Darkling: Dusan Milic parla della storia vera dietro al film
Darkling: l'impressionante storia vera e il terrore di tre generazioni tra guerra e il mistero di una entità oscura.
Dusan Milic ci presenta l’ultimo suo film, Darkiling, proposto in anteprima al Trieste Film Festival e vincitore della categoria miglior lungometraggio. Classe 69, Dusan Milic ci aveva già abituati alla sua bravura e alla sua particolare capacità di dare alle immagini una robustezza tanto drammatica quanto riflessiva.
Darkling è da considerarsi una assoluta conferma della sua bravura. Un film drammatico, ispirato ad una storia vera e un mistero che pare quasi riprenda i tratti di un vero e proprio horror.
“Questa coproduzione è stata molto interessante, nello specifico ha coinvolto ben cinque Paesi ”; Serbia, Italia, Bulgaria, Danimarca, Grecia, Un film devastante, che tocca gli animi, un film che parla della guerra e di chi continua a restare in guerra anche quando la guerra è finita. Una pagina triste della storia europea che oltre ai ritardi e alle esitazioni della comunità internazionale registra oltre 100.000 vittime e un numero imprecisato di scomparsi”.
Un racconto che amplifica il suono e riduce l’immagine quasi a voler provocare fastidio nel rivivere, in un incubo, attraverso gli occhi “tumefatti” di una bambina, un calvario di sofferenza e orrore.
“La cosa su cui mi sono concentrato di più sono gli aspetti scenici e tecnici, ho lavorato profondamente al suono e a stretto contatto con i direttori della fotografia. L’intenzione era trasmettere il senso di claustrofobia e quella tensione che amplifica l’ansia senza mai acquietarla”
Darkling è un drammatico ambientato in una casa dispersa in una foresta, una casa che gradualmente diventa gabbia, angusta prigione, che sera dopo sera si restringe nell’ombra di un’angoscia oppressiva, di un mistero terrificante che piomba nella notte, che toglie la possibilità di vivere, abbandonandosi al sonno, gli unici momenti di tranquillità.
“La vera protagonista è una, la bambina, e i personaggi che le girano attorno sono pochi, il nucleo familiare o meglio, quel che è rimasto del nucleo familiare. Ho pensato che questo poteva meglio tirar fuori un unico punto di vista e soprattutto potesse esprimere la paranoia che la paura genera”
Darkling: l’impressionante storia vera e il terrore di tre generazioni tra guerra e il mistero di una entità oscura
Un horror che paralizza perché vero, una storia che è stata accertata e che non sembra lontano da ciò che sta devastando in questo momento l’intero mondo. Nel film tutto ruota intorno a questa famiglia distrutta dal male della guerra e della dimenticanza; una bambina che non conosce il significato di una vita diversa, normale.
“Ritengo che tra gli aspetti più interessanti, ci sia proprio lo scenario del film, tutto avviene in una casa minuscola che si adatta ogni giorno in base ad una progettazione che ha il solo fine di proteggere o far sentire meno terrorizzati chi è intrappolato lì dentro, la madre è forse quella che cerca di mantenere di più una routine, anche se irrealizzabile in uno stato di allarme a tale livello. La scenografia ha avuto sicuramente un ruolo di primo piano sia nella progettazione che poi nell’effettività del film”
La contraddizione della sopravvivenza, ridursi a vivere senza vivere. La genialità del film sta proprio nel concedere allo spettatore la possibilità di collocarsi dentro i personaggi che rappresentano tre generazioni, un nonno, una figlia madre ed una figlia solo figlia. Un attaccamento alla tradizione e una traslazione verso il desiderio di un futuro che ignori e possa dimenticare quel presente.
“È un nucleo familiare che appare surclassato dal cinismo; rappresenta la conseguenza più destabilizzante della guerra. Un nonno, che avrà un’evoluzione negativa, che vive nella costante paura per se stesso ma anche per la figlia e la nipote, ossessionato da un unico scopo: proteggere la figlia e la nipote, proteggerle persino dalla sua impotenza, dalla sua stessa incapacità di dare un significato all’orrore generato dalla guerra. Lo stesso attore – spiega il regista – ha avuto molta difficoltà perché non comprendeva questa ostinazione a restare nonostante l’incalzare di eventi tanto misteriosi quanto orribili. La normalità sarebbe stata scappare ma è necessario vivere fino in fondo per capire, comprendere e alla fine decidere”
Un film che paralizza perché non racconta qualcosa distante dal mondo odierno, e ciò rende “naturale” empatizzare con il terrore che il film trasmette attraverso le immagini.
“Ho tardato perché l’aeroporto di Belgrado è stato chiuso per allarme bomba. Oggi purtroppo appartiene ad una realtà che ha a che fare con la “realtà”, la scelta di restare o andare. La mia è una scelta di un evento storico ben preciso che poi si riversa nel mistero e nell’horror, ma la realtà è molto più terrificante purtroppo; la realtà batte la più sfrenata fantasia”.
Non si può mai abbassare la guardia, non c’è un solo attimo nel film che possa dare un barlume di pace far pensare a un secondo di pace, l’unico momento rappresentato dalla presenza dei soldati italiani, dalla loro voglia di far sorridere quei bambini disperati canticchiando, su un carro armato, una canzonetta del bel Paese.
“Ho scelto la tipologia del thriller perché ho ritenuto fosse il modo migliore per rappresentare il gelo della guerra, di chi la fa e di chi resta una volta terminata. Tutto viene rotto nell’ultima scena, la bambina in viaggio, il suo volto non traspare più solo tristezza e spavento ma anche speranza, qui il senso di tutto!”.
Darkling di Dusan Milic dal 21 aprile 2022 al cinema.