Daniele Luchetti: dietro L’amica geniale 3 c’è un mistero e (anche) la storia delle donne della mia famiglia
Intervista al regista di Mio fratello è figlio unico e Lacci subentrato a Saverio Costanzo alla regia della terza stagione di L’amica geniale – Storia di chi fugge e di chi resta.
Per Daniele Luchetti dirigere la terza stagione di L’amica geniale – Storia di chi fugge e di chi resta è stato “confrontarsi con un mistero, con un congegno narrativo di cui non riuscivo a capire il segreto anche se avevo fatto un lavoro approfondito sui personaggi, avevo fatto delle prove con il cast e avevo studiato i libri”. Un universo quello di Elena Ferrante che ha conquistato prima milioni di lettori e poi il pubblico televisivo con una produzione internazionale che vede Fandango, The Apartment, Fremantle, Wildside e Rai Fiction al fianco della statunitense HBO Entertainment.
“La serie si mantiene su una promessa che è quella di svelarti la verità sul rapporto tra queste due ragazze, ma questo chiarimento non arriva mai, ci sono continuamente dei colpi di scena che sono però oscillazioni piccolissime all’interno del reale, questo per un narratore, per un regista è importante come per uno che fa le ricerche sull’atomo scoprire una nuova particella”.
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In questo terzo capitolo ritroviamo Lila ed Elena negli anni ‘70, in una società in subbuglio tra lotte di classe, scioperi, tensioni in fabbrica, e le donne che acquisiscono più consapevolezza del loro ruolo e si battono attivamente per i propri diritti. Lila lavora in uno squallido salumificio in condizioni disumane e subisce molestie da parte dei colleghi e del datore di lavoro, Elena pur essendo un’apprezzata scrittrice esordiente deve fare i conti con i commenti sessisti e moralisti di una certa stampa che sottovaluta il suo talento. Il regista romano nelle due protagoniste ha ritrovato molto delle donne della sua famiglia, della forza e dell’orgoglio che le caratterizza:
“Mia nonna paterna ha lottato per i suoi diritti”, ci ha spiegato, “mia madre viveva invece in una famiglia patriarcale e ha subito le stesse angherie che ha subito Lila. Se oggi noi siamo fatti così è perché le generazioni che ci hanno precedute hanno vissuto la storia di Elena e Lenù con diverse sfumature. È una storia di relazioni patriarcali che sono alla base un po’ di tutte le culture del mondo, c’è chi le ha abbandonante da più tempo, chi da meno e chi non le ha evolute affatto. L’amica geniale è la storia di come il patriarcato ha messo le mani sulle menti e sulle vite delle donne”.