Federico Zampaglione: con The Well critico il genere umano, “il mostro più cattivo” [VIDEO]

La nostra intervista a Federico Zampaglione, al cinema dall'1 agosto 2024 con The Well.

Si intitola The Well, il film di Federico Zampaglione in sala dall’1 agosto 2024, e ciò a cui allude il titolo è un luogo che ha sempre affascinato e spaventato il suo autore: “il pozzo è legato anche a delle cose brutte, mi ricordo la storia di quel ragazzino, rimasi scioccato. La stessa cosa è successa al fratello di un mio amico, che scomparve e poi lo ritrovarono morto dentro a un pozzo. Quindi per me questo posto è sempre stato molto oscuro e da lì mi è venuta l’idea del film, anche se lo racconto ovviamente in maniera molto particolare”.

federico zampaglione intervista cinematographe.it

Non è la prima volta che parliamo col regista e sceneggiatore del suo ultimo horror. Lo avevamo infatti già incontrato al Trieste Science+Fiction Festival 2023, dove The Well è stato presentato al pubblico e alla stampa, ancora sprovvisto di una data d’uscita ufficiale. In quella nostra chiacchierata, che potete recuperare di seguito, Zampaglione aveva risposto alle nostre curiosità, parlando altresì della colonna sonora e del rapporto con la figlia Linda, che recita nel film accanto alla madre, nonché ex compagna dell’autore, Claudia Gerini.

Intervista a Federico Zampaglione: regista e sceneggiatore di The Well

Ad attirare la nostra attenzione sono però anche tutti quei personaggi in cui si annida il male e di cui la pellicola distribuita da Iperuranio Film in collaborazione con CG Entertainment ne è ricolma, come la strega interpretata da Melanie Gaydos, a proposito della quale il regista dice: “è una creatura molto particolare, un corpo bellissimo; ha questo volto quasi da aliena. Mentre il demone Guron è il prodotto del make up di Carlo Diamantini, che ha costruito proprio le fattezze del personaggio che poi sono state applicate sull’attore Stefano Martinetti. C’è stato un lungo lavoro, c’è stata una lunga ricerca. Se puoi creare dei personaggi che rimangano impressi devi comunque lavorarci molto, gli devi dare delle caratteristiche che li distinguono dai classici cattivi, che magari ci sono questi tante volte. Devi sfuggire un po’ dai luoghi comuni e aprirti verso la creatività”.

E a proposito di luoghi, cosa puoi dirci sulle location e le scenografie di The Well? “Alcune sono reali, come l’elegante Castello Theodoli, che però è stato interamente arredato perché era vuoto, mentre la stanza in cui si trova il pozzo è stata interamente costruita dallo scenografo (Blazej Wasiak)”.

Il significato del finale di The Well

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Senza fare spoiler, ci addentriamo in quella che è la parte finale del film. Per rubare le parole dello stesso Federico Zampaglione, la scena che decreta la fine di The Well “dimostra che il mostro più cattivo è l’essere umano. Il messaggio è quello ed è una critica alla ricerca spiedata del potere, della ricchezza, del potere, dei soldi a tutti i costi, sopra qualsiasi cosa. Quindi è una critica un po’ alla natura umana che si rivela sempre la peggiore possibile. Stiamo vivendo dei tempi in cui l’essere umano ne sta facendo di tutti i colori, se uno vuole veramente rabbrividire deve semplicemente leggere la cronaca, lì ti accorgi del livello di cattiveria reale, che supera di grande lunga quella dei film horror.”

Alla trama dell’horror di Zampaglione si avviluppa anche il concetto di vita eterna. Se solo fosse possibile: meglio vivere per sempre, magari nell’ombra, o bruciare intensamente? “Il tempo è il bene più prezioso che abbiamo, perché non tornerà. Non va sprecato facendo ciò che non amiamo. Personalmente sto eliminando le cose che non ritengo importanti: persone con cui non amo stare o situazioni in cui non mi piace stare”.

Allontanandoci dai dettagli di The Well, ci inoltriamo nel mare aperto del cinema e del genere caro al regista, ovvero l’horror, a cui però non viene dato nessun tipo di contributo statale: per qualche strano motivo viene considerato un genere non meritevole di accedere agli aiuti pubblici e ciò è strano, anche se poi certi film, come il mio appunto, vengono distribuiti in 100 paesi. Non ho idea delle ragioni che muovano chi è ai vertici. Io cerco di fare la mia parte con molta fatica e impegno, cercando di riportare l’horror alla ribalta, soprattutto per gli appassionati”.

Federico Zampaglione si racconta, tra cliché insopportabili e film preferiti

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I cliché più gettonati del cinema (non solo horror se vuoi) che odi da morire?
L’horror va per sottogeneri, il filone delle case infestate, degli zombie, degli slasher e così via. Molto spesso quando un film fa parte di un filone si muove solo su quei meccanismi, ad esempio quando guardi un film sulle case infestate poi ci sono sempre apparizioni… mai scene violente, sanguinolente, scioccanti. In The Well ho cercato di rimodulare tutto, di rompere i cliché, di colpire lo spettatore da tutte le prospettive, usando le più disparate sfaccettature dell’horror e mischiando le carte.

La nostra chiacchierata con Federico Zampaglione termina con una parvenza di lista inerente alcuni dei suoi film preferiti: “Taxi Driver, Scarface, Suspiria, L’aldilà di Fulci, La casa delle finestre che ridono, Martyrs di Pascal Laugiers, L’imbalsamatore di Matteo Garrone, ma anche tante commedie di Carlo Verdone e Luigi Comencini”

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