Encanto: per i registi “una famiglia così non si era mai vista in un film Disney”
I creatori di Encanto ci svelano dettagli sul film Disney: una storia generazionale tutta al femminile che strizza l'occhio a Gabriel García Márquez e Isabel Allende.
“La discussione si è trasformata in una vera e propria terapia familiare”. Le parole della produttrice Yvett Merino tradiscono il peso che la riflessione sul senso dello stare in famiglia ha giocato per Encanto, Il film d’animazione Disney in uscita nelle sale italiane il 24 novembre 2021. All’incontro con la stampa pre-debutto erano presenti, oltre alla Merino, Clark Spencer, presidente della Walt Disney Animation Studios, il regista Byron Howard e i registi e sceneggiatori Jared Bush e Charise Castro Smith.
Encanto racconta la storia di Mirabel, giovane colombiana che lotta per salvare la sua famiglia, i Madrigal dalla rovina incombente. Proprio lei che è l’unica del clan senza poteri magici! Una storia tutta al femminile, come sottolinea Yvett Merino: “Quello di cui volevamo parlare nel film è di come siano le donne, in famiglia, a dare l’indirizzo, indipendentemente dall’autorevolezza degli uomini”. Un film rosa e capace di svolazzare tra le generazioni, tre per l’esattezza. Nonna, in spagnolo abuela, mamma, Mirabel.
Il romanzo generazionale è una colonna portante nell’architettura del film, spiega Clark Spencer, “Ci sono tre generazioni in questa storia e noi volevamo soffermarci sui sacrifici occorsi alla prima delle generazioni, quella della matriarca, per far sì che le successive potessero avere delle opportunità. Si tratta di capire il senso degli sforzi della nonna per proteggere la sua famiglia e tutto il villaggio”. Un’angolazione da esplorare con la giusta dose di leggerezza. “Il bello dell’animazione è proprio questo. Ti diverti, senza sacrificare la componente emotiva”.
La famiglia di Encanto racchiude tutte le famiglie
Tocca a Byron Howard, regista di Encanto, tracciare una rudimentale cronologia del film e spiegarci che “abbiamo cominciato a pensare a Encanto 5 anni fa, nel 2016. Siamo partiti dall’idea di raccontare una famiglia allargata. Abbiamo un sacco di personaggi, dodici per l’esattezza, che vivono dentro la stessa casa e appartengono alla stessa famiglia. Credo sia la prima volta per la Disney Animation. La sfida a questo punto era quella di tuffarsi nell’esplorazione della vita in famiglia, che è una cosa grande e complessa. Uno dei vantaggi dell’animazione è che ti permette di giocare con gli archetipi, in questo caso quelli familiari. La cosa fantastica del film” Byron Howard qui sposta il focus dall’universale al particolare “è che all’interno di questa struttura abbiamo anche il personaggio di Mirabel, in spagnolo mirar vuole dire guardare, lei porta anche gli occhiali se è per questo, che funziona da catalizzatore perché è capace di scoprire cosa si nasconde dentro il proprio cuore, e dentro quello della sua famiglia”.
Encanto ricompone la premiata coppia Byron Howard e Jared Bush, che insieme avevano già lavorato in Zootropolis, Oscar 2017 al miglior film d’animazione. Qui Bush è regista e anche sceneggiatore.: “La famiglia è davvero una faccenda complicata, anche se meravigliosa”. – dice – “Credo ci sia una componente di universalità nell’idea che le nostre famiglie non ci vedano per come noi siamo realmente e viceversa. C’è un mucchio di pressione e di aspettative, alcune buone altre cattive”. Sul suo rapporto con il collega regista spiega “adoriamo lavorare insieme, io e Byron. Per questo film, la storia di una famiglia che le ricomprende tutte, pensavamo a un musical. Ma volevamo anche farlo diverso dal solito. Come riuscirci? Abbiamo capito che ci serviva un partner che sapesse maneggiare la tradizione culturale e letteraria del realismo magico, per questo ci siamo rivolti a Charise”.
Entra in scena Charise Castro Smith, co-regista e sceneggiatrice con un background più trasversale rispetto agli altri due. “A me piace lavorare dentro i generi, trovare storie che abbiano un nucleo basato su rapporti forti”. Per quanto riguarda la definizione dei caratteri, e dei “doni” da assegnare a ciascun personaggio, si è trattato di “capire quali fossero i ruoli archetipo all’interno delle famiglie, renderli gioiosi e un tantino esagerati. C’è la mamma, che “cura” la famiglia con il cibo, proprio come la mia. La figlia responsabile, quella forte, quella dalla vita apparentemente perfetta”. Ma, c’è sempre un ma “questa è la facciata. Bisogna saper andare oltre. Il film offre una prospettiva più profonda su ognuno dei componenti della famiglia”. Quando si parla di pressione e percezione, si fa riferimento anche al mondo dei social. “Guardi il profilo di una persona sui social e ti sembra che abbia una vita perfetta, ma non è così. Uno degli aspetti più interessanti è che nel suo viaggio Mirabel supera queste facciate e vede complessità e difetti. Una lezione importante per l’epoca social. Guardare le persone per quello che sono”.
Lin-Manuel Miranda scrive canzoni, la Colombia viene scelta come sfondo, fa capolino pure Edipo
E la musica? Encanto viaggia su ritmi e tonalità latineggianti grazie al bel lavoro di Lin-Manuel Miranda che, spiega Byron Howard, “è stato capace di comporre delle bellissime canzoni, ognuna completamente diversa dalle altre e questo per adattarle meglio a ciascun personaggio del film. La musica, qui, è divertente e orecchiabile. E serve a cogliere le sfumature di ogni membro della famiglia”. Il numero più impressionante in apertura. “La prima canzone, quella dedicata alla famiglia nella sua interezza, è uno dei pezzi più veloci nella storia dei musical. Una quantità impressionante di informazioni raccontate a una velocità forsennata”.
Sullo sfondo latinoamericano interviene Jared Bush. “Abbiamo detto: ok il musical latinoamericano, ma dove ambientarlo di preciso? Parlando con alcuni amici ci è stata suggerita la Colombia”. E questo, spiega, per un mucchio di ragioni: “Geograficamente, è il punto d’incontro del continente americano. Si trova proprio a metà strada tra Nord e Sud. Ha una ricchissima tradizione culturale, gran cibo, bella musica e un mucchio di etnie. Le famiglie si differenziano le une dalle altre e c’è una gran biodiversità. Più in generale” prosegue “il realismo magico è di casa nell’America Latina, Gabriel García Márquez e Isabel Allende”.
Sempre Bush sulle origini del progetto: “Generalmente, alla Disney Animation ci appoggiamo per le nostre storie a vecchi miti, racconti e fiabe. Stavolta è toccato al realismo magico, e alle tradizioni colombiane”. Pure se l’eredità dei classici ha comunque fatto capolino perché “Charise ci ha ricordato di Edipo, che a poco a poco scopre di essere il cuore della sua stessa storia, proprio come Mirabel. In fondo, si trattava di trovare un modo diverso di raccontare una vecchia storia”.