Domina di Sky “è un progetto unico, nato in Italia, con un cast internazionale”
Domina si racconta e grazie alla conferenza stampa di Sky scopriamo i retroscena della serie storica con Kasia Smutniak.
La serie Sky Domina – su Sky Atlantic dal 14 maggio 2021 con tutti gli episodi – racconta il potere nella Roma Imperiale attraverso gli occhi di una donna che ha segnato un’epoca, Livia Drusilla. A vestire i panni della terza moglie di Ottaviano c’è Kasia Smutniak presente alla conferenza stampa assieme a Claire Forlani, qui Ottavia, Colette Dalal Tchantcho, qui Antigone, tenutasi il 10 maggio 2021. Durante la presentazione ci sono anche la regista Claire McCarthy, il creatore e sceneggiatore Simon Burke e Nils Hartmann, Senior Director Original Productions Sky Italia.
Domina. Cosa racconta la serie
La serie comincia poco dopo l’uccisione di Cesare (44 a.C.), uno dei momenti più complessi e convulsi della storia di Roma. A emergere è la figura del giovane Ottaviano, il figlio adottivo di Cesare, Gaio Giulio Cesare Augusto, che dà inizio ad una lunga e violenta serie di lotte e alleanze che portano a scontri e battaglie per conquistare il potere. Il vincitore è proprio lui, Gaio, che alla fine diventa signore unico e incontrastato di Roma, dando inizio a una nuova fase della storia romana, l’età imperiale. Al suo fianco troviamo Livia che si rivela fin da subito essenziale per la costruzione di questo nuovo regime.
Questa è una storia particolare perché “gli storici dell’epoca erano tutti uomini” e dunque una narrazione al femminile stupisce. Claire McCarthy spiega bene che al centro, proprio per l’eccezionalità e la complessità del periodo storico a cui si fa riferimento, ci doveva essere un bilanciamento tra storia e dramma, tra ricostruzione e narrazione.
Domina. Tra ricostruzione storica e rielaborazione
Ideata e scritta da Simon Burke, Domina, prodotta da Sky Studios e Fifty Fathoms, con Cattleya nel ruolo di executive production service, è centrata su intrighi e cospirazioni, inganni e tradimenti. Il punto centrale è che si tratta di un racconto al femminile (“Domina ci permette finalmente di raccontare l’antica Roma dalla prospettiva del potere femminile”). “Domina – afferma Nils Hartmann, Senior Director Original Productions Sky Italia – è un history drama, una grande coproduzione internazionale girata nei Cinecittà Studios di Roma, ambientato durante il primo periodo della Roma Imperiale, cioè il principato di Gaio Giulio Cesare Augusto. Era l’idea vincente che aspettavamo da tempo ma serviva il genio di Burke, grande appassionato della Roma imperiale; è un progetto unico, nato in Italia, con un cast internazionale”.
Claire McCarthy ha chiarito la sua visione: “L’abbiamo immaginato come un mix fra un thriller psicologico e un dramma storico, lavorando su fatti storici e celebri e altri meno noti. L’accuratezza delle fonti è stato un punto di forza per ottenere il ritmo giusto che potesse colpire il pubblico delle serie tv”. Simon Burke sottolinea come Livia è la prima persona che gli è venuta in mente; è stata la prima ad avere potere attraverso l’uomo, la donna più bella di Roma. Le fonti storiche sono scritte da uomini, testi che hanno dato loro date, guerre, battaglie e proprio servendosi di ciò hanno costruito la prospettiva femminile su quegli eventi storici.
C’è un riferimento all’attualità, infatti emerge come il potere sia ieri che oggi, se concentrato in modo abnorme nelle mani di un’unica figura, porti inevitabilmente a compiere qualcosa di negativo. Burke ricorda: “in questa storia c’è sangue e sesso, politica e misfatti. Ma Domina è anche il racconto di una graduale distruzione della democrazia orchestrata con intelligenza da Augusto. Ma qualcosa di simile l’abbiamo vissuto di recente durante la presidenza di Donald Trump e certe corrispondenze con i fatti, a cavallo dei secoli, mi hanno davvero dato i brividi”.
Domina. Costumi e scenografia
L’autenticità è uno dei punti su cui hanno più lavorato. Importantissimi a questo fine sono stati i costumi, e ad occuparsene è stata Gabriella Pescucci (“Mi sono ispirata molto ai rossi e i gialli degli affreschi pompeiani… poi sono arrivati anche i blu”), Premio Oscar che si è potuta basare sugli affreschi che ancora oggi si possono ammirare, e sulle opere scultoree, che in origine erano dipinte e che col tempo hanno perso il loro colore. Ha far parte di questo progetto c’è anche lo scenografo Luca Tranchino che ha studiato tutto ciò che ha potuto per poter ricreare gli ambienti dell’epoca, di grande aiuto è stato poter girare a Roma, visitare musei e vedere dal vivo reperti storici.
Domina. Livia, la prima vera femminista
La serie Domina racconta donne che fanno la differenza e lottano per affermarsi, la serie è anche la fotografia di “un’epoca violenta e crudele”, dice la Smutniak, di cui spesso lo spettatore tipo conosce lo sfarzo e questo perché ricorda l’attrice: “Ci sembra la cosa più accattivante con il suo Colosseo, i gladiatori, perché è stata raccontata più volte al cinema”.
Domina porta al grande pubblico un ritratto femminile che non è noto a tutti, che ha affascinato molto l’attrice. “Si tratta di un progetto che ruota attorno ad una figura storica, di una donna che è stata fondamentale per la sua epoca e che è stata raccontata poco […]. Poterla interpretare mi è sembrato importante in questo momento. Penso che abbiamo bisogno di storie così. Abbiamo bisogno di storie di donne, forti e fragili allo stesso tempo, che hanno lasciato un grande impatto. Mi è capitato di partecipare ad altri biopic, e spesso si romanza per rendere la storia più fluida, più accattivante. In questo caso Simon Burke ha dovuto tagliare fuori alcuni fatti perché nonostante sia una serie, non ci sarebbe stato il tempo per raccontarli tutti”. Smutniak sottolinea come Livia sia stata la prima vera femminista, come “abbia creato leggi per le donne, finalmente potevano ereditare delle proprietà, mentre prima non ne avevano il diritto, potevano tenere i figli con sé”. Le donne all’epoca sono usate solo come oggetti per la riproduzione e lei è stata capace di ribaltare ogni cosa, lavorando nascostamente, dando consigli al marito che a lei si affida e a cui chiede consigli.
“Simon Burke ha avuto grande sensibilità nello scriverla, e la regista si è focalizzata proprio sugli aspetti dell’universo femminile. Era fondamentale raccontare proprio quegli aspetti che sono ancora fondamentali nella società di oggi. Sapere che i passi avanti fatti duemila anni fa sono stati cancellati dalla storia […], ci fa capire che le conquiste di oggi se non vengono coltivate e protette, possono essere cancellate allo stesso modo”.
L’attrice parla di quanto sia stato difficile rappresentare i vari parti dolorosi vissuti da Livia, proprio per dar risalto al tatto e allo sguardo attento con cui McCarthy si è avvicinata da donna alla storia di una donna; Smutniak fa emergere che ad avere importanza è anche la maturità con cui lei stessa si è avvicinata a una storia come questa che ha bisogno di una esperienza e di un lavoro compiuto su di sé.
Domina. Il racconto della storia d’amore tra Livia e Gaio
“Con Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto sono stati insieme 51 anni – prosegue la Smutniak –, lei era una donna intelligente, ambiziosa, brillante, una potente consigliera del marito al punto che oggi viene rivalutata come la sua stratega politica“. Spiega meglio il rapporto tra queste due figure, dicendo che sicuramente all’inizio è stato un matrimonio di convenienza, ma per entrambi, è anche però stato passionale, tenero, profondo. Lei aveva bisogno del suo potere, lui della sua famiglia.
Lo stesso Gaio sa che per lui Livia è necessaria, c’è lei nei momenti più importanti della loro storia e della storia di Roma, come lei ha bisogno di lui per far sentire la sua voce.
La serie ha un intento chiaro quello “di riportare il mito alla luce”, far rivivere la storia di una lotta per il potere (femminile) e per la sopravvivenza.