iconica che la potesse vestire. Giorgio Gregorini [Oscar 2017 al miglior trucco per Suicide Squad, ndr] ha ideata la sua parrucca.”
“Questa parrucca rappresenta le due parti di Diana; il lato lungo è il suo passato, e il lato più severo, più corto”, ha aggiunto la showrunner.

Matilda De Angelis: “La prima volta che ho tenuto in mano una pistola…”

Non solo il duro allenamento: per interpretare una spia, Matilda De Angelis ha anche dovuto imparare ad usare le armi. E non è stato per nulla facile, come ha raccontato: “Maneggiare le armi non è piacevole. Hanno un peso specifico sia fisico che emotivo molto grande. Le armi chiaramente non erano vere, ma hanno il peso delle armi vere. Ricordo la sensazione della prima volta che ho tenuto in mano una pistola: mi sudavano le mani. Mi batteva il cuore fortissimo. È innaturale tenere in mano un oggetto così piccolo e potenzialmente così letale. È inquietante e spaventoso. Matilda si è messa da parte e per interpretare il personaggio dovevo avere un’estrema confidenza con il mezzo e doveva diventare un qualcosa di assolutamente meccanico. Doveva essere fluido, maneggevole. Verso la fine della serie scarrellavo come una pazza e tiravo fuori i caricatori mentre camminavo!”