I registi e il cast su Curon: “La sfida è stata raccontare la natura nella sua dolcezza e violenza”
Mistero, fantasy e soprannaturale tra le montagne dell'Alto Adige e il campanile di Curon Venosta, in provincia di Bolzano prende vita Curon, la serie che sancisce una nuova collaborazione italiana con Netflix. In conferenza stampa online gli attori e il cast tecnico hanno raccontato i dietro le quinte e le ispirazioni che hanno caratterizzato il loro lavoro.
L’Italia rinnova ancora una volta il suo sodalizio con Netflix con la produzione di Indiana Production, e lo fa puntando sul soprannaturale: da questo punto di vista Curon è la prima serie di genere italiano a puntare su questa scommessa narrativa, un po’ come precedentemente ha voluto fare Luna Nera incentrandosi sul fantasy.
In conferenza stampa autori e registi hanno più volte sottolineato quanto la voglia di raccontare la storia sommersa di Curon, con i suoi scenari, il suo lago artificiale che nasconde un mondo trascorso e sommerso, sia stato il principio per scrivere una storia horror. Il tutto ha preso poi nel corso della scrittura derive narrative che vanno dal soprannaturale al drama, seguendo il filo di un racconto di formazione incentrato sulla ricerca della propria identità.
Curon e la sua leggenda: la location del Trentino da cui tutto è iniziato
La serie si apre infatti con la necessità di scoprire e comprendere il proprio passato da parte di Anna (Valeria Bilello), che porta con sé i suoi due figli adolescenti gemelli Mauro (Federico Russo) e Daria (Margherita Morchio). Quando Anna scompare misteriosamente, toccherà anche ai suoi figli intraprendere un viaggio misterioso, alla scoperta della loro famiglia e delle loro più profonde e misteriose origini, mettendo in discussione la loro intera storia identitaria.
A mettere in crisi i personaggi e a muovere il motore della serie è quindi il fascino intrinseco e misterioso che avvolge l’intera Curon, e da cui tutto è iniziato. Ne hanno sottolineato l’importanza e il valore che ha assunto la location gli autori Giovanni Galassi, Ezio Abbate, head writer della serie, Ivano Fachin e Tommaso Matano.
“Cercavamo qualcosa di nuovo, dove mistery e soprannaturale potessero incontrarsi in maniera originale. Il viaggio di Tommaso Matano (tra gli autori della serie) in Trentino ci ha aperto gli occhi: Curon nasce da Curon, il paese nuovo che si specchia in quello vecchio, nel sommerso. Al centro c’è il luogo. che ha un impatto visivo e di conseguenza narrativo fortissimo”, ha raccontato Giovanni Galassi.
La scommessa quindi è stata quella di unire una storia locale, italiana, ma trasformarla in qualcosa di universale, traducibile e vicino alla sensibilità di tutti: “Siamo riusciti a creare un racconto culturalmente specifico ma senza circoscriverlo, e allo stesso tempo l’abbiamo tradotto in maniera globale ma senza essere generici”. Ha concluso Matano.
Curon e la sua leggenda hanno quindi fornito infinite suggestioni, che portano la serie ad essere difficilmente etichettabile in un genere in particolare:” Curon è horror, supernatural, drama, ha un’identità democratica. Proprio per questa sua difficoltà di catalogazione è stata una scommessa, perché nessuno di noi aveva mai scritto di horror….siamo stati da un certo punto di vista coraggiosi e incoscienti, anche perché abbiamo dovuto scriverla in brevissimo tempo, ha aggiunto l’head writer Ezio Abbate.
Fabio Mollo: “La sfida è stata raccontare la natura nella sua dolcezza e violenza”
A firmare la regia di Curon sono Fabio Mollo, che ha diretto gli episodi 1-4 , e Lyda Patitucci, che ha invece diretto gli episodi 5-7, due registi giovani che hanno affrontato con entusiasmo la sfida posta da Netflix. Anche loro hanno raccontato come Curon, con la sua natura e questa sua particolarità di città sommersa da un lago artificiale sia l’emblema perfetto per raccontare la storia e quelle di ciascuno dei personaggi.
“Il luogo, le atmosfere, il paesaggio, tutto è stato molto forte: viverlo ancor più che leggerlo. La natura è il vero governante delle vite anche dei personaggi: l’abbiamo resa nella sua dolcezza quanto nella sua violenza. Il suo legame è intenso anche con i personaggi stessi, che nel scoprire le loro zone d’ombra scoprono il loro istinto animale, naturale. Ed è un istinto che non va inteso come buono o cattivo, è semplicemente sopravvivenza”, ha spiegato il regista Fabio Mollo, a cui ha dato seguito anche la regista Lyda Patitucci, tornando sul discorso di come la natura ha inciso fortemente sul concept e sulla regia stessa:
“Il paesaggio e la natura sono il cuore pulsante di Curon: il soprannaturale è presente ma parte sempre dal naturale, dal reale. La natura è fortemente presente e ha accompagnato sempre il nostro percorso: avendo girato tutto in esterna eravamo anche soggetti ai doni e agli ostacoli della natura, e questo ha reso il tutto molto più bello e vero. Ci sono scene in cui sono presenti gli animali, e anche in quel caso abbiamo dovuto rispettare i loro tempi, quelli della natura.
Ilaria Castiglione: “Curon è la prima serie italiana supernatural, che vuole guardare ad un pubblico ampio”
In conferenza per il comparto produttivo erano presenti Ilaria Castiglione, Manager serie originali italiane Netflix, e Daniel Campos Pavoncelli per Indiana Production, che hanno sottolineato sotto due prospettive diverso la scommessa che rappresenta Curon per entrambi.
“Curon è la prima serie italiana supernatural, ed è una storia che presenta senza dubbio grande continuità con quelle che sono le linee della nostra offerta: già parlare di identità, è un argomento che coinvolge giovani e grandi perché se ne parla in una dimensione narrativa ma anche locale. Ma lo fa sempre con uno sguardo universale, che guarda anche ad un pubblico straniero. Una sfida che abbiamo voluto affrontare, e questo è evidente, puntando su talenti nuovi ed esordienti”, ha affermato Ilaria Castiglione, inquadrando il ruolo della serie all’interno dell’offerta di Netflix.
“Per Indiana è un progetto decisamente nuovo, un genere che non abbiamo mai affrontato. E ne siamo fieri perché è un lavoro che ci ha insegnato tanto in termini di crescita e di ambizione”, ha affermato Pavoncelli.
I personaggi di Curon: giovani, adulti e avvolti tra luci e ombre
A caratterizzare i personaggi della serie è la presenza in ciascuno di loro di ombre e luci, un filone su cui ciascuno degli attori ha lavorato, come evidenziato da Valerio Bilello che interpreta la madre in cerca del suo passato:
“Luce e ombra convivono in Anna, una donna coraggiosa e determinata: vuole tenere la sua gravidanza, ma anche capire chi è e riscoprire il suo passato. Ciò crea in lei una contraddizione nel vivere il suo desiderio di voler essere madre e genitore, ma non riuscendovi completamente”.
Un affiatamento e un curato lavoro di ricerca nella costruzione dei personaggi è stato alla base anche del rapporto fra gli attori, in particolare tra i due protagonisti, come ha raccontato Margherita Morchio, nei panni di Daria, uno dei due gemelli: “Daria è una ragazza che sembra aggressiva, prepotente, e anche lei cerca se stessa. Mauro, suo fratello gemello, è la sua luce forte: sono personalità diverse ma complementari. Si scopre lentamente, anche nella sua fragilità.” Su come sia stato lavorare con Netflix, la prima volta per lei, aggiunge: “A 19 anni lavorare per Netflix è incredibile, per di più per un prodotto così nuovo.“