Intervista esclusiva! Domenico Procacci: “Le piattaforme? Non danneggiano le sale”
Durante la presentazione di Il Regno, nuova commedia agrodolce prodotta da Fandango, abbiamo parlato con l’amministratore delegato Domenico Procacci.
Ha iniziato a fare cinema producendo le opere prime di Giuseppe Piccioni e Sergio Rubini. Ma la sua Fandango, come distributore ha pure co-prodotto e importato in Italia film australiani come Bad Boy Bubby, piccola chicca alla quale sono seguite parecchie altre. Poi exploit da box office e gemme d’autore vincitrici di premi internazionali, Domenico Procacci ha prodotto Muccino, Ligabue, Crialese, Garrone e Sorrentino. E poi il consecutivo passaggio all’editoria letteraria e alla gestione di sale roccaforte del marchio Fandango.
Ora, con più di trenta anni di cinema di esperienza, il cineasta originario di Bari ha prodotto una nuova opera prima destinata eccezionalmente, causa Covid-19, alla visione online. Nel corso della presentazione de Il Regno, commedia agrodolce scritta e diretta da Francesco Fanuele, abbiamo incontrato il produttore parlando insieme non soltanto del suo nuovo film, ma di come si aspetta potrà cambiare il sistema cinema dopo tre mesi di chiusura delle sale e nuova soluzione della fruizione online. Ci ha fatto un accenno anche alle ‘finestre cinematografiche’, o meglio i periodi temporali imposti per legge tra le uscite cinematografiche, quelle di pay-per-view, l’homevideo e le televisive.
Com’è andata la lavorazione per quanto riguarda le scelte di set, cast, ma prima di tutto del regista?
Domenico Procacci: “La scelta su questo regista coincide con quella del progetto. C’è una sceneggiatura scritta anche da lui, ma prima aveva anche fatto un cortometraggio raccontando in breve la storia che poi ha sviluppato nel film. Tutto il resto sì, è frutto di una collaborazione, ma alla fine ha contato la scelta di Francesco Fanuele. Il cast l’abbiamo discusso insieme ma poi penso che sia riuscito ad avere il suo cast ideale decidendo con la sua testa. Stefano Fresi era invece già nel cortometraggio, quindi è stato naturale proporlo lui. Stefano è un attore adesso molto impegnato quindi abbiamo avuto un po’ di lavoro da fare per cercare di trovare la sua disponibilità in un momento che funzionasse anche per noi. Per il resto tendo a condividere le idee lasciando una certa libertà nelle scelte artistiche del regista”.
Il film era stato progettato per andare in sala invece adesso si ritrova ad uscire online a causa di questa pandemia. Ipotizza anche lei che ci sarà prossimamente una sorta di integrazione più stretta tra sala e piattaforme online? Come immagina questo futuro prossimo, se si sta già costruendo, e quale potrebbe essere quello che si augura?
“Io auspico una flessibilità molto maggiore che in passato. Riguardo alla tempistica degli sfruttamenti sui vari canali, spero che non si ritorni a blindare il mercato con quelle che vengono chiamate ‘le finestre’, e quindi lo sfruttamento sui canali diversi. Penso che un pubblico che vede il film sulla piattaforma non sia necessariamente un danno per il cinema. Credo questo momento sia molto importante, difficile e molto complesso, ma va anche gestito con molta attenzione. Quindi mi auguro che in qualche modo la difficoltà di quest’anno possa aiutare a trovare l’attenzione e l’intelligenza necessari a gestirlo”.
Domenico Procacci: Il Regno è un viaggio nel tempo
E invece come si è proceduto nella fase di creazione del set, e quali ambienti sono stati scelti per un posto che doveva essere una sorta di Medioevo un po’ alla Frittole di Benigni e Troisi?
“Vicino alla maison, al casale che nel film viene raccontato sulla Salaria, siamo sempre dentro Roma Nord. Però noi abbiamo utilizzato altre location nella zona, quindi il verde della Tenuta della Cesarina, gli scorci di Isola Farnese e La Storta. Tutto quel che riguarda i personaggi è stato ricostruito intorno a questi spazi. Sulla sala del castello è stato fatto un buon lavoro di set. Insieme allo scenografo Marcello Di Carlo è stato fatto tutto ciò che occorreva per dare l’idea di un mondo che non c’è più e in aggiunta, una specie di effetto nostalgia. Non ci resta che piangere invece fu girato a Sermoneta, mi pare. Ma poi il nostro è un viaggio nel tempo senza viaggiare nel tempo. E più che altro il nostro regista, per il suo medioevo, si è ispirato alle atmosfere dell’Armata Brancaleone”.
E ora che sono state riaperte le porte dei cinema dopo il lockdown, avrà nuovi set?
“Avremo dei set da settembre, ottobre. Non prima, e poi ci saranno delle cose che non sono state ancora annunciate, ma lo faremo appena sarà il momento, cioè prima della fine dell’estate”.
Il film Il Regno di Francesco Fanuele sarà disponibile on demand a partire dal 26 giugno.