Tim Burton si racconta: Dumbo, l’odio per il circo e la sua favola Disney
Ecco il nostro resoconto della conferenza stampa per il film Dumbo che si è tenuta a Roma il 26 marzo. Tim Burton parla del cast e delle tematiche del film
Prendete Tim Burton, i suoi occhialoni a lenti viola, il suo tipico outfit dalle tinte scure, i suoi capelli arruffati: non è solo il Tim Burton che conosciamo, bensì anche quello che si è presentato alla conferenza stampa di Dumbo che si è tenuta a Roma martedì 26 marzo.
Certo, gli anni sono passati anche per il grande regista e artista del gotico, ma la simpatia, la freschezza, la spigliatezza non sembrano poi tratti così diversi da quelli che abbiamo imparato ad amare nel corso degli anni.
Il regista ha presentato il suo ultimo film, Dumbo, in collaborazione con la Disney. Si tratta di un remake, a conti fatti, del classico Disney risalente al 1941, ma Burton specifica che non è proprio così.
“Nel mondo caotico di Dumbo, gli occhi sono l’unico modo per esprimere le emozioni” – Tim Burton
Alla domanda “Come ha inserito la poetica in un classico Disney?” risponde: “Dumbo per me era, fra i classici d’animazione, quello che più permetteva di fare qualcosa di valido per una serie di motivi. Perché erano presenti temi vicini a me. Tuttavia, non si poteva fare solo un remake di un film datato. Dumbo consente di prendere tematiche belle, interessanti, e di renderle in modo diverso, questo mi ha attirato del film”.
Dumbo, inoltre, enfatizza in particolar modo gli occhi dell’elefantino protagonista, come se rispecchiassero la sua personalità. A tal proposito, Burton spiega: “Le emozioni dovevano essere espresse in maniera diversa, attraverso una forma semplice pura. In un mondo caotico, l’unico modo per esprimere le emozioni è attraverso gli occhi. Ci abbiamo lavorato molto”.
Nel finale c’è un appello al circo senza animali. Perché “pur avendo realizzato un film sul circo, non ho mai amato il circo. I clown mi facevano paura e non ho mai amato vedere gli animali esibirsi ed essere costretti a fare cose contro la loro natura. Lo zoo, però, è diverso: può servire per preservare specie in via d’estinzione, non è come gli animali nei circhi”. E poi aggiunge, ironicamente: “Faccio l’eccezione di cavalli e cani, che sembrano divertirsi“.
Secondo Tim Burton, “Dumbo è un film sulla perdita, sull’assenza”
In merito alla sceneggiatura di Ehren Kruger e alle tematiche del film, il regista afferma: “Quello che mi piaceva dello script era il guardare, da diversi punti di vista, il concetto di perdita. Non solo Dumbo, ma anche i bambini senza i genitori, Holt senza un braccio, senza la moglie e un lavoro. Ci sono parallelismi fra la vicenda di personaggi umani e quella di Dumbo, e un senso di perdita, di assenza. Questo mi ha dato modo di esplorare la famiglia in forme meno tradizionali”.
Viene posta una domanda sul rapporto conflittuale fra la Disney e Burton, che nella sua autobiografia (Tim Burton racconta Tim Burton) aveva espresso sentimenti poco lusinghieri nei confronti della casa di produzione: “Nessuno ci dà libertà. La Disney non è diversa in questo, la vita è così, come una famiglia. Devi necessariamente amare la tua famiglia tutto il tempo? Non c’è nulla d’intellettuale, in natura, fra genitore e figlio, è la vita e basta“.
In Dumbo è ancora presente il bellissimo pezzo musicale Baby Mine, presente anche nella versione originale, ma in un contesto differente. “Non c’è stata una riflessione consapevole sul cambiamento della scena di Baby Mine. Non sono stato lì a calcolare i tempi, era importante solo che ci fosse quel momento con quel brano così bello.”
Aveva già in mente il cast del film? “Sì, sicuramente. Il film è un film sulla famiglia, e per me è molto importante lavorare con gente che conosco bene. Michael Keaton, Eva Green, Alan Arkin, Danny DeVito. Mi sono sentito fortunato e felice di lavorare con gente che conosco così bene. È come far diventare l’arte la vita. È stato molto speciale.”
Riguardo la realizzazione della scenografia, spiega che Dreamland era un set enorme davvero costruito dal nulla. In alcune scene è stato necessario, invece, l’utilizzo massiccio della CGI, con cui ha un rapporto di odio e amore: “Abbiamo a disposizione nuovi strumenti, dal 3D al digitale, e se mi mancano le cose tradizionali? Beh, sì, adoro il film d’animazione tradizionale classico realizzato con le tecniche di una volta. Continua a essere presente in me la passione nei confronti della natura tattile del cinema. Si cerca sempre di mantenerla, nel mio cinema.”
Dumbo è in sala dal 28 marzo con Walt Disney.
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